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Scuola e Lavoro

Gli studenti di Barletta raccontano il loro ritorno tra i banchi di scuola

Con un lento ma graduale ritorno alla normalità per la situazione legata alla pandemia: sentiamo le loro voci

«Si torna alla normalità». Una frase usata, forse anche abusata, nel corso degli ultimi ventiquattro mesi. Più precisamente, da quando l'incubo covid-19 ha preso posizione nella quotidianità di tutti gli italiani, a fine febbraio 2020. Dopo mesi di emergenza sanitaria, lockdown, effetti della pandemia, precauzioni e momenti tristi, pian piano si cerca di recuperare un senso di tranquillità e serenità.

Molti lo hanno già fatti, tanti altri lo faranno ancora, all'alba di un nuovo anno. Da qualche giorno gli studenti di Barletta sono tornati a scuola per il nuovo anno scolastico. Per loro, che hanno presto imparato a far coincidere il termine "Covid-19" con il termine "Didattica a distanza", il ritorno negli istituti scolastici cittadini ha tutto un altro sapore. Quello della riconquista di un diritto che gli era stato sottratto.

Luca ci dice che «Stiamo tornando alla normalità e questo fa sempre bene. Non è facile, perché ci eravamo abituati ad una nuova quotidianità, ma ora siamo molto più liberi, senza mascherine e con maggiore contatto e più socialità tra di noi. Stiamo facendo passi avanti e pian piano stiamo tornando alla normalità».

Gaia, invece, tenta una panoramica più ampia. «Dopo lo scorso anno scolastico, finalmente siamo tornati alla normalità. La scomparsa dell'obbligo della mascherina, che spesso limitava la comunicazione tra docenti e studenti, ed i banchi che tornano ad essere uniti a gruppi di due o di tre è una grande riconquista. Così come torneranno le altre abitudini, sarà concesso l'intervallo all'esterno della scuola e la condivisione degli spazi comuni. La responsabilità e la prudenza sono gli strumenti principali per poter affrontare questo anno scolastico con la sensazione di aver fatto un salto indietro di tre anni».

Infine, Michela. «È stato molto bello tornare a scuola e tornare ad abbracciarci con i vecchi compagni di classe. Penso che, in questo momento, è quello che serve: affetto e vicinanza per allontanare i pensieri negativi legati alla pandemia».
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