La città
La musica tra "sogno" e "intercultura"
Il sassofonista barlettano Giuseppe Doronzo racconta la sua esperienza olandese. «La musica è un bellissimo linguaggio universale»
Barletta - martedì 16 luglio 2013
Per proseguire il nostro percorso di conoscenza con i barlettani all'estero, incontriamo Giuseppe Doronzo, nato nel 1987, sassofonista barlettano che ha alle spalle un diploma del vecchio ordinamento classico al Conservatorio di Bari e un biennio specialistico classico con indirizzo solistico, presso il Conservatorio di Monopoli. Il suo strumento? Il sax baritono che lo sta conducendo in tante esperienze all'estero.
Dove ti trovi ora?
In questo periodo sono a Groningen, città dei Paesi Bassi settentrionali, a Nord di Amsterdam, da settembre scorso per seguire un corso di studi jazz, presso il Prins Claus Conservatorium, che mi terrà lì almeno per altri due anni.
In cosa consiste questo corso?
A questo corso ho potuto accedere dopo un'audizione svolta nel giugno 2012, superata in due a livello internazionale. Nella scuola di Groningen siamo solo una decina di italiani: vige l'internazionalità e l'intercultura, anche nella lingua che è l'inglese. Si tratta di un corso gemellato con New York che si chiama "New York comes to Groningen". Abbiamo un corpo docenti americano fisso e ogni settimana abbiamo uno special guest che arriva dagli Stati Uniti, musicisti di livello mondiale che ci fanno lezione come Don Braden, Gene Jackson, David Berkman; questi sono portatori di culture e di esperienze straordinarie: è molto appagante vivere queste situazioni.
Qual è stato l'impatto con questa nuova realtà? Come ti trovi?
Nonostante mi fossi già trasferito nei quattro anni precedenti a Bari, ho trovato lì una dimensione completamente diversa dal punto di vista culturale, sociale, musicale. Colpisce molto l'attenzione e l'elevata concezione che l'Olanda ha per gli artisti in generale e per i musicisti in particolare, a differenza dell'Italia. Anche l'orecchio del pubblico è molto più esigente. L'approccio sia nel Paese che nella scuola è stato piuttosto semplice, anche per le possibilità più facilitate per noi cittadini europei. Inoltre ci sono tantissime agevolazioni per gli studenti, anche economiche. A fine maggio per l'abdicazione della regina, ho partecipato a un concerto a Groningen ed ho avuto l'onore di suonare con Robin Eubanks, un grande trombonista della storia del jazz.
L'elemento dell'intercultura è un valore aggiunto?
Soprattutto nel dipartimento jazz, al quale sono iscritto, c'è gente di ogni parte del mondo: la maggiore percentuale degli studenti proviene dall'estero, e gli olandesi sono davvero pochi. È bellissimo il sentire d'interculturalità che si respira. In questi mesi mi sono adoperato per creare una rete di contatti per proseguire in quello che è il mio sogno, cioè di fare concerti con tante persone interessanti e viaggiare in giro per il mondo. Anche all'estero: ho suonato spesso in Germania, in Olanda, in Turchia ad Istanbul per due volte anche per un progetto finanziato dall'Unione Europea e dalla Repubblica Turca, dove ci sono tornato a novembre per collaborare con un collega turco per tenere un workshop di musica per gli studenti del liceo italiano di Istanbul. In Olanda ho vari progetti musicali, sto collaborando con un altro musicista barlettano, il bassista Paolo Dinuzzi con il quale suoneremo a settembre al "Projazz Festival" in Germania a Dortmund. Insomma varie culture si incrociano grazie al linguaggio universale che è la musica.
Nel tuo futuro c'è Barletta?
Sono molto legato a Barletta e ne parlo tanto anche fuori, ma non vedo grandi opportunità professionali, almeno per ora. Quindi nel mio futuro vedo ancora Paesi stranieri.
I miei prossimi concerti:
-17.7 Joe Lovano e Jazz Studio Orchestra (Molfetta);
- 6.9 paolo dinuzzi QUATTRO al Domicil per il Projazz Festival (Dortmund)
Dove ti trovi ora?
In questo periodo sono a Groningen, città dei Paesi Bassi settentrionali, a Nord di Amsterdam, da settembre scorso per seguire un corso di studi jazz, presso il Prins Claus Conservatorium, che mi terrà lì almeno per altri due anni.
In cosa consiste questo corso?
A questo corso ho potuto accedere dopo un'audizione svolta nel giugno 2012, superata in due a livello internazionale. Nella scuola di Groningen siamo solo una decina di italiani: vige l'internazionalità e l'intercultura, anche nella lingua che è l'inglese. Si tratta di un corso gemellato con New York che si chiama "New York comes to Groningen". Abbiamo un corpo docenti americano fisso e ogni settimana abbiamo uno special guest che arriva dagli Stati Uniti, musicisti di livello mondiale che ci fanno lezione come Don Braden, Gene Jackson, David Berkman; questi sono portatori di culture e di esperienze straordinarie: è molto appagante vivere queste situazioni.
Qual è stato l'impatto con questa nuova realtà? Come ti trovi?
Nonostante mi fossi già trasferito nei quattro anni precedenti a Bari, ho trovato lì una dimensione completamente diversa dal punto di vista culturale, sociale, musicale. Colpisce molto l'attenzione e l'elevata concezione che l'Olanda ha per gli artisti in generale e per i musicisti in particolare, a differenza dell'Italia. Anche l'orecchio del pubblico è molto più esigente. L'approccio sia nel Paese che nella scuola è stato piuttosto semplice, anche per le possibilità più facilitate per noi cittadini europei. Inoltre ci sono tantissime agevolazioni per gli studenti, anche economiche. A fine maggio per l'abdicazione della regina, ho partecipato a un concerto a Groningen ed ho avuto l'onore di suonare con Robin Eubanks, un grande trombonista della storia del jazz.
L'elemento dell'intercultura è un valore aggiunto?
Soprattutto nel dipartimento jazz, al quale sono iscritto, c'è gente di ogni parte del mondo: la maggiore percentuale degli studenti proviene dall'estero, e gli olandesi sono davvero pochi. È bellissimo il sentire d'interculturalità che si respira. In questi mesi mi sono adoperato per creare una rete di contatti per proseguire in quello che è il mio sogno, cioè di fare concerti con tante persone interessanti e viaggiare in giro per il mondo. Anche all'estero: ho suonato spesso in Germania, in Olanda, in Turchia ad Istanbul per due volte anche per un progetto finanziato dall'Unione Europea e dalla Repubblica Turca, dove ci sono tornato a novembre per collaborare con un collega turco per tenere un workshop di musica per gli studenti del liceo italiano di Istanbul. In Olanda ho vari progetti musicali, sto collaborando con un altro musicista barlettano, il bassista Paolo Dinuzzi con il quale suoneremo a settembre al "Projazz Festival" in Germania a Dortmund. Insomma varie culture si incrociano grazie al linguaggio universale che è la musica.
Nel tuo futuro c'è Barletta?
Sono molto legato a Barletta e ne parlo tanto anche fuori, ma non vedo grandi opportunità professionali, almeno per ora. Quindi nel mio futuro vedo ancora Paesi stranieri.
I miei prossimi concerti:
-17.7 Joe Lovano e Jazz Studio Orchestra (Molfetta);
- 6.9 paolo dinuzzi QUATTRO al Domicil per il Projazz Festival (Dortmund)