Eventi
Garanzia Giovani, «un’iniezione di fiducia per i ragazzi proiettati al lavoro»
Il programma spiegato da Romano Benini, consulente per le politiche del lavoro del governo Renzi
Barletta - sabato 20 dicembre 2014
Il lavoro che c'è. Questa è l'aspettativa che offre il programma europeo "Youth Guarantee", divenuto per l'Italia "Garanzia Giovani", piano che incentiva l'occupabilità rivolto ai cosiddetti Neet, acronimo di "Not in Education, Employment or Training", giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in alcun tipo di percorso formativo, tra i 15 e i 29 anni. Dopo un primo appuntamento curato dal consigliere regionale Ruggiero Mennea nel mese di maggio per spiegare le opportunità offerte dal programma, ieri si è svolto un incontro presso il liceo "Cafiero" di Barletta per spiegare opportunità, norme e prospettive per il territorio.
Il primo intervento dal titolo "Il lavoro in Puglia: dal Piano straordinario del lavoro a Garanzia Giovani" è stato a cura di Giuseppe Lella, Dirigente Servizio Lavoro Regione Puglia: «La Regione Puglia è partita subito con Garanzia Giovani, già dal 1 maggio, anche se le indicazioni del Ministero del Lavoro sono arrivate solo a luglio e quindi il programma è realmente partito a settembre. Garanzia Giovani si impegna nella valutazione di cosa il giovane sa fare, nella prima fase che viene gestita dai centri per l'impiego. Su 22mila giovani iscritti al portale, più di 14mila sono già stati presi in carico. Le misure previste si articolano in tre tipi di possibilità: prima di tutto tornare a scuola, le statistiche dicono che i giovani privi di un titolo sono soggetti debolissimi nel mercato del lavoro; la seconda opzione è avviare un percorso formativo finalizzato all'assunzione; infine creare un'opportunità di ingresso nel mondo del lavoro. Garanzia Giovani non offre posti di lavoro, con le politiche attive possiamo solo rendere i giovani più occupabili e favorire un percorso di conoscenza tra giovani e mondo del lavoro, tra domanda e offerta». Tra gli strumenti offerti dal programma, vengono proposti quindi anche corsi di formazione finalizzati alla preparazione e all'avviamento al lavoro, ma questo non è stato esente da alcune critiche. «Altro aspetto è che possa cessare la pratica dei corsi di formazione privi di finalità – ha sottolineato Lella - poiché i costi verranno dei corsi coperti solo al 70%, il restante 30% sarà rimborsato solo se entro 60 giorni il giovane avrà trovato un'occupazione». Una delle caratteristiche più importanti evidenziate è la direzione specifica del programma verso i contratti a tempo indeterminato: «Il 78% dei contratti di lavoro in Puglia sono a tempo determinato. Obiettivo di Garanzia Giovani è favorire un'inversione di tendenza, prevedendo rimborsi solo per quelle imprese che assumono a tempo indeterminato».
"Tutela previdenziale e opportunità: voucher, bonus occupazionale" è stato il titolo dell'intervento di Natale Cortese, funzionario dell'INPS di Andria: «Come INPS siamo interessati in Garanzia Giovani per quanto riguarda l'erogazione del bonus occupazionale. A seguito del colloquio, una volta rilevate le capacità, le conoscenze e le esperienze lavorative pregresse, i giovani vengono profilati in quattro classi: bassa difficoltà di assunzione, media difficoltà, alta e molto alta. L'INPS interviene per erogare questo bonus per coloro che assumono giovani anche per rapporti part time, oltre che full time, purché siano a tempo indeterminato, con un bonus superiore. I datori di lavoro che hanno volontà di assumere a tempo indeterminato devono utilizzare l'applicazione DiResCo nel sottosistema GaGi, e potranno usufruire di un bonus che va da 1500 a 6000 euro, che si attua per chi assume giovani con una difficoltà molto alta di occupabilità».
«Ci muoviamo su un terreno arido su cui si intrecciano problematiche legate a un vecchio modo di pensare il lavoro, e perciò è difficile superare questo steccato per alzare lo sguardo verso il futuro» è quanto ha spiegato Ruggiero Mennea, consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Regione Puglia, in un intervento intitolato "Incentivi e progettualità: donne, giovani e ricollocazione". «Manca una presa di coscienza rispetto al momento storico in cui viviamo: la mancanza di lavoro viene usata troppo spesso come capro espiatorio per mascherare una pigrizia latente. La disoccupazione giovanile è al 26% in Europa: è chiaro che ci troviamo davanti a un problema non solo italiano, ma europeo. Si è elaborato un piano straordinario con cospicui finanziamenti in tutti i 28 paesi europei. La nuova sfida è cambiare il sistema della occupabilità. L'ente pubblico prende per mano i giovani e li accompagna verso un nuovo posto nel mondo del lavoro. Il sistema deve funzionare con l'obiettivo di stimolare tutti i giovani sfiduciati, disinformati, disorientati e dotarli di tutti gli strumenti esistenti per avvicinarli al mercato del lavoro».
«Ma non possiamo fermarci qui – ha tenuto a sottolineare il consigliere barlettano Mennea – andando oltre le misure per i giovani, la politica adesso deve prendere in carico anche quel segmento di popolazione tra i 40 e i 50 anni che hanno perso il lavoro, per non sfociare in fenomeni di degrado sociale come ludopatia, depressione. Ora la politica ha acceso il primo faro rivolto a migliaia di giovani, con uno strumento che può dare ai ragazzi un'iniezione di fiducia, e deve attivarsi per incentivare un sistema che diventi virtuoso. Ma il metodo, per essere efficiente, deve passare attraverso un radicale cambiamento culturale. Adesso occorre creare una connessione tra le esigenze reali e la burocrazia, che dovrebbe essere più smart, e su questo molto deve fare la politica superando la barriera di sfiducia».
Le conclusioni sono state a cura di Romano Benini, Referente UPI e Docente di Politiche del Lavoro, oltre che consulente per le politiche del lavoro del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. «In questi anni il nostro paese non ha fatto ciò che l'Europa chiedeva per far funzionare il mercato del lavoro. Con Garanzia Giovani si lancia il sasso per far capire che esiste un percorso univoco, l'unico da percorrere. Negli anni recenti ha regnato una cultura politica e sindacale che non ha creduto nello sviluppo del mercato del lavoro: in questo Garanzia Giovani è fondamentale, perché è il primo passo, partiranno di seguito programmi per coloro che hanno sussidi di disoccupazione, che in Italia sono più di un milione. In Italia ci sono 3 milioni di disoccupati: oggi il programma riguarda i giovani, domani riguarderà chi perde il lavoro. Un lavoratore che ha perso il lavoro potrà essere preso in carico dai Centri per l'Impiego e viene poi avviata una procedura di reinserimento al lavoro. E' uno strumento nuovo che già funziona bene in Germania, e qualcosa di simile dovrebbe partire anche in Italia nel 2015, come strumento di affiancamento al lavoratore disoccupato.
«Non c'è più il cosiddetto "posto" – ha concluso Benini - si torna al lavoro con la propria identità e le proprie competenze. In Garanzia Giovani sono già 300mila i ragazzi iscritti, ma si tratta per la maggior parte di diplomati e laureati, ora occorre avvicinare il programma a quella grande fetta di giovani lontani dai percorsi professionali. Ci sono quattro miliardi di euro che ci concede l'Unione Europea: Garanzia Giovani è un'azione di sistema che tiene insieme più parti, mette insieme governo, regioni e territorio. Lavoriamo perché i giovani siano liberi di scegliere il proprio futuro».
Il primo intervento dal titolo "Il lavoro in Puglia: dal Piano straordinario del lavoro a Garanzia Giovani" è stato a cura di Giuseppe Lella, Dirigente Servizio Lavoro Regione Puglia: «La Regione Puglia è partita subito con Garanzia Giovani, già dal 1 maggio, anche se le indicazioni del Ministero del Lavoro sono arrivate solo a luglio e quindi il programma è realmente partito a settembre. Garanzia Giovani si impegna nella valutazione di cosa il giovane sa fare, nella prima fase che viene gestita dai centri per l'impiego. Su 22mila giovani iscritti al portale, più di 14mila sono già stati presi in carico. Le misure previste si articolano in tre tipi di possibilità: prima di tutto tornare a scuola, le statistiche dicono che i giovani privi di un titolo sono soggetti debolissimi nel mercato del lavoro; la seconda opzione è avviare un percorso formativo finalizzato all'assunzione; infine creare un'opportunità di ingresso nel mondo del lavoro. Garanzia Giovani non offre posti di lavoro, con le politiche attive possiamo solo rendere i giovani più occupabili e favorire un percorso di conoscenza tra giovani e mondo del lavoro, tra domanda e offerta». Tra gli strumenti offerti dal programma, vengono proposti quindi anche corsi di formazione finalizzati alla preparazione e all'avviamento al lavoro, ma questo non è stato esente da alcune critiche. «Altro aspetto è che possa cessare la pratica dei corsi di formazione privi di finalità – ha sottolineato Lella - poiché i costi verranno dei corsi coperti solo al 70%, il restante 30% sarà rimborsato solo se entro 60 giorni il giovane avrà trovato un'occupazione». Una delle caratteristiche più importanti evidenziate è la direzione specifica del programma verso i contratti a tempo indeterminato: «Il 78% dei contratti di lavoro in Puglia sono a tempo determinato. Obiettivo di Garanzia Giovani è favorire un'inversione di tendenza, prevedendo rimborsi solo per quelle imprese che assumono a tempo indeterminato».
"Tutela previdenziale e opportunità: voucher, bonus occupazionale" è stato il titolo dell'intervento di Natale Cortese, funzionario dell'INPS di Andria: «Come INPS siamo interessati in Garanzia Giovani per quanto riguarda l'erogazione del bonus occupazionale. A seguito del colloquio, una volta rilevate le capacità, le conoscenze e le esperienze lavorative pregresse, i giovani vengono profilati in quattro classi: bassa difficoltà di assunzione, media difficoltà, alta e molto alta. L'INPS interviene per erogare questo bonus per coloro che assumono giovani anche per rapporti part time, oltre che full time, purché siano a tempo indeterminato, con un bonus superiore. I datori di lavoro che hanno volontà di assumere a tempo indeterminato devono utilizzare l'applicazione DiResCo nel sottosistema GaGi, e potranno usufruire di un bonus che va da 1500 a 6000 euro, che si attua per chi assume giovani con una difficoltà molto alta di occupabilità».
«Ci muoviamo su un terreno arido su cui si intrecciano problematiche legate a un vecchio modo di pensare il lavoro, e perciò è difficile superare questo steccato per alzare lo sguardo verso il futuro» è quanto ha spiegato Ruggiero Mennea, consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Regione Puglia, in un intervento intitolato "Incentivi e progettualità: donne, giovani e ricollocazione". «Manca una presa di coscienza rispetto al momento storico in cui viviamo: la mancanza di lavoro viene usata troppo spesso come capro espiatorio per mascherare una pigrizia latente. La disoccupazione giovanile è al 26% in Europa: è chiaro che ci troviamo davanti a un problema non solo italiano, ma europeo. Si è elaborato un piano straordinario con cospicui finanziamenti in tutti i 28 paesi europei. La nuova sfida è cambiare il sistema della occupabilità. L'ente pubblico prende per mano i giovani e li accompagna verso un nuovo posto nel mondo del lavoro. Il sistema deve funzionare con l'obiettivo di stimolare tutti i giovani sfiduciati, disinformati, disorientati e dotarli di tutti gli strumenti esistenti per avvicinarli al mercato del lavoro».
«Ma non possiamo fermarci qui – ha tenuto a sottolineare il consigliere barlettano Mennea – andando oltre le misure per i giovani, la politica adesso deve prendere in carico anche quel segmento di popolazione tra i 40 e i 50 anni che hanno perso il lavoro, per non sfociare in fenomeni di degrado sociale come ludopatia, depressione. Ora la politica ha acceso il primo faro rivolto a migliaia di giovani, con uno strumento che può dare ai ragazzi un'iniezione di fiducia, e deve attivarsi per incentivare un sistema che diventi virtuoso. Ma il metodo, per essere efficiente, deve passare attraverso un radicale cambiamento culturale. Adesso occorre creare una connessione tra le esigenze reali e la burocrazia, che dovrebbe essere più smart, e su questo molto deve fare la politica superando la barriera di sfiducia».
Le conclusioni sono state a cura di Romano Benini, Referente UPI e Docente di Politiche del Lavoro, oltre che consulente per le politiche del lavoro del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. «In questi anni il nostro paese non ha fatto ciò che l'Europa chiedeva per far funzionare il mercato del lavoro. Con Garanzia Giovani si lancia il sasso per far capire che esiste un percorso univoco, l'unico da percorrere. Negli anni recenti ha regnato una cultura politica e sindacale che non ha creduto nello sviluppo del mercato del lavoro: in questo Garanzia Giovani è fondamentale, perché è il primo passo, partiranno di seguito programmi per coloro che hanno sussidi di disoccupazione, che in Italia sono più di un milione. In Italia ci sono 3 milioni di disoccupati: oggi il programma riguarda i giovani, domani riguarderà chi perde il lavoro. Un lavoratore che ha perso il lavoro potrà essere preso in carico dai Centri per l'Impiego e viene poi avviata una procedura di reinserimento al lavoro. E' uno strumento nuovo che già funziona bene in Germania, e qualcosa di simile dovrebbe partire anche in Italia nel 2015, come strumento di affiancamento al lavoratore disoccupato.
«Non c'è più il cosiddetto "posto" – ha concluso Benini - si torna al lavoro con la propria identità e le proprie competenze. In Garanzia Giovani sono già 300mila i ragazzi iscritti, ma si tratta per la maggior parte di diplomati e laureati, ora occorre avvicinare il programma a quella grande fetta di giovani lontani dai percorsi professionali. Ci sono quattro miliardi di euro che ci concede l'Unione Europea: Garanzia Giovani è un'azione di sistema che tiene insieme più parti, mette insieme governo, regioni e territorio. Lavoriamo perché i giovani siano liberi di scegliere il proprio futuro».