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"Castigo di Dio", l'autore Marcello Introna racconta il palazzo degli orrori
Al centro del suo ultimo romanzo la "Socia", teatro di violenze e abusi
Barletta - lunedì 28 maggio 2018
10.48
L'autore del libro "Castigo di Dio" Marcello Introna è stato ospite presso la libreria "La Penna blu" lo scorso weekend per raccontare alcune vicende della "Socia", il palazzo degli orrori ai margini della periferia di Bari negli anni quaranta. Al centro del suo ultimo romanzo: le vite trascinate dei residenti di quel edificio in piazza Luigi di Savoia, che come l'inferno dantesco era suddiviso per gironi: al primo piano risiedevano le prostitute, al secondo piano i bambini mai nati, al terzo i camini e all'ultimo Amaro, un uomo corrotto e a capo di un'organizzazione malavitosa.
Il romanzo nasce dopo quattro anni di ricerche e scrittura. Ricerche tra gli scaffali dell'Archivio di Stato e articoli di cronaca di quegli anni. Ma la verità è che si tratta di una storia silente che come un fiume in piena è fuoriuscita dai suoi stessi argini. Sono salite in superficie storie di abusi, violenza e morti impunite. Racconti di bambini nati, mai riconosciuti, mai battezzati e per questo non degni di sepoltura. Morti per epidemie, i loro piccoli corpi insieme ad altri non identificati, sono stati rinvenuti numerosi anni dopo: quando il grande "palazzone" è stato abbattuto. Troppa la violenza di questi racconti, per questo Introna compie una scelta. «Durante le mie ricerche ho conosciuto un'anziana signora che al tempo della Socia aveva 7 anni. Mi ha raccontato dell'omicidio della sua amica colpevole di aver steso i panni nel giorno sbagliato. Non ho voluto scriverne, troppo l'orrore».
"Castigo di Dio" è il secondo romanzo di Marcello Introna dopo "Percoco" pubblicato nel 2016 sempre a fianco della casa editrice Mondadori. È un autore che attualmente svolge la professione di veterinario. Non segue schemi e orari di scrittura. Si definisce uno scrittore impulsivo e sregolato: «Scrivo quando ne ho voglia – svela l'autore - e mi concedo pause di alcune settimane tra un capitolo e l'altro perché quando leggo e rileggo il mio scritto io smetto di essere lucido. Il racconto della Socia nasce dopo quattro lunghi anni perché si è trattato di un progetto corale, ricco di personaggi, storie intrecciate e per questo parecchio ambizioso». Una storia che vede la sua sintesi perfetta nell'immagine di copertina: un uomo che cammina solo per il porto di Bari. «Quell'uomo conosce i suoi peccati e i suoi lati più oscuri – dichiara Francesco Asselta, sguardo critico della serata -. Forse cerca di espiarli oppure semplicemente se li sta gustando».
Il romanzo nasce dopo quattro anni di ricerche e scrittura. Ricerche tra gli scaffali dell'Archivio di Stato e articoli di cronaca di quegli anni. Ma la verità è che si tratta di una storia silente che come un fiume in piena è fuoriuscita dai suoi stessi argini. Sono salite in superficie storie di abusi, violenza e morti impunite. Racconti di bambini nati, mai riconosciuti, mai battezzati e per questo non degni di sepoltura. Morti per epidemie, i loro piccoli corpi insieme ad altri non identificati, sono stati rinvenuti numerosi anni dopo: quando il grande "palazzone" è stato abbattuto. Troppa la violenza di questi racconti, per questo Introna compie una scelta. «Durante le mie ricerche ho conosciuto un'anziana signora che al tempo della Socia aveva 7 anni. Mi ha raccontato dell'omicidio della sua amica colpevole di aver steso i panni nel giorno sbagliato. Non ho voluto scriverne, troppo l'orrore».
"Castigo di Dio" è il secondo romanzo di Marcello Introna dopo "Percoco" pubblicato nel 2016 sempre a fianco della casa editrice Mondadori. È un autore che attualmente svolge la professione di veterinario. Non segue schemi e orari di scrittura. Si definisce uno scrittore impulsivo e sregolato: «Scrivo quando ne ho voglia – svela l'autore - e mi concedo pause di alcune settimane tra un capitolo e l'altro perché quando leggo e rileggo il mio scritto io smetto di essere lucido. Il racconto della Socia nasce dopo quattro lunghi anni perché si è trattato di un progetto corale, ricco di personaggi, storie intrecciate e per questo parecchio ambizioso». Una storia che vede la sua sintesi perfetta nell'immagine di copertina: un uomo che cammina solo per il porto di Bari. «Quell'uomo conosce i suoi peccati e i suoi lati più oscuri – dichiara Francesco Asselta, sguardo critico della serata -. Forse cerca di espiarli oppure semplicemente se li sta gustando».