Eventi
I giovani barlettani dimenticati che hanno fatto la storia
Presentato il libro «Fuori sacco» di Luigi Dicuonzo. Il libro è un tentativo di recuperare tante storie dimenticate
Barletta - venerdì 26 novembre 2010
12.51
Giovedì 18 novembre, ore 19, presso la sala rossa del Castello Svevo di Barletta, si è tenuta la presentazione – dibattito sul nuovo libro di Luigi Dicuonzo dal titolo «Fuori Sacco» (Ed. Rotas), ci eravamo già occupati di questa manifestazione ( ).Ma cosa significa «fuori sacco»?. In realtà è una metafora che sta ad indicare tutte quelle storie dei tanti barlettani che dopo l'8 settembre del 1943 contribuirono a fare la storia della resistenza alle truppe naziste che invasero Barletta, ed il sacco rappresenta l'oblìo da cui queste storie sono state tirate fuori e raccontate dal prof. Luigi Dicuonzo.
Come ha fatto notare il prof. Ottavio Marzocca, dell'Università degli Studi A. Moro Di Bari, non può esistere una storia nazionale che non passi dalla storia locale, ed in questo caso Barletta è stato un esempio.Il libro infatti ci racconta come l'eccidio dei dodici vigili urbani e netturbini non fu l'unico episodio che avvenne in quei giorni. A Barletta ci fu una disperata battaglia contro i nazisti, che costò la vita a 90 persone,tra civili e militari. Un esempio? Nicola Sernia, militare barlettano, che dopo l'8 settembre rifiutò di entrare nella repubblica di Salò, divenendo precursore delle formazioni partigiane, morto in combattimento, e a cui è stata intitolata la caserma di Foggia, ma a Barletta non gli è stata intitolata neanche una via.
Altri giovani barlettani come Alfredo Casardi, combattente nella guerra civile spagnola, a cui è intitolato il liceo classico di Barletta, o i cugini Ventrella, partigiani barlettani, impiccati dai fascisti di Salò, nel nord Italia. Il libro rende giustizia alla storia barlettana recente e ai suoi tanti coraggiosi cittadini, chi si ricorda ad esempio che la «brigata Barletta» era una formazione di volontari al seguito di Garibaldi? Non dimentichiamo che tutti queste storie contenute nel libro, parlano di persone normali, che non avrebbero mai immaginato di fare la storia con le loro scelte. Molti di loro erano ragazzi, e soprattutto ai giovani il libro è dedicato. Ma ho notato che nonostante l'interessante dibattito, nella sala rossa i giovani si potevano contare sulle dita di una mano. La sala era gremita, ma l'età media era alta. Forse i giovani barlettani ritengono che la storia della loro città sia noiosa, o che si riduca solo alla Disfida di Barletta. Ma se l'evento fosse stato pubblicizzato anche su facebook, i giovani sarebbero accorsi?
Forse l'orario (le 19) era scomodo per le abitudini del giovane medio , che a quell'ora dovrebbe studiare, o fare shopping? A mio parere dovrebbe essere fatto conosce anche nelle scuole barlettane.
Sono intervenuti:
prof.Ottavio Marzocca - Università degli Studi "A. Moro", Bari
dott. Renato Russo – editore
prof.Luigi Dicuonzo – responsabile Archivio Resistenza e Memoria
ing. Nicola Maffei – sindaco del Comune di Barletta
coordinatore: prof. Roberto Tarantino
Come ha fatto notare il prof. Ottavio Marzocca, dell'Università degli Studi A. Moro Di Bari, non può esistere una storia nazionale che non passi dalla storia locale, ed in questo caso Barletta è stato un esempio.Il libro infatti ci racconta come l'eccidio dei dodici vigili urbani e netturbini non fu l'unico episodio che avvenne in quei giorni. A Barletta ci fu una disperata battaglia contro i nazisti, che costò la vita a 90 persone,tra civili e militari. Un esempio? Nicola Sernia, militare barlettano, che dopo l'8 settembre rifiutò di entrare nella repubblica di Salò, divenendo precursore delle formazioni partigiane, morto in combattimento, e a cui è stata intitolata la caserma di Foggia, ma a Barletta non gli è stata intitolata neanche una via.
Altri giovani barlettani come Alfredo Casardi, combattente nella guerra civile spagnola, a cui è intitolato il liceo classico di Barletta, o i cugini Ventrella, partigiani barlettani, impiccati dai fascisti di Salò, nel nord Italia. Il libro rende giustizia alla storia barlettana recente e ai suoi tanti coraggiosi cittadini, chi si ricorda ad esempio che la «brigata Barletta» era una formazione di volontari al seguito di Garibaldi? Non dimentichiamo che tutti queste storie contenute nel libro, parlano di persone normali, che non avrebbero mai immaginato di fare la storia con le loro scelte. Molti di loro erano ragazzi, e soprattutto ai giovani il libro è dedicato. Ma ho notato che nonostante l'interessante dibattito, nella sala rossa i giovani si potevano contare sulle dita di una mano. La sala era gremita, ma l'età media era alta. Forse i giovani barlettani ritengono che la storia della loro città sia noiosa, o che si riduca solo alla Disfida di Barletta. Ma se l'evento fosse stato pubblicizzato anche su facebook, i giovani sarebbero accorsi?
Forse l'orario (le 19) era scomodo per le abitudini del giovane medio , che a quell'ora dovrebbe studiare, o fare shopping? A mio parere dovrebbe essere fatto conosce anche nelle scuole barlettane.
Sono intervenuti:
prof.Ottavio Marzocca - Università degli Studi "A. Moro", Bari
dott. Renato Russo – editore
prof.Luigi Dicuonzo – responsabile Archivio Resistenza e Memoria
ing. Nicola Maffei – sindaco del Comune di Barletta
coordinatore: prof. Roberto Tarantino