Palazzo della Marra
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Istituzionale

Finalmente! Palazzo della Marra diventerà del comune di Barletta

Avviate le procedure per il trasferimento. «Possibilità unica per la nostra città»

«Palazzo Della Marra è uno dei monumenti più importanti del nostro patrimonio e in questi anni siamo stati in grado di recuperarlo facendone il fiore all'occhiello della città e della Regione». Così il riconfermato primo cittadino Nicola Maffei interviene in un ambito a lui congeniale, la cultura e gli spazi ad essa dedicati. Ma la sua analisi continua: «Non tutti i cittadini sanno che Palazzo Della Marra non è di proprietà del Comune che, per usufruire degli spazi, paga allo Stato un fitto annuale di 64.596 euro».

«Il 9 febbraio scorso, tuttavia, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l'Agenzia del Demanio, attuale proprietaria del Palazzo stesso, hanno firmato un Protocollo di intesa con il quale, in accordo con gli organi periferici interessati, si intendono avviare le procedure per il trasferimento agli Enti territoriali di beni immobili appartenenti al patrimonio culturale dello Stato. Si tratta di una possibilità unica per la città di Barletta di entrare definitivamente in possesso di una struttura fondamentale, già ampiamente valorizzata nel corso di questi anni e sulla quale la nostra città ha incentrato molta parte delle proprie politiche culturali, in modo da favorire il rilancio e il rafforzamento delle economie culturali e turistiche territoriali».

«Durante la campagna elettorale avevo promesso ai miei concittadini che non mi sarei fermato nemmeno un istante e avrei continuato a fare il Sindaco fino all'ultimo giorno del mio mandato. Infatti ho immediatamente avviato la procedura che permetterà alla nostra città di procedere alla acquisizione del Palazzo, contattando informalmente già a marzo l'Agenzia del Demanio e scrivendo ufficialmente, in data 22 aprile scorso, all'Agenzia stessa e al Ministero, in modo da segnalare l'interesse della Città di Barletta a valorizzare ulteriormente Palazzo Della Marra nella prospettiva di una sua acquisizione alla proprietà comunale. Immaginiamo quanto sarebbe importante che Palazzo Della Marra, in tempi strettissimi, possa entrare a far parte del consistente patrimonio monumentale, archeologico, artistico che la nostra città possiede. Mi riferisco, in particolare, al Castello, già oggetto insieme alla Cantina della Sfida e alla Pinacoteca De Nittis stessa di una valorizzazione che ci sta portando alla musealizzazione completa del patrimonio, facendo di Barletta, di fatto, la capitale dell'arte pugliese».

«E' inutile ricordare ai barlettani le grandi mostre che siamo stati in grado di organizzare, portando a Barletta artisti della fama di Renoir, Tissot, Zandomeneghi, ma anche le grandi collezioni del Petit Palais che hanno consentito alla nostra città di avviare una salda collaborazione con il Comune di Parigi il quale ha voluto ospitare De Nittis in Francia in una grande mostra visitatissima e che sta già portando positive ricadute al nostro territorio. Il numero di visitatori della mostra sugli Orientalisti, attualmente in corso a Palazzo Della Marra, è elevatissimo e la quantità di turisti che stanno popolando Barletta sin dall'inizio della primavera è anch'essa di grande rilevanza. Basta passeggiare per strada per rendersene conto».

«Il percorso di acquisizione della struttura alla proprietà della città è stato avviato. Domani mattina, nella sede della Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia, se ne consumerà il primo atto con la riunione del Tavolo Tecnico Operativo convocata alla presenza del Ministero ai Beni e le attività Culturali, dell'Agenzia del Demanio, della Regione Puglia, e degli Enti che hanno mostrato interesse. Rappresenterò Barletta insieme al Presidente della Provincia Francesco Ventola per iniziare questo mio secondo mandato nel migliore dei modi e mantenere fede a quella promessa che ho fatto quando sono divenuto Sindaco di Barletta per la prima volta e che ho rinnovato solo sabato scorso nella Sala del Consiglio Comunale: io ho operato e opererò nell'esclusivo interesse della mia città».

«Ricominciare a farlo nel rispetto della nostra storia, dell'arte e della memoria che i nostri avi ci hanno lasciato mi sembra il modo migliore per iniziare, nuovamente, a lavorare e su questa prospettiva auspico che nei cinque anni a venire tutti coloro che lavoreranno con me faranno altrettanto».
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