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Cronaca

Inchiesta a Pescara, l'indagato barlettano respinge le accuse

«Tutti sono stati pagati integralmente»

Hanno respinto le accuse tanto il funzionario della Asl pescarese Franco D'Intino, 59 anni, che il responsabile del cantiere, Giacomo Piscitelli, 58enne di Barletta che, si ricorderà, sono stati arrestati lunedì scorso dalla squadra mobile di Pescara per illegalità presunte nei lavori di ristrutturazione e messa a norma del reparto materno-infantile dell'ospedale di Pescara.

Al termine dell'interrogatorio di garanzia da parte del gip Guido Campli, il legale di D'Intino, l'avvocato Paolo Salce ha detto che il suo assistito ha fornito spiegazioni, ha fornito documenti, si è giustificato sostenendo che non c'è collusione nè con l'impresa nè con altre persone, e ha detto di aver svolto solo i compiti di sua competenza. Sull'appalto D'Intino ha detto di aver recepito le richieste della direzione dei lavori e di averle inviate alla direzione generale. L'indagato, sempre stando a quanto ha riferito il suo legale, ha poi aggiunto che la direzione dei lavori non ha raddoppiato l'importo dell'appalto «ha sostenuto sempre e sostiene - ha detto l'avvocato- che la variante era necessaria altrimenti avrebbero realizzato un'opera che non era collaudabile». L'avvocato Salce ha aggiunto che nella casa del suo assistito non c'è il materiale da cantiere, «c'è - ha detto- soltanto la fornitura degli infissi e il materiale nella casa del fratello di D'Intino». L'avvocato ha precisato che il fratello di D'Intino ha pagato tutte le ditte «anche quelle a cui fa riferimento l'ordinanza di custodia cautelare».

Sempre sul materiale l'avvocato ha aggiunto che «tutte le ditte sono state pagate integralmente, tranne qualcuna per cui e' stata fatta una rateizzazione». Il legale di Piscitelli l'avvocato Giuseppe Cetrullo ha detto che il suo assistito ha fornito tutte le indicazioni tecniche. I due legali hanno presentato istanza di revoca o sostituzione dell misura cautelare. Agli interrogatori era presente ache il pm Gennar Varone. Domani saranno interrogati i due direttori dei lavori Alfonso Colliva e Damiana Bugiani, che si trovano agli arresti domiciliari.
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