Viva
I don Chisciotte che confondono il lavoro che non c'è con i mulini a vento
La nota di Emanuele Porcelluzzi. Sesta provincia pugliese, concorsi, polveroni, etc.
Barletta - martedì 8 febbraio 2011
Ormai la crisi dai centri industriali si è estesa alla periferia, creando problemi in un mondo lavorativo già precario e aggravato dalla circostanza di essere piccolo per quanto concerne l'entità e fragile nella sua intima essenza. Esposto alle cattive condizioni meteorologiche del lavoro, perché privo di protezione e il riferimento va subito agli ammortizzatori sociali, che non cautelano tutti ma solo talune categorie di lavoratori. Non è un caso isolato, purtroppo, il polverone che si è sollevato intorno al concorso, indetto dalla sesta provincia pugliese, le cui linee guida non sono state improntate, del tutto, alla chiarezza, sollevando presto legittime proteste, seguite dalla richiesta di ottenere esaurienti spiegazioni.
Quanto è accaduto deve risuonare come un monito, perché devono essere evitati, a causa di un personale, anzi personalissimo, modo di intendere la politica, i ricorsi alla Magistratura, quale essa sia, per tutelare il primo dei diritti costituzionali ossia il lavoro attraverso un percorso rigoroso e di percepita legalità. Poi come per riparare o farsi perdonare la marachella, si sono indossati i panni del prestigiatore, incanutito ma con tanto mestiere e abilità, che trae, dal suo cappello a cilindro, in una sequenza incalzante i bianchi volatili, - da lui abilmente nascosti tra i suo panni, indossati con eleganza -, e che vanno identificati con quelle occasioni di lavoro, appellate ora con una terminologia particolarmente tecnica che lascia di stucco gli interessati e dove furoreggia la lingua madre ovvero l'inglese, tanto da far esclamare:"L'inglese non è padre a me", espressione mutuata in piccolissima parte da "Miseria e nobiltà".
Il lavoro, in tale circostanza, non è certo che arrivi e se arriverà, dove e quando saranno impiegati, coloro che sono alla ricerca del primo impiego? Perché pare che enti storici come quelli della formazione professionale stanno per andare in quiescenza e, tra l'altro, ciò non dovrebbe meravigliare nessuno più di tanto, in virtù del fatto che il tasso di occupazione, in Italia, è sceso al 53% ed è più basso solo in Ungheria, Turchia e Messico, e, in Puglia, il tasso di disoccupazione è tale da non essere motivo di starsene allegri a causa del suo numero un po' alto, e che diminuisca è un fatto solo affidato ad un evento piuttosto miracoloso, perché la crisi, in Italia, rischia una lunga depressione. Il federalismo, quello fiscale, se terrà conto dell'aspetto solidale, potrebbe portare, nell'ambito dell'amministrazione pubblica, il senso della responsabilità, per cui anche le occasioni di lavoro, sostenute dai finanziamenti europei, entrerebbero nell'ottica di una centralizzazione antidispersiva dei medesimi, e, nel caso, di una finanza pubblica allegra o involontariamente distratta, spetterebbe al cittadino, sanzionarla con l'esprimere un voto libero senza alcuna pressione: uno dei modi per cambiare la società e i suoi non specchiati costumi.
Quanto è accaduto deve risuonare come un monito, perché devono essere evitati, a causa di un personale, anzi personalissimo, modo di intendere la politica, i ricorsi alla Magistratura, quale essa sia, per tutelare il primo dei diritti costituzionali ossia il lavoro attraverso un percorso rigoroso e di percepita legalità. Poi come per riparare o farsi perdonare la marachella, si sono indossati i panni del prestigiatore, incanutito ma con tanto mestiere e abilità, che trae, dal suo cappello a cilindro, in una sequenza incalzante i bianchi volatili, - da lui abilmente nascosti tra i suo panni, indossati con eleganza -, e che vanno identificati con quelle occasioni di lavoro, appellate ora con una terminologia particolarmente tecnica che lascia di stucco gli interessati e dove furoreggia la lingua madre ovvero l'inglese, tanto da far esclamare:"L'inglese non è padre a me", espressione mutuata in piccolissima parte da "Miseria e nobiltà".
Il lavoro, in tale circostanza, non è certo che arrivi e se arriverà, dove e quando saranno impiegati, coloro che sono alla ricerca del primo impiego? Perché pare che enti storici come quelli della formazione professionale stanno per andare in quiescenza e, tra l'altro, ciò non dovrebbe meravigliare nessuno più di tanto, in virtù del fatto che il tasso di occupazione, in Italia, è sceso al 53% ed è più basso solo in Ungheria, Turchia e Messico, e, in Puglia, il tasso di disoccupazione è tale da non essere motivo di starsene allegri a causa del suo numero un po' alto, e che diminuisca è un fatto solo affidato ad un evento piuttosto miracoloso, perché la crisi, in Italia, rischia una lunga depressione. Il federalismo, quello fiscale, se terrà conto dell'aspetto solidale, potrebbe portare, nell'ambito dell'amministrazione pubblica, il senso della responsabilità, per cui anche le occasioni di lavoro, sostenute dai finanziamenti europei, entrerebbero nell'ottica di una centralizzazione antidispersiva dei medesimi, e, nel caso, di una finanza pubblica allegra o involontariamente distratta, spetterebbe al cittadino, sanzionarla con l'esprimere un voto libero senza alcuna pressione: uno dei modi per cambiare la società e i suoi non specchiati costumi.