Servizi sociali
Francabandiera: «Il Registro delle Unioni civili rafforza l'idea di famiglia»
Il Vicesindaco difende il provvedimento
Barletta - domenica 6 aprile 2014
«Occorre dare risposte più equilibrate, coerenti al cambiamento, senza infingimenti, senza voltare lo sguardo dall'altra parte e magari far finta che nulla è cambiato, che la società è rimasta immune al cambiamento». Ad affermarlo è l'assessore alle politiche sociali e vicesindaco, Anna Rizzi Francabandiera, rispondendo alle copiose polemiche riguardo al Registro delle Unioni civili.
«È stato, appunto, osservando il cambiamento sociale, economico, culturale che il comune di Barletta ha voluto, con profonda convinzione, redigere e pubblicare il "Registro delle Unioni di fatto". In questi giorni si stanno consumando fiumi d'inchiostro su questa vicenda, con un taglio così trasversale che ha bisogno della giusta declinazione per rendere percepibile in tutta la sua onestà intellettuale un atto che rende tutti i cittadini uguali per una scelta che hanno diversamente compiuto.
Non credo sia giusto opporsi, a prescindere, alla costituzione del Registro delle Unioni di fatto come discriminatorio, senza uscire dalle proprie convinzioni. Perché dire di no a qualcosa che di fatto la città vive? E secondo chi dice che non aggiunge nulla, dove sta il problema?
L'Amministrazione non ha mai pensato di mettere in discussione la famiglia, anzi, credo vada nel senso opposto. L'iscrizione nel Registro ha l'obiettivo di rafforzare l'idea di famiglia e spinge a compiere un atto forte di condivisione fra le persone che formalmente esprimono legami di un percorso di vita insieme rendendole "famiglie anagrafiche", appunto come viene evidenziato ai sensi dell'articolo 4 del D.P.R. 223/1989.
L'Amministrazione con il Piano sociale di Zona 2014 – 2016 ha inteso mettere al centro della sua azione le famiglie dell'Ambito di Barletta, in coerenza con le priorità strategiche individuate dal Piano regionale delle Politiche sociali per il prossimo triennio. Pertanto, nel piano la famiglia è intesa quale risorsa da attivare, valorizzare e sostenere, tenendo presente il ruolo centrale che in essa svolgono in particolare le donne su cui ricade quasi sempre il carico di cura familiare. La città di Barletta, solo per citare alcune cifre, ha reperito 704.445,00 euro per l'infanzia, per le Cure Domiciliari Integrate per anziani 573.807,00 euro e per il progetto " Fidati dell'affido" 39.274,00 euro. Inoltre, il Piano sociale di Zona è stato incrementato di oltre 900.000,00 euro con fondi comunali.
Ognuno di noi, dal proprio osservatorio privilegiato, sa bene quante volte ci siamo imbattuti in situazione sgradevoli, in atti che si consumano nelle quattro mura domestiche di famiglie legittime, o che riguardano bambini rendendoli anelli sempre più deboli in balìa del volere di quel padre, madre, fratello o zio che risponde a quei canoni che tanto vengono sostenuti dalle associazioni. E' bene che tutti sappiano che spesso la condizione di vita è resa più aspra da una crisi economica e finanziaria diffusa soprattutto in quella fasce di basso reddito e che di fatto impedisce una vita decorosa. E' li che spesso verifichiamo unioni di fatto. Unioni di fatto che oltre a ritrovare una nuova vita affettiva stando insieme riescono ad alleviare le ristrettezze economiche. Che dire allora? Possiamo impedire o ancora peggio fare finta di nulla? Io credo proprio di no.
Moralmente mi sento vicina - conclude - a tutti coloro che vivono la famiglia come contesto di rispetto di solidarietà reciproca e di amore per se e per l'altro e con particolare attenzione verso i bambini, a prescindere dal vincolo giuridico sottoscritto.
«È stato, appunto, osservando il cambiamento sociale, economico, culturale che il comune di Barletta ha voluto, con profonda convinzione, redigere e pubblicare il "Registro delle Unioni di fatto". In questi giorni si stanno consumando fiumi d'inchiostro su questa vicenda, con un taglio così trasversale che ha bisogno della giusta declinazione per rendere percepibile in tutta la sua onestà intellettuale un atto che rende tutti i cittadini uguali per una scelta che hanno diversamente compiuto.
Non credo sia giusto opporsi, a prescindere, alla costituzione del Registro delle Unioni di fatto come discriminatorio, senza uscire dalle proprie convinzioni. Perché dire di no a qualcosa che di fatto la città vive? E secondo chi dice che non aggiunge nulla, dove sta il problema?
L'Amministrazione non ha mai pensato di mettere in discussione la famiglia, anzi, credo vada nel senso opposto. L'iscrizione nel Registro ha l'obiettivo di rafforzare l'idea di famiglia e spinge a compiere un atto forte di condivisione fra le persone che formalmente esprimono legami di un percorso di vita insieme rendendole "famiglie anagrafiche", appunto come viene evidenziato ai sensi dell'articolo 4 del D.P.R. 223/1989.
L'Amministrazione con il Piano sociale di Zona 2014 – 2016 ha inteso mettere al centro della sua azione le famiglie dell'Ambito di Barletta, in coerenza con le priorità strategiche individuate dal Piano regionale delle Politiche sociali per il prossimo triennio. Pertanto, nel piano la famiglia è intesa quale risorsa da attivare, valorizzare e sostenere, tenendo presente il ruolo centrale che in essa svolgono in particolare le donne su cui ricade quasi sempre il carico di cura familiare. La città di Barletta, solo per citare alcune cifre, ha reperito 704.445,00 euro per l'infanzia, per le Cure Domiciliari Integrate per anziani 573.807,00 euro e per il progetto " Fidati dell'affido" 39.274,00 euro. Inoltre, il Piano sociale di Zona è stato incrementato di oltre 900.000,00 euro con fondi comunali.
Ognuno di noi, dal proprio osservatorio privilegiato, sa bene quante volte ci siamo imbattuti in situazione sgradevoli, in atti che si consumano nelle quattro mura domestiche di famiglie legittime, o che riguardano bambini rendendoli anelli sempre più deboli in balìa del volere di quel padre, madre, fratello o zio che risponde a quei canoni che tanto vengono sostenuti dalle associazioni. E' bene che tutti sappiano che spesso la condizione di vita è resa più aspra da una crisi economica e finanziaria diffusa soprattutto in quella fasce di basso reddito e che di fatto impedisce una vita decorosa. E' li che spesso verifichiamo unioni di fatto. Unioni di fatto che oltre a ritrovare una nuova vita affettiva stando insieme riescono ad alleviare le ristrettezze economiche. Che dire allora? Possiamo impedire o ancora peggio fare finta di nulla? Io credo proprio di no.
Moralmente mi sento vicina - conclude - a tutti coloro che vivono la famiglia come contesto di rispetto di solidarietà reciproca e di amore per se e per l'altro e con particolare attenzione verso i bambini, a prescindere dal vincolo giuridico sottoscritto.