La città
«La lingua non deve essere uno strumento di divisione sociale»
Il professor Sabatini a Barletta incontra i ragazzi delle scuole per il "Maggio dei libri"
Barletta - martedì 24 maggio 2016
19.37
«I libri sbocciano a maggio, mese in cui si risveglia la natura e la voglia di leggere»: con questo obiettivo nel 2011 è nata la campagna nazionale promossa dal Ministero per i Beni e le attività culturali e del Turismo, atta a sottolineare il valore sociale, culturale e civile del libro e della lettura. Anche quest'anno il comune di Barletta ha accolto l'iniziativa organizzando un folto programma di incontri e dibattiti, come quello tenutosi ieri mattina, presso la sala rossa del castello cittadino, dal titolo "La lingua italiana tra identità e globalizzazione".
Alla presenza di Francesco Sabatini - presidente onorario dell'Accademia della Crusca ed esponente di spicco della cultura mondiale - e del giornalista Giuseppe Dimiccoli, ha preso le mosse un dibattito che ha coinvolto alunni e professori in un dialogo interattivo ricco di spunti interessanti.
Dopo un primo assunto sulla lingua, che si connota di un valore radicato all'identità di ciascuno - oltre che luogo fisico che pertiene all'atto comunicativo in sé - il professor Sabatini ha illustrato all'uditorio il valore della lingua scritta, che va studiata alla luce delle istanze della linguistica e della neurologia. Viva è stata poi la partecipazione degli alunni, che hanno di volta in volta esposto i propri quesiti mostrando grande interesse per l'argomento, che senza dubbio riguarda la nostra modernità. A proposito della suddetta, il professore ha sottolineato l'importanza della conoscenza di almeno una lingua straniera specie in un mondo quale il nostro, investito dalla rivoluzione tecnologica che ha moltiplicato la velocità di comunicazione e il nostro bisogno di interazione. Assistiamo ad un periodo buio della storia d'Europa. Esso è un continente lacerato da una crisi interna ed è irragionevole rinchiudersi in un nazionalismo linguistico fine a se stesso e scevro di ogni contatto con l'esterno. Per tale ragione occorre dunque che le generazioni italiane venture studino le lingue straniere, scegliendo tra quelle che maggiormente suscitano in loro interesse e in virtù dell'attività lavorativa che si apprestano a voler ricoprire. Ciò può avvenire a patto che si abbia una pregressa conoscenza della lingua d'origine più che approfondita, ricordando che «la lingua non può e non deve rappresentare uno strumento di divisione o frattura sociale».
È manifesta la funzione delle parole che, come ribadito dallo stesso Sabatini, devono essere comprensibili a tutti, di qualunque età o astrazione sociale, specie in una lingua in continua evoluzione. A conclusione dell'incontro, non poteva mancare il riferimento all'utilizzo dei neologismi, specie a seguito del caso della parola "petaloso" posta all'attenzione dell'Accademia della Crusca. «La lingua italiana necessita di nuove parole per esprimere concetti altrettanto nuovi» ha sottolineato il relatore che ha invitato gli studenti a sperimentare, riflettere e a far uso del maggior numero possibile di termini. «Quanto al linguaggio abbreviato in uso presso i giovani e oggetto degli sms, esso non va demonizzato - essendo in uso già presso i popoli antichi e presso gli stessi latini – nella consapevolezza però dell'uso corretto della lingua corrente e della sua scrittura per esteso».
Alla presenza di Francesco Sabatini - presidente onorario dell'Accademia della Crusca ed esponente di spicco della cultura mondiale - e del giornalista Giuseppe Dimiccoli, ha preso le mosse un dibattito che ha coinvolto alunni e professori in un dialogo interattivo ricco di spunti interessanti.
Dopo un primo assunto sulla lingua, che si connota di un valore radicato all'identità di ciascuno - oltre che luogo fisico che pertiene all'atto comunicativo in sé - il professor Sabatini ha illustrato all'uditorio il valore della lingua scritta, che va studiata alla luce delle istanze della linguistica e della neurologia. Viva è stata poi la partecipazione degli alunni, che hanno di volta in volta esposto i propri quesiti mostrando grande interesse per l'argomento, che senza dubbio riguarda la nostra modernità. A proposito della suddetta, il professore ha sottolineato l'importanza della conoscenza di almeno una lingua straniera specie in un mondo quale il nostro, investito dalla rivoluzione tecnologica che ha moltiplicato la velocità di comunicazione e il nostro bisogno di interazione. Assistiamo ad un periodo buio della storia d'Europa. Esso è un continente lacerato da una crisi interna ed è irragionevole rinchiudersi in un nazionalismo linguistico fine a se stesso e scevro di ogni contatto con l'esterno. Per tale ragione occorre dunque che le generazioni italiane venture studino le lingue straniere, scegliendo tra quelle che maggiormente suscitano in loro interesse e in virtù dell'attività lavorativa che si apprestano a voler ricoprire. Ciò può avvenire a patto che si abbia una pregressa conoscenza della lingua d'origine più che approfondita, ricordando che «la lingua non può e non deve rappresentare uno strumento di divisione o frattura sociale».
È manifesta la funzione delle parole che, come ribadito dallo stesso Sabatini, devono essere comprensibili a tutti, di qualunque età o astrazione sociale, specie in una lingua in continua evoluzione. A conclusione dell'incontro, non poteva mancare il riferimento all'utilizzo dei neologismi, specie a seguito del caso della parola "petaloso" posta all'attenzione dell'Accademia della Crusca. «La lingua italiana necessita di nuove parole per esprimere concetti altrettanto nuovi» ha sottolineato il relatore che ha invitato gli studenti a sperimentare, riflettere e a far uso del maggior numero possibile di termini. «Quanto al linguaggio abbreviato in uso presso i giovani e oggetto degli sms, esso non va demonizzato - essendo in uso già presso i popoli antichi e presso gli stessi latini – nella consapevolezza però dell'uso corretto della lingua corrente e della sua scrittura per esteso».