Istituzionale
Il commissario del governo per l'antiracket Nicolò in Prefettura: «Nella Bat le estorsioni ci sono, serve denunciare»
Questa mattina Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica
Barletta - martedì 23 gennaio 2024
14.45
«I fatti estorsivi e l'usura in questa provincia ci sono, ma serve denunciare per poter contrastare questi fenomeni». Le parole del commissario staordinario del governo per l'antiracket e l'antiusura Maria Grazia Nicolò non lasciano spazio a interpretazioni: nella Bat l'usura c'è ma mancano le denunce. A margine del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto a palazzo di governo alla presenza del prefetto Rossana Riflesso, dei procuratori di Trani e Foggia, i sindaci dei dieci comuni della Barletta - Andria - Trani, le associazioni di categoria e i vertici delle forze dell'ordine il commissario Nicolò ha voluto tracciare un quadro della situazione.
«Le denunce - ha spiegato Nicolò - non servono soltanto per accedere al fondo, ma anche per un procedimento penale. Il contributo della vittima, dal momento in cui si costituisce parte offesa in un procedimento penale è fondamentale in quella che è l'attività di contrasto ai fenomeni del racket e dell'usura». Per Nicolò alla base della mancanza di denunce c'è «un fatto culturale. Noi dobbiamo in tutti i modi cercare di far capire alla vittima che denunciare, affrancarsi dalla criminalità, vuol dire riappropriarsi della propria libertà e della propria dignità personale, rivivere».
Un altro degli obiettivi fissati per aumentare il numero delle denunce è quello di «cercare di incentivare la rete e la sinergia tra lo Stato e le associazioni che operano sul territorio, associazioni antiracket e antiusura che maggiormente conoscono l'humus territoriale e sono composti da commercianti, imprenditori, e possono intercettare ancora prima, chiaramente, quelle che sono le situazioni di difficoltà del mondo imprenditoriale e sostenerli nella fase della denuncia e nella costituzione di parte civile nei procedimenti, e anche nell'accesso al fondo di solidarietà». Dal commissario Nicolò anche un riferimento alle associazioni antiracket invitate a «vivere maggiormente il territorio» e alla recente polemica sulla possibile chiusura dello sportello antiracket di Canosa. «Lo sportello di Canosa - ha chiosatò Nicolò - non ha chiuso, sarà operativo e sarà presente un soggetto - che sarà un imprenditore, un commerciante - non un numero di telefono ma una presenza fisica».
«Le denunce - ha spiegato Nicolò - non servono soltanto per accedere al fondo, ma anche per un procedimento penale. Il contributo della vittima, dal momento in cui si costituisce parte offesa in un procedimento penale è fondamentale in quella che è l'attività di contrasto ai fenomeni del racket e dell'usura». Per Nicolò alla base della mancanza di denunce c'è «un fatto culturale. Noi dobbiamo in tutti i modi cercare di far capire alla vittima che denunciare, affrancarsi dalla criminalità, vuol dire riappropriarsi della propria libertà e della propria dignità personale, rivivere».
Un altro degli obiettivi fissati per aumentare il numero delle denunce è quello di «cercare di incentivare la rete e la sinergia tra lo Stato e le associazioni che operano sul territorio, associazioni antiracket e antiusura che maggiormente conoscono l'humus territoriale e sono composti da commercianti, imprenditori, e possono intercettare ancora prima, chiaramente, quelle che sono le situazioni di difficoltà del mondo imprenditoriale e sostenerli nella fase della denuncia e nella costituzione di parte civile nei procedimenti, e anche nell'accesso al fondo di solidarietà». Dal commissario Nicolò anche un riferimento alle associazioni antiracket invitate a «vivere maggiormente il territorio» e alla recente polemica sulla possibile chiusura dello sportello antiracket di Canosa. «Lo sportello di Canosa - ha chiosatò Nicolò - non ha chiuso, sarà operativo e sarà presente un soggetto - che sarà un imprenditore, un commerciante - non un numero di telefono ma una presenza fisica».