La città
I valori della Resistenza nella cultura e nella memoria italiana
Convegno internazionale sulla Resistenza a Barletta, seconda giornata
Barletta - domenica 1 dicembre 2013
"Mi complimento molto per i vostri progetti volti a consolidare la memoria storica, la documentazione di quelle giornate e di tutto il percorso dell'antifascismo e Resistenza". Così il Presidente della Repubblica ricevendo a settembre la delegazione di Barletta al Quirinale.
Così si aprivano le celebrazioni, cariche di lodi e critiche, per il 70° anniversario della Resistenza all'occupazione nazista, che ieri si sono chiuse con la seconda giornata del convegno di studi internazionali "La memoria a tutela dei valori nati dalle resistenza", presso la Sala Rossa del Castello di Barletta. L'incontro è stato organizzato dall'"Archivio della Memoria e della Resistenza" di Barletta, con il patrocinio del Comune di Barletta.
Dopo gli importanti interventi della prima giornata, come riportato da Barlettalife, ieri è stata la volta dell'incontro presieduto dal prof. Ugo Villani, ordinario di Diritto Internazionale, dopo i saluti del presidente del Consiglio Comunale, Carmela Peschechera e del prof. Luigi Dicuonzo nelle vesti di padrone di casa. Molti gli studenti presenti in sala.
La prima relazione è stata quella di Gloria Chianese della Fondazione Giuseppe Di Vittorio di Roma, analizzando la situazione nel Mezzogiorno d'Italia dal 1943 al 1945. Molti dei tasselli che hanno consentito di ricostruire il mosaico della Resistenza sono stati determinati dall'importante storiografia locale, sviluppatasi a riguardo. L'analisi di una guerra totale, che s'inasprisce in quel periodo per l'Italia, caratterizzata da bombardamenti, fame, sfollamento. Una Resistenza che, come ha specificato la professoressa, si distingue nel nostro Paese fra quella effettuata da civili, e da militari, come nel caso di Barletta, durante i suoi dodici giorni di occupazione nazista. Durante questa guerra le strutture familiari sono dilaniate, anche per la distanza degli uomini da casa, di cui non si sapeva niente per lunghi periodi. Nel '43 per il Sud inizia anche l'occupazione degli anglo-americani, di liberazione, tuttavia arrecando anche i suoi problemi: cresce la microcriminalità, il re, fuggito vigliaccamente a Brindisi, e il Governo sono solo dei fantocci, le violenze, i soprusi, gli stereotipi.
Gli stereotipi sono stati al centro della corposa relazione di Adolfo Mignemi, storico e docente all'Accademia di Belle Arti di Torino, parlando degli strumenti di propaganda e immagini utilizzati in tempo di guerra sia dal regine fascista sia dai nazisti, con immagini stereotipate dei territori occupati anche in Africa.
L'incontro si è concluso con l'intervento del prof. Roberto Tarantino, dirigente scolastico e presidente dell'ANPI-Bat, ricordando l'impegno dei suoi genitori, per riesumare l'importanza di quella resistenza barlettana, agli ordini di suo nonno col. Francesco Grasso, valendo la medaglia d'oro per Barletta.
Al termine è stato proiettato un cortometraggio per ricordare il partigiano barlettano Francesco Gammarota, detto Brancaleone, e Anna Mascherini che gli salvò la vita, sacrificando la sua.
Così si aprivano le celebrazioni, cariche di lodi e critiche, per il 70° anniversario della Resistenza all'occupazione nazista, che ieri si sono chiuse con la seconda giornata del convegno di studi internazionali "La memoria a tutela dei valori nati dalle resistenza", presso la Sala Rossa del Castello di Barletta. L'incontro è stato organizzato dall'"Archivio della Memoria e della Resistenza" di Barletta, con il patrocinio del Comune di Barletta.
Dopo gli importanti interventi della prima giornata, come riportato da Barlettalife, ieri è stata la volta dell'incontro presieduto dal prof. Ugo Villani, ordinario di Diritto Internazionale, dopo i saluti del presidente del Consiglio Comunale, Carmela Peschechera e del prof. Luigi Dicuonzo nelle vesti di padrone di casa. Molti gli studenti presenti in sala.
La prima relazione è stata quella di Gloria Chianese della Fondazione Giuseppe Di Vittorio di Roma, analizzando la situazione nel Mezzogiorno d'Italia dal 1943 al 1945. Molti dei tasselli che hanno consentito di ricostruire il mosaico della Resistenza sono stati determinati dall'importante storiografia locale, sviluppatasi a riguardo. L'analisi di una guerra totale, che s'inasprisce in quel periodo per l'Italia, caratterizzata da bombardamenti, fame, sfollamento. Una Resistenza che, come ha specificato la professoressa, si distingue nel nostro Paese fra quella effettuata da civili, e da militari, come nel caso di Barletta, durante i suoi dodici giorni di occupazione nazista. Durante questa guerra le strutture familiari sono dilaniate, anche per la distanza degli uomini da casa, di cui non si sapeva niente per lunghi periodi. Nel '43 per il Sud inizia anche l'occupazione degli anglo-americani, di liberazione, tuttavia arrecando anche i suoi problemi: cresce la microcriminalità, il re, fuggito vigliaccamente a Brindisi, e il Governo sono solo dei fantocci, le violenze, i soprusi, gli stereotipi.
Gli stereotipi sono stati al centro della corposa relazione di Adolfo Mignemi, storico e docente all'Accademia di Belle Arti di Torino, parlando degli strumenti di propaganda e immagini utilizzati in tempo di guerra sia dal regine fascista sia dai nazisti, con immagini stereotipate dei territori occupati anche in Africa.
L'incontro si è concluso con l'intervento del prof. Roberto Tarantino, dirigente scolastico e presidente dell'ANPI-Bat, ricordando l'impegno dei suoi genitori, per riesumare l'importanza di quella resistenza barlettana, agli ordini di suo nonno col. Francesco Grasso, valendo la medaglia d'oro per Barletta.
Al termine è stato proiettato un cortometraggio per ricordare il partigiano barlettano Francesco Gammarota, detto Brancaleone, e Anna Mascherini che gli salvò la vita, sacrificando la sua.