Territorio
Identikit della spazzatura barlettana
Il pericolo è che tutti siano d'accordo su quanto narrato da Paul Connett. In consiglio si parli del fallimento pilotato della Bar.S.A.
Barletta - lunedì 2 aprile 2012
12.20
Sul finire del convegno ideale-poetico che ha ospitato il prof. Connett, e sulla più complessa tematica smaltimento rifiuti in città, ha parlato il sindaco Maffei che, quasi commosso dalla relazione del luminare internazionale, si è impegnato a perseguire i dieci comandamenti raccontati e tradotti. Con la fretta di raggiungere gli amici della nuova giunta, ha cucito un'altra delle sue idiomatiche frasi di auspicio, tra applausi poco attraenti, convinti che il colosso Cementeria mai sarà disarcionato dal cuore dalla città. Semmai sarà la città a dover emigrare... Un tema scottante e per questo Barlettalife ha impegnato due redattori perchè seguano e scoprano tutte le omertà politiche sfacciatamente conclamate in convegno dal consigliere Doronzo. Affermazione cocente che sicuramente non passerà sottosilenzio in un prossimo consiglio comunale. Due distinti articoli senza sintesi, anzi. Raccontano l'attuale nonchè un'epoca di disagi politico-amministrativi che stanno ancora segnando la perpetua raccolta differenziata di maggiorenti politici da compostare e stipendiare in Bar.S.A. Di seguito, l'articolo redatto da Alessandro Porcelluzzi, e cliccando qui la sintesi analitica del convegno di Paul Connett a cura di Edoardo Centonze.
Il direttore
Il tema della politica della settimana appena trascorsa è stato sicuramente la questione rifiuti. Una settimana che si è conclusa venerdì 30 con l'iniziativa organizzata da Beni Comuni e Collettivo Exit alla presenza del professor Paul Connett, tra i massimi esperti mondiali della Strategia Rifiuti Zero. Ma che era cominciata lunedì in consiglio comunale con la discussione di una mozione, presentata dai due consiglieri del Psi, Pastore e Cannito, proprio sul tema rifiuti. Tra questi due eventi si collocano una serie di azioni. La critica, prima da parte di Sabrina Salerno (Beni Comuni) e Alessandro Zagaria (Exit) e poi del professor Ruggiero Quarto alla mozione socialista; la forte replica in Consiglio comunale di Pastore; la proposta di emendare la mozione da parte dei consiglieri della Fds; la richiesta, approvata, di un consiglio comunale monotematico sul tema Strategia Rifiuti Zero; la partecipazione alla conferenza del professor Connett del Sindaco Maffei, del presidente del consiglio Pastore e di altri numerosi esponenti dell'amministrazione comunale.
Si potrebbe scrivere a lungo di questa serie di eventi, perché molte sono le suggestioni che ne provengono. L'uso politico strumentale degli estremismi ad esempio: l'attacco di Salerno e Zagaria ha permesso a tutti gli attori politici di portare a casa un risultato con segno positivo. Ha dato ai consiglieri del Psi la possibilità di interpretare il ruolo di difensori della democrazia rappresentativa, di chi "non vuole farsi dettare l'agenda politica dall'esterno", degli eletti (della casta, direbbe qualcuno) contro la società civile mobilitata. Ha permesso ai consiglieri della Fds di presentarsi come (unica possibile) cinghia di trasmissione tra movimenti e istituzioni: nihil salus extra ecclesiam (rossa). Per Exit e Beni comuni è stata invece un'occasione per avere una enorme visibilità, superiore anche alla propria consistenza effettiva, nell'opinione pubblica cittadina.
Sembrerebbe dunque un win-win game, un duello senza vincitori né vinti, in cui ogni attore ha avuto il proprio palcoscenico. Ma purtroppo questo tipo di spettacolo in politica non esiste. E tutti gli attori elencati sanno (anche se fingono di ignorarlo) di toccare una questione le cui ricadute sono ben più importanti. Nessuno la cita, ma il vero convitato di pietra ha un nome: Bar.S.A. Non è possibile affrontare il tema rifiuti, a maggior ragione in vista di una strategia a rifiuti zero, senza intervenire su questa creatura misteriosa. Una decina di anni fa il sindaco di allora, Francesco Salerno, diede mandato per una importante ricerca a un biologo del nostro territorio. Barletta, secondo il dottor Ciccone, avrebbe dovuto seguire l'esempio virtuoso di alcuni comuni del Nordest. Non è questa la sede per descrivere nel dettaglio quello studio: la sostanza è che il sindaco Salerno scelse invece una strada completamente opposta, la costruzione di una azienda di servizi ambientali, la Bar.S.A. appunto, in cui il Comune entrava come socio di minoranza. Molto tempo (e molto inchiostro) è trascorso da allora. E nel frattempo il socio di maggioranza (la Manutencoop emiliana) ha ridotto progressivamente la propria quota, diventando socio di minoranza. La società ha attraversato ricapitalizzazioni, bilanci in rosso, nessuna capacità di espansione. Molto interesse la politica ha invece riversato in due direzioni: il Consiglio di amministrazione e le assunzioni. Lottizzando entrambe (a proposito di merito, costi della politica e trasparenza) da tutti i settori del centrosinistra. I consigli di amministrazione si sono susseguiti senza produrre alcunché di positivo. Prevedibile quando, invece che manager, si piazzano burattini di partito. Nel frattempo una azienda di servizi ambientali e di nettezza urbana si riempiva di impiegati inutili e scarseggiava in operai. Ma naturalmente i lavoratori entrati in quota ai partiti, senza competenze, senza concorsi, senza selezioni trasparenti, hanno poi incontrato sindacati battaglieri a difenderli dal pericolo (Dio ce ne liberi!) del demansionamento. Di licenziamenti nemmeno a parlarne: anche in quel caso sindacati (e qualche nuova e vecchia scarpa della sinistra barlettana) sul piede di guerra!
E così la strategia rifiuti zero si scontrerà col mostro Bar.S.A.. Speriamo che nel consiglio comunale monotematico qualcuno abbia l'intelligenza di proporre l'unico atto sensato: il fallimento pilotato della Bar.S.A.. Si aiutino i lavoratori a formarsi come soci di microcooperative legate a uno dei filoni del riciclaggio e la politica esca dalla gestione di un servizio vitale per i cittadini, soprattutto quelli delle generazioni future.
Il direttore
Il tema della politica della settimana appena trascorsa è stato sicuramente la questione rifiuti. Una settimana che si è conclusa venerdì 30 con l'iniziativa organizzata da Beni Comuni e Collettivo Exit alla presenza del professor Paul Connett, tra i massimi esperti mondiali della Strategia Rifiuti Zero. Ma che era cominciata lunedì in consiglio comunale con la discussione di una mozione, presentata dai due consiglieri del Psi, Pastore e Cannito, proprio sul tema rifiuti. Tra questi due eventi si collocano una serie di azioni. La critica, prima da parte di Sabrina Salerno (Beni Comuni) e Alessandro Zagaria (Exit) e poi del professor Ruggiero Quarto alla mozione socialista; la forte replica in Consiglio comunale di Pastore; la proposta di emendare la mozione da parte dei consiglieri della Fds; la richiesta, approvata, di un consiglio comunale monotematico sul tema Strategia Rifiuti Zero; la partecipazione alla conferenza del professor Connett del Sindaco Maffei, del presidente del consiglio Pastore e di altri numerosi esponenti dell'amministrazione comunale.
Si potrebbe scrivere a lungo di questa serie di eventi, perché molte sono le suggestioni che ne provengono. L'uso politico strumentale degli estremismi ad esempio: l'attacco di Salerno e Zagaria ha permesso a tutti gli attori politici di portare a casa un risultato con segno positivo. Ha dato ai consiglieri del Psi la possibilità di interpretare il ruolo di difensori della democrazia rappresentativa, di chi "non vuole farsi dettare l'agenda politica dall'esterno", degli eletti (della casta, direbbe qualcuno) contro la società civile mobilitata. Ha permesso ai consiglieri della Fds di presentarsi come (unica possibile) cinghia di trasmissione tra movimenti e istituzioni: nihil salus extra ecclesiam (rossa). Per Exit e Beni comuni è stata invece un'occasione per avere una enorme visibilità, superiore anche alla propria consistenza effettiva, nell'opinione pubblica cittadina.
Sembrerebbe dunque un win-win game, un duello senza vincitori né vinti, in cui ogni attore ha avuto il proprio palcoscenico. Ma purtroppo questo tipo di spettacolo in politica non esiste. E tutti gli attori elencati sanno (anche se fingono di ignorarlo) di toccare una questione le cui ricadute sono ben più importanti. Nessuno la cita, ma il vero convitato di pietra ha un nome: Bar.S.A. Non è possibile affrontare il tema rifiuti, a maggior ragione in vista di una strategia a rifiuti zero, senza intervenire su questa creatura misteriosa. Una decina di anni fa il sindaco di allora, Francesco Salerno, diede mandato per una importante ricerca a un biologo del nostro territorio. Barletta, secondo il dottor Ciccone, avrebbe dovuto seguire l'esempio virtuoso di alcuni comuni del Nordest. Non è questa la sede per descrivere nel dettaglio quello studio: la sostanza è che il sindaco Salerno scelse invece una strada completamente opposta, la costruzione di una azienda di servizi ambientali, la Bar.S.A. appunto, in cui il Comune entrava come socio di minoranza. Molto tempo (e molto inchiostro) è trascorso da allora. E nel frattempo il socio di maggioranza (la Manutencoop emiliana) ha ridotto progressivamente la propria quota, diventando socio di minoranza. La società ha attraversato ricapitalizzazioni, bilanci in rosso, nessuna capacità di espansione. Molto interesse la politica ha invece riversato in due direzioni: il Consiglio di amministrazione e le assunzioni. Lottizzando entrambe (a proposito di merito, costi della politica e trasparenza) da tutti i settori del centrosinistra. I consigli di amministrazione si sono susseguiti senza produrre alcunché di positivo. Prevedibile quando, invece che manager, si piazzano burattini di partito. Nel frattempo una azienda di servizi ambientali e di nettezza urbana si riempiva di impiegati inutili e scarseggiava in operai. Ma naturalmente i lavoratori entrati in quota ai partiti, senza competenze, senza concorsi, senza selezioni trasparenti, hanno poi incontrato sindacati battaglieri a difenderli dal pericolo (Dio ce ne liberi!) del demansionamento. Di licenziamenti nemmeno a parlarne: anche in quel caso sindacati (e qualche nuova e vecchia scarpa della sinistra barlettana) sul piede di guerra!
E così la strategia rifiuti zero si scontrerà col mostro Bar.S.A.. Speriamo che nel consiglio comunale monotematico qualcuno abbia l'intelligenza di proporre l'unico atto sensato: il fallimento pilotato della Bar.S.A.. Si aiutino i lavoratori a formarsi come soci di microcooperative legate a uno dei filoni del riciclaggio e la politica esca dalla gestione di un servizio vitale per i cittadini, soprattutto quelli delle generazioni future.