Eventi
Intervista a Maurizio Landini, segretario generale della Fiom
Argomento cardine: accordo interconfederale sulla rappresentanza sindacale. Il segretario risponde alle domande di Alessandro Porcelluzzi
Barletta - venerdì 22 luglio 2011
In occasione della Festa di Liberazione, che si sta tenendo in questi giorni presso i giardini del Castello a Barletta, abbiamo incontrato il segretario generale della Fiom, la federazione dei metalmeccanici della Cgil. È stata un'occasione per affrontare uno dei temi caldi del dibattito sindacale: l'accordo interconfederale sulla rappresentanza sindacale. La Cgil, con Cisl, Uil e Confindustria è firmataria di questo accordo. Ma la Fiom ha sollevato forti perplessità e una decisa contrarietà all'adesione della propria confederazione a questo accordo.
Segretario Landini, puoi spiegare in modo semplice ai nostri lettori i motivi della contrarietà della Fiom a questo accordo?
In primo luogo perché, riducendo drasticamente la possibilità di espressione dei lavoratori attraverso i referendum, è lesiva del principio di democrazia. In secondo luogo vi è un indebito allargamento dell'ambito della contrattazione aziendale a scapito del contratto nazionale. Infine c'è una pericolosa limitazione del diritto di sciopero.
Non crede che al contrario un uso estensivo del referendum svuoti di contenuto la funzione del sindacato? Se sono i lavoratori a esprimersi in prima persona per ogni accordo a che serve la delega sindacale?
Io penso l'opposto. L'istituto del referendum rafforza e non diminuisce la democrazia, anche la democrazia sindacale. C'è fra le righe di questo accordo il tentativo di mettere in competizione i sindacati. Ma la competizione dei sindacati è tutta funzionale ad una logica politica. Mentre invece a partire dall'estensione della democrazia i sindacati si devono confrontare sulle scelte.
Sul tema dell'accordo la segretaria della Cgil Camusso ha subito il fuoco incrociato da una parte del gruppo di Micromega e dall'altra de Il manifesto. In comune questi due attacchi hanno avuto l'individuazione della matrice socialista della Camusso come vulnus per la Cgil. Cosa ne pensa?
Penso si tratti di sciocchezze. In Cgil hanno votato a favore di questo accordo ex socialisti ed ex comunisti. La nostra battaglia interna alla confederazione non ha come obiettivo personale la segretaria Camusso. Noi stiamo cercando di riportare la Cgil alle questioni di merito su cui siamo in forte opposizione
I metalmeccanici in anni ormai remoti sono stati protagonisti di una stagione di unità sindacale (esiste ancora la sede della federazione unitaria, FLM, a Roma). C'è possibilità che ritorni quella stagione?
Non credo proprio. La Cisl e la Uil hanno fatto scelte sindacali completamente divergenti dalle nostre. Hanno priorità diverse (penso all'interesse per gli enti bilaterali), e la loro linea è più politica che di interesse sindacale.
La crisi che stiamo vivendo è una crisi continentale, una crisi europea. Un sindacato europeo sarebbe utile? È auspicabile un esperimento serio di natura europea?
Certo che sarebbe utile. Ma siamo molto indietro in questo campo. Noi intanto stiamo cercando di arrivare a un sindacato unico dell'industria. È un modo per operare a cavallo delle federazioni e non è detto che non possa essere l'embrione di un esperimento su scala europea.
Segretario Landini, puoi spiegare in modo semplice ai nostri lettori i motivi della contrarietà della Fiom a questo accordo?
In primo luogo perché, riducendo drasticamente la possibilità di espressione dei lavoratori attraverso i referendum, è lesiva del principio di democrazia. In secondo luogo vi è un indebito allargamento dell'ambito della contrattazione aziendale a scapito del contratto nazionale. Infine c'è una pericolosa limitazione del diritto di sciopero.
Non crede che al contrario un uso estensivo del referendum svuoti di contenuto la funzione del sindacato? Se sono i lavoratori a esprimersi in prima persona per ogni accordo a che serve la delega sindacale?
Io penso l'opposto. L'istituto del referendum rafforza e non diminuisce la democrazia, anche la democrazia sindacale. C'è fra le righe di questo accordo il tentativo di mettere in competizione i sindacati. Ma la competizione dei sindacati è tutta funzionale ad una logica politica. Mentre invece a partire dall'estensione della democrazia i sindacati si devono confrontare sulle scelte.
Sul tema dell'accordo la segretaria della Cgil Camusso ha subito il fuoco incrociato da una parte del gruppo di Micromega e dall'altra de Il manifesto. In comune questi due attacchi hanno avuto l'individuazione della matrice socialista della Camusso come vulnus per la Cgil. Cosa ne pensa?
Penso si tratti di sciocchezze. In Cgil hanno votato a favore di questo accordo ex socialisti ed ex comunisti. La nostra battaglia interna alla confederazione non ha come obiettivo personale la segretaria Camusso. Noi stiamo cercando di riportare la Cgil alle questioni di merito su cui siamo in forte opposizione
I metalmeccanici in anni ormai remoti sono stati protagonisti di una stagione di unità sindacale (esiste ancora la sede della federazione unitaria, FLM, a Roma). C'è possibilità che ritorni quella stagione?
Non credo proprio. La Cisl e la Uil hanno fatto scelte sindacali completamente divergenti dalle nostre. Hanno priorità diverse (penso all'interesse per gli enti bilaterali), e la loro linea è più politica che di interesse sindacale.
La crisi che stiamo vivendo è una crisi continentale, una crisi europea. Un sindacato europeo sarebbe utile? È auspicabile un esperimento serio di natura europea?
Certo che sarebbe utile. Ma siamo molto indietro in questo campo. Noi intanto stiamo cercando di arrivare a un sindacato unico dell'industria. È un modo per operare a cavallo delle federazioni e non è detto che non possa essere l'embrione di un esperimento su scala europea.