Territorio
"Goletta Verde", 13 zone inquinate in Puglia secondo i dati diffusi da Legambiente
Numeri resi noti ieri in conferenza stampa a Bari. Tre i punti soggetti a inquinamento nella Sesta Provincia
Barletta - mercoledì 1 agosto 2012
Sono 13 sui 20 esaminati i punti risultati critici in Puglia, di cui tre nella provincia Barletta-Andria-Trani. Questo il dato principale ricavato dalla tappa pugliese della Goletta Verde di Legambiente, "approdata" ieri mattina a Bari dopo le soste di Gallipoli e Trani. I risultati delle indagini effettuate dai biologi dell'ente ambientalista più famoso d'Italia sono stati resi durante una conferenza stampa, alla quale hanno preso parte Stefano Ciafani, Vice presidente di Legambiente, Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia, Fabiano Amati, Assessore ai Lavori pubblici e Protezione civile della Regione Puglia e Giorgio Assennato, Direttore Generale ARPA Puglia. Dieci campioni sono risultati "fortemente inquinati", tre i punti "inquinati". Sotto accusa ancora una volta foci dei fiumi e canali, che dimostrano le carenze depurative soprattutto dei comuni interni, ma anche scarichi non depurati adeguatamente da impianti di trattamento attivi.
I biologi di Legambiente comunque hanno rilevato la presenza di situazioni critiche diffuse su tutto territorio regionale, segnalate agli enti locali proprio per risalire alle fonti di inquinamento da rimuovere. A partire dal capoluogo regionale, dove, come punto inquinato si riconferma per l'ennesima volta anche quest'anno, "Pane e Pomodoro", sul lungomare A. Perotti. Valori batteriologici superiori ai limiti di legge sono stati riscontrati in cinque punti campionati nella provincia di Taranto. Nel comune di Castellaneta Marina, in località Romanazzi, presso la foce del fiume Lato, sita all'interno della Riserva Statale Stornara, il prelievo compiuto dai tecnici di Goletta Verde decreta che le acque sono fortemente inquinate. Forte inquinamento è stato evidenziato anche nel comune di Palagiano, presso la foce del fiume Lenne. Ancora guai nel comune di Pulsano, in località Marina di Pulsano, nei pressi dello scarico del depuratore ed a Lizzano, nei pressi del Canale dei Cupi, dove è stata rilevata abbondante presenza di fioriture algali e di rifiuti: entrambi i prelievi hanno rilevato la presenza di acque fortemente inquinate. Sempre nel tarantino, nel comune di Massafra, il campionamento condotto presso la foce del fiume Patemisco all'interno della Riserva Naturale Biogenetica Stornara, ha rilevato acqua inquinata,caratterizzata anche da una particolare consistenza oleosa.
Esaminando la zona di Brindisi e dei comuni della sua provincia, i biologi di Goletta Verde hanno evidenziato tre punti critici, di cui due sono risultati fortemente inquinati. Nel dettaglio, il primo dei due punti a maggior presenza batterica si trova proprio nel comune di Brindisi, in località Torre Testa, presso il Canale Gianicola, dove sono stati trovati anche rifiuti di ogni genere e numerose fioriture algali, ed il secondo a Fasano, in località La Forcatella, dove al momento del prelievo effettuato nei pressi dello scarico del depuratore l'area era caratterizzata da uno sgradevolissimo odore di acque di fognatura. Il terzo campionamento, è stato realizzato nel comune di Carovigno, in località Torre Guaceto, dove il prelievo compiuto presso la Foce Canale Reale è risultato inquinato, a tutto danno dell'Area marina protetta.
Ancora criticità nella provincia di BT, dove tre campionamenti realizzati indicano la presenza di acque fortemente inquinate. Al momento del prelievo eseguito nel comune di Bisceglie, in località Torre Calderina, nei pressi dello scarico a mare del depuratore, l'acqua, risultata fortemente inquinata, era di colore marrone e ricoperta da abbondanti schiume, tutta l'area contraddistinta da un forte odore di fognatura e la costa in una situazione di evidente degrado. Parimenti aMargherita di Savoia, il campionamento realizzato alla foce dell'Ofanto indica che le acque sono fortemente inquinate. Nel comune di Trani, il campionamento effettuato presso lo scarico che insiste sotto l'arco nei pressi della Villa Comunale sul Lungomare Piazzale Chiarelli, riporta anche quest'anno valori di inquinamento microbiologico talmente alti da risultare non quantificabili. Spostando il focus sulla provincia di Foggia, nel comune di Zapponeta, in località Foggiamare-Lido Rivoli, presso la foce Torrente Carapelle, la situazione non migliora: anche qui le acque vengono classificate come fortemente inquinate.
«Anche in Puglia non possiamo che evidenziare la situazione di inquinamento causata da alcune foci e da scarichi fognari non a norma - ha dichiarato a margine della conferenza Stefano Ciafani, Vicepresidente di Legambiente -. Il nostro monitoraggio conferma quanto già emerso dai dati dell'Istat secondo cui la Puglia con il 60% è la quartultima regione d'Italia per percentuale di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione. Si tratta di un dato inferiore alla già modesta media nazionale del 76% ed addirittura più basso del 66% su cui si attestano le altre regioni del Sud e le Isole».
«I dati di Goletta Verde confermano lo scenario emerso in Puglia sul fronte del contrasto da parte della magistratura alla mancata o inadeguata depurazione - commenta Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia - L'operazione Dirty water dello scorso maggio di Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto coordinata dalla Procura di Trani mette infatti in evidenza che il problema non sta solo nell'assenza di depurazione ma anche nel non corretto funzionamento degli impianti esistenti. Alla luce di tutto questo - conclude Tarantini - ci appelliamo alla Regione affinché metta in campo le risorse umane ed economiche necessarie al controllo del corretto funzionamento degli impianti esistenti, oltre a definire una strategia concreta per garantire a tutta la popolazione pugliese un'adeguata copertura fognaria e depurativa».
L'incontro di ieri ha rappresentato inoltre l'occasione per approfondire a livello regionale la tematica dell'inquinamento microbiologico. Una imponente minaccia difatti avanza all'orizzonte: in Italia 30.000 km quadri di mare sono nel mirino di nuovi insediamenti di piattaforme petrolifere, un dato evidenziato da Legambiente nel dossier "Trivella Selvaggia".
(Twitter: @GuerraLuca88)
I biologi di Legambiente comunque hanno rilevato la presenza di situazioni critiche diffuse su tutto territorio regionale, segnalate agli enti locali proprio per risalire alle fonti di inquinamento da rimuovere. A partire dal capoluogo regionale, dove, come punto inquinato si riconferma per l'ennesima volta anche quest'anno, "Pane e Pomodoro", sul lungomare A. Perotti. Valori batteriologici superiori ai limiti di legge sono stati riscontrati in cinque punti campionati nella provincia di Taranto. Nel comune di Castellaneta Marina, in località Romanazzi, presso la foce del fiume Lato, sita all'interno della Riserva Statale Stornara, il prelievo compiuto dai tecnici di Goletta Verde decreta che le acque sono fortemente inquinate. Forte inquinamento è stato evidenziato anche nel comune di Palagiano, presso la foce del fiume Lenne. Ancora guai nel comune di Pulsano, in località Marina di Pulsano, nei pressi dello scarico del depuratore ed a Lizzano, nei pressi del Canale dei Cupi, dove è stata rilevata abbondante presenza di fioriture algali e di rifiuti: entrambi i prelievi hanno rilevato la presenza di acque fortemente inquinate. Sempre nel tarantino, nel comune di Massafra, il campionamento condotto presso la foce del fiume Patemisco all'interno della Riserva Naturale Biogenetica Stornara, ha rilevato acqua inquinata,caratterizzata anche da una particolare consistenza oleosa.
Esaminando la zona di Brindisi e dei comuni della sua provincia, i biologi di Goletta Verde hanno evidenziato tre punti critici, di cui due sono risultati fortemente inquinati. Nel dettaglio, il primo dei due punti a maggior presenza batterica si trova proprio nel comune di Brindisi, in località Torre Testa, presso il Canale Gianicola, dove sono stati trovati anche rifiuti di ogni genere e numerose fioriture algali, ed il secondo a Fasano, in località La Forcatella, dove al momento del prelievo effettuato nei pressi dello scarico del depuratore l'area era caratterizzata da uno sgradevolissimo odore di acque di fognatura. Il terzo campionamento, è stato realizzato nel comune di Carovigno, in località Torre Guaceto, dove il prelievo compiuto presso la Foce Canale Reale è risultato inquinato, a tutto danno dell'Area marina protetta.
Ancora criticità nella provincia di BT, dove tre campionamenti realizzati indicano la presenza di acque fortemente inquinate. Al momento del prelievo eseguito nel comune di Bisceglie, in località Torre Calderina, nei pressi dello scarico a mare del depuratore, l'acqua, risultata fortemente inquinata, era di colore marrone e ricoperta da abbondanti schiume, tutta l'area contraddistinta da un forte odore di fognatura e la costa in una situazione di evidente degrado. Parimenti aMargherita di Savoia, il campionamento realizzato alla foce dell'Ofanto indica che le acque sono fortemente inquinate. Nel comune di Trani, il campionamento effettuato presso lo scarico che insiste sotto l'arco nei pressi della Villa Comunale sul Lungomare Piazzale Chiarelli, riporta anche quest'anno valori di inquinamento microbiologico talmente alti da risultare non quantificabili. Spostando il focus sulla provincia di Foggia, nel comune di Zapponeta, in località Foggiamare-Lido Rivoli, presso la foce Torrente Carapelle, la situazione non migliora: anche qui le acque vengono classificate come fortemente inquinate.
«Anche in Puglia non possiamo che evidenziare la situazione di inquinamento causata da alcune foci e da scarichi fognari non a norma - ha dichiarato a margine della conferenza Stefano Ciafani, Vicepresidente di Legambiente -. Il nostro monitoraggio conferma quanto già emerso dai dati dell'Istat secondo cui la Puglia con il 60% è la quartultima regione d'Italia per percentuale di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione. Si tratta di un dato inferiore alla già modesta media nazionale del 76% ed addirittura più basso del 66% su cui si attestano le altre regioni del Sud e le Isole».
«I dati di Goletta Verde confermano lo scenario emerso in Puglia sul fronte del contrasto da parte della magistratura alla mancata o inadeguata depurazione - commenta Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia - L'operazione Dirty water dello scorso maggio di Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto coordinata dalla Procura di Trani mette infatti in evidenza che il problema non sta solo nell'assenza di depurazione ma anche nel non corretto funzionamento degli impianti esistenti. Alla luce di tutto questo - conclude Tarantini - ci appelliamo alla Regione affinché metta in campo le risorse umane ed economiche necessarie al controllo del corretto funzionamento degli impianti esistenti, oltre a definire una strategia concreta per garantire a tutta la popolazione pugliese un'adeguata copertura fognaria e depurativa».
L'incontro di ieri ha rappresentato inoltre l'occasione per approfondire a livello regionale la tematica dell'inquinamento microbiologico. Una imponente minaccia difatti avanza all'orizzonte: in Italia 30.000 km quadri di mare sono nel mirino di nuovi insediamenti di piattaforme petrolifere, un dato evidenziato da Legambiente nel dossier "Trivella Selvaggia".
(Twitter: @GuerraLuca88)