La città
L’incubatore è pronto, tra malumori e aspettative
Sopralluogo della Commissione Cultura nella sede pronta per l’avvio
Barletta - giovedì 18 dicembre 2014
E' un argomento all'ordine del giorno ormai da qualche settimana, quello dell'avviso pubblico per la gestione del cosiddetto "Incubatore dell'innovazione e della creatività". Nella giornata di ieri la VIII Commissione "Cultura e Pubblica Istruzione", presieduta dal consigliere Carmine Doronzo, ha effettuato un sopralluogo all'interno dell'ex distilleria per visionare la struttura, dando seguito a un'attenzione che la stessa commissione sta riservando al progetto, all'insegna della chiarezza per una serie di dubbi e malumori emersi in corso d'opera.
Alla presenza dei consiglieri che compongono la commissione (Giuseppe Dipaola, Gennario Cefola e Giuliana Damato, assente invece Claudia Catino) e del geometra Michele Dichio, delegato della dirigente Santa Scommegna, è stato possibile visitare e visionare la struttura, che appare già prontissima per essere occupata: la struttura si estende per 600 metri quadri, a cui si aggiunge un ampio soppalco e il seminterrato con zona deposito, e comprende una zona con desk di accoglienza, vari uffici, aule e un ampio auditorium di 150 posti a sedere. Tutto già arredato con poltrone da ufficio, scrivanie e armadietti.
Il sopralluogo della commissione è stata una felice occasione di confronto su un argomento che, come sappiamo, è salito agli onori delle cronache per le perplessità sollevate dai termini e dalle tempistihe del già citato avviso pubblico per la selezione del piano di gestione dell'incubatore. Come recita infatti la nota diramata a novembre dall'amministrazione: "L'avviso è finalizzato ad individuare, nell'ambito del Piano Strategico dell'Area Vasta Vision 2020, uno specifico progetto rispondente alle esigenze di innovazione, di sviluppo e di coesione sociale che la situazione economica e sociale della città richiede. Per raggiungere questo obiettivo di interesse generale la Giunta comunale, con la deliberazione n. 111 del 22 maggio 2014, ha ritenuto necessario affidare la gestione dell'Incubatore tramite procedura ad evidenza pubblica, selezionando il più vantaggioso piano di gestione".
L'avviso per la gestione dell'incubatore, che potrà essere concesso in comodato d'uso per 5 anni in autosostegno, ha suscitato malumori da parte del mondo associativo, che si è sentito in qualche modo "estromesso" dai rigidi e rapidi tempi dell'avviso, fino alla convocazione di un incontro con i rappresentanti delle associazioni e delle organizzazioni imprenditoriali e di categoria che hanno avanzato osservazioni riguardanti l'iter procedurale, terminato con la decisione di slittare il termine dell'avviso di 20 giorni. Sicuramente è mancata chiarezza, come hanno spiegato i consiglieri durante il sopralluogo, facendo caricare la vicenda di altissime aspettative. Sicuramente la procedura non è stata delle più limpide, e perciò si teme che gli obiettivi alla base del progetto possano essere offuscati da interessi diversi. Fatto sta che occorrerebbe incentivare una «abitudine al coinvolgimento» che troppo spesso manca in situazioni che riguardano il privato, il pubblico e l'intera collettività, in particolar modo visto che il tutto avviene all'ombra di un grande museo in abbandono, l'ex distilleria, usurpata, trascurata, ma che rimane simbolo di una storia industriale che a Barletta bisognerebbe non dimenticare.
Alla presenza dei consiglieri che compongono la commissione (Giuseppe Dipaola, Gennario Cefola e Giuliana Damato, assente invece Claudia Catino) e del geometra Michele Dichio, delegato della dirigente Santa Scommegna, è stato possibile visitare e visionare la struttura, che appare già prontissima per essere occupata: la struttura si estende per 600 metri quadri, a cui si aggiunge un ampio soppalco e il seminterrato con zona deposito, e comprende una zona con desk di accoglienza, vari uffici, aule e un ampio auditorium di 150 posti a sedere. Tutto già arredato con poltrone da ufficio, scrivanie e armadietti.
Il sopralluogo della commissione è stata una felice occasione di confronto su un argomento che, come sappiamo, è salito agli onori delle cronache per le perplessità sollevate dai termini e dalle tempistihe del già citato avviso pubblico per la selezione del piano di gestione dell'incubatore. Come recita infatti la nota diramata a novembre dall'amministrazione: "L'avviso è finalizzato ad individuare, nell'ambito del Piano Strategico dell'Area Vasta Vision 2020, uno specifico progetto rispondente alle esigenze di innovazione, di sviluppo e di coesione sociale che la situazione economica e sociale della città richiede. Per raggiungere questo obiettivo di interesse generale la Giunta comunale, con la deliberazione n. 111 del 22 maggio 2014, ha ritenuto necessario affidare la gestione dell'Incubatore tramite procedura ad evidenza pubblica, selezionando il più vantaggioso piano di gestione".
L'avviso per la gestione dell'incubatore, che potrà essere concesso in comodato d'uso per 5 anni in autosostegno, ha suscitato malumori da parte del mondo associativo, che si è sentito in qualche modo "estromesso" dai rigidi e rapidi tempi dell'avviso, fino alla convocazione di un incontro con i rappresentanti delle associazioni e delle organizzazioni imprenditoriali e di categoria che hanno avanzato osservazioni riguardanti l'iter procedurale, terminato con la decisione di slittare il termine dell'avviso di 20 giorni. Sicuramente è mancata chiarezza, come hanno spiegato i consiglieri durante il sopralluogo, facendo caricare la vicenda di altissime aspettative. Sicuramente la procedura non è stata delle più limpide, e perciò si teme che gli obiettivi alla base del progetto possano essere offuscati da interessi diversi. Fatto sta che occorrerebbe incentivare una «abitudine al coinvolgimento» che troppo spesso manca in situazioni che riguardano il privato, il pubblico e l'intera collettività, in particolar modo visto che il tutto avviene all'ombra di un grande museo in abbandono, l'ex distilleria, usurpata, trascurata, ma che rimane simbolo di una storia industriale che a Barletta bisognerebbe non dimenticare.