Eventi
L'ultimo libro del prof. barlettano Lagrasta a Roma per "Più Libri Più Liberi"
Confronto sull'opera "Jorge Luis Borges Italo Calvino. Dialoghi Immaginari"
Barletta - mercoledì 11 dicembre 2024
A "Più Libri Più Liberi" 2024, il 5 dicembre nella Nuvola di Fuksas a Roma, lo scrittore barlettano Giuseppe Lagrasta ha presentato la sua ultima opera "Jorge Luis Borges Italo Calvino. Dialoghi Immaginari", LuoghInteriori, Città di Castello, 2024. L'intervista di Alice Forasiepi ha offerto all'autore di esprimere i punti di vista sugli scrittori che hanno caratterizzato il suo saggio. Riflettendo sul gioco dei mondi fantastici e finzionali di Borges e Calvino, il prof. Giuseppe Lagrasta ha sottolineato l'importanza del dialogo, quale strumento didattico, utile per incoraggiare le giovani generazioni a riflettere sulle forze trasformative che possono dare energia al cambiamento.
I codici trasversali borgesiani-calviniani, costituiti dalla grammatica del racconto breve e dalla narrazione essenziale – secondo Giuseppe Lagrasta - si intrecciano e si contaminano, offrendo al lettore la tensione per viaggiare in mondi visibili e invisibili. Difatti, le autobiografie esteriori e interiori dei nostri autori – ha dichiarato l'autore - sostengono le narrazioni delle loro opere letterarie, catturando l'attenzione del lettore e generando, attraverso il testo, una forza immaginifica sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista, poetico.
Alice Forasiepi ha discusso con l'autore di temi e problemi relativi allo stile dei due autori e al canone del Codice dell'ombra, trasversale alle loro opere. Difatti, Giuseppe Lagrasta ha sottolineato "la cura che Borges e Calvino hanno sostenuto per sottrarre pesantezza alla narrazione e alla scrittura, l'attenzione dedicata all'uso delle parole e delle metafore, e il pensare per immagini, elementi efficaci che hanno generato nella produzione letteraria dei nostri "artefici narrativi" un alfabeto della memoria personale, esistenziale e collettiva. Il Codice dell'ombra, altresì, è costituito dalle figure del tempo, del visibile e dell'invisibile, del gioco dei destini incrociati, dei dimidiamenti e delle inesistenze, del gioco e delle finzioni, del deserto e del labirinto, del doppio e del sosia, dei sogni dell'immortale e delle rovine circolari, della vita e della morte, dello stupore per il gioco dei mondi paralleli ai sogni: esempi di dinamiche ideative e trasformative che sottolineano la qualità dei due autori, ormai divenuti classici della letteratura.
Scrive Italo Calvino: "Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli".
E Borges quando gli chiedono cosa ne pensa dei classici, risponde così: "Posso dire soltanto che amo la letteratura classica, a cominciare dalla mitologia. Anche se scrivo di Buenos Aires o ambiento le mie storie in Oriente, raccolgo sempre l'eco della letteratura classica. Non faccio altro che rileggere i classici come se fossero contemporanei.»
Arricchirsi leggendo i classici, rileggere i classici attraverso il punto di vista della contemporaneità; due indicazioni per leggere, amare la lettura e continuare a rileggere i classici. E la creatività risulterà un vero scrigno di saperi multidisciplinari. L'incontro è stato seguito con attenzione da un pubblico numeroso che ha partecipato in modo significativo alimentando un proficuo dibattito. "Leggere per scriversi e per sapersi abitare, leggere e scriversi per sapersi raccontare declinano un modello dialogico – suggerisce il prof. Giuseppe Lagrasta- teso a rappresentare un itinerario di ricerca formativo per far sì che i giovani possano "conoscere per conoscersi, esplorarsi per sapersi relazionare, azioni efficaci per realizzare una vera sfida e affrontare il presente futuro che vive tra noi con rispetto verso l'inedito e con responsabilità etica, nell'intercettarlo" .
I codici trasversali borgesiani-calviniani, costituiti dalla grammatica del racconto breve e dalla narrazione essenziale – secondo Giuseppe Lagrasta - si intrecciano e si contaminano, offrendo al lettore la tensione per viaggiare in mondi visibili e invisibili. Difatti, le autobiografie esteriori e interiori dei nostri autori – ha dichiarato l'autore - sostengono le narrazioni delle loro opere letterarie, catturando l'attenzione del lettore e generando, attraverso il testo, una forza immaginifica sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista, poetico.
Alice Forasiepi ha discusso con l'autore di temi e problemi relativi allo stile dei due autori e al canone del Codice dell'ombra, trasversale alle loro opere. Difatti, Giuseppe Lagrasta ha sottolineato "la cura che Borges e Calvino hanno sostenuto per sottrarre pesantezza alla narrazione e alla scrittura, l'attenzione dedicata all'uso delle parole e delle metafore, e il pensare per immagini, elementi efficaci che hanno generato nella produzione letteraria dei nostri "artefici narrativi" un alfabeto della memoria personale, esistenziale e collettiva. Il Codice dell'ombra, altresì, è costituito dalle figure del tempo, del visibile e dell'invisibile, del gioco dei destini incrociati, dei dimidiamenti e delle inesistenze, del gioco e delle finzioni, del deserto e del labirinto, del doppio e del sosia, dei sogni dell'immortale e delle rovine circolari, della vita e della morte, dello stupore per il gioco dei mondi paralleli ai sogni: esempi di dinamiche ideative e trasformative che sottolineano la qualità dei due autori, ormai divenuti classici della letteratura.
Scrive Italo Calvino: "Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli".
E Borges quando gli chiedono cosa ne pensa dei classici, risponde così: "Posso dire soltanto che amo la letteratura classica, a cominciare dalla mitologia. Anche se scrivo di Buenos Aires o ambiento le mie storie in Oriente, raccolgo sempre l'eco della letteratura classica. Non faccio altro che rileggere i classici come se fossero contemporanei.»
Arricchirsi leggendo i classici, rileggere i classici attraverso il punto di vista della contemporaneità; due indicazioni per leggere, amare la lettura e continuare a rileggere i classici. E la creatività risulterà un vero scrigno di saperi multidisciplinari. L'incontro è stato seguito con attenzione da un pubblico numeroso che ha partecipato in modo significativo alimentando un proficuo dibattito. "Leggere per scriversi e per sapersi abitare, leggere e scriversi per sapersi raccontare declinano un modello dialogico – suggerisce il prof. Giuseppe Lagrasta- teso a rappresentare un itinerario di ricerca formativo per far sì che i giovani possano "conoscere per conoscersi, esplorarsi per sapersi relazionare, azioni efficaci per realizzare una vera sfida e affrontare il presente futuro che vive tra noi con rispetto verso l'inedito e con responsabilità etica, nell'intercettarlo" .