Centonze intervista Filannino
Centonze intervista Filannino
Istituzionale

Filannino (Ual): «Per la sicurezza, serve l’impegno civico di tutti»

Dopo il Comitato per l’ordine pubblico, Maffei chiede aumento dell’organico delle Forze dell’Ordine. L’assessore Campese: «Uniti contro la malavita per far fronte alle scarse risorse nella sicurezza»

«E' stato un Comitato estremamente proficuo che ha dimostrato ancora una volta di come esista la massima attenzione da parte delle Istituzioni e la più totale collaborazione affinché sia costantemente salvaguardata la sicurezza del cittadino - ha commentato il sindaco Maffei - Ringrazio il Prefetto Sessa per aver allargato il Comitato alle Associazioni di categoria particolarmente colpite dal fenomeno che ha investito recentemente alcuni esercizi cittadini, e alla Associazione antiracket "Uniti per l'Affermazione della Legalità"». Barlettalife, dopo il Comitato Provinciale per l'ordine pubblico di lunedì in Prefettura, è andata proprio ad ascoltare l'associazione Ual (Uniti per l'affermazione della legalità), nella persona del suo presidente, il dott. Franco Filannino, che abbiamo intervistato:

Sig. Filannino, cosa è emerso dal Comitato provinciale per l'Ordine Pubblico che si è tenuto lunedì in Prefettura?
«A dir la verità né io né altri abbiamo dichiarato all'esterno i contenuti sviluppati nell'incontro di lunedì in Prefettura. Posso solo dire che nella riunione si sono poste le basi per un cambiamento, un coinvolgimento e un concreto impegno nell'affrontare il problema sicurezza a Barletta. E' bene ricordare che le associazioni hanno preso parte all'incontro su invito del prefetto, per esprimere le proprie posizioni in via consultiva, ed ascoltare quelle dei vertici istituzionali e delle forze dell'ordine, che sono i soggetti a cui spettano i compiti decisionali».

Le decisioni prese in questa sede riveleranno la loro concretezza nel lungo termine?
«Se ci saranno altri nuovi attentati nel breve periodo, nessuno lo può dire. Certamente le forze dell'ordine continueranno a fare il loro prezioso lavoro. Per quanto riguarda la realtà del malaffare in generale, è una questione che riguarda invece l'impegno civico di tutti, che è necessario sviluppare in maniera sempre più diffusa. Le associazioni di categoria come Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, dalla loro parte dovranno stabilire un rapporto sempre più proficuo con i soggetti imprenditoriali di cui sono i rappresentanti».

Cosa chiedete alla politica per andare avanti in questo percorso?
«Chiediamo innanzitutto che non ci siano strumentalizzazioni. Noi non siamo contro la politica, ma chiediamo una gestione diversa dei fatti della collettività. La nostra associazione, l'Ual (Uniti per l'affermazione della legalità), si pone come obiettivo il risanamento della nostra società, obiettivo per il quale non si può agire da soli. Occorre che la politica svolga perciò il proprio ruolo. C'è il rischio che non venga dato seguito alle parole pronunciate lunedì, ma c'è anche il forte auspicio che ad esse possano seguire fatti concreti».

Quale sarà l'impegno dell'Ual?
«L'Ual, da parte sua, continuerà a non lasciare sole le vittime, e a sottolineare come la questione da affrontare riguardi il modo con cui si arriva alla denuncia da parte di un imprenditore o di un commerciante. Certamente, da questa riunione, posso dire di aver captato la volontà generale di individuare un coordinamento tra le varie componenti presenti sul territorio».

Dopo le polemiche dei mesi scorsi, alla luce anche di questo comitato sull'ordine pubblico, vi sentite nuovamente e pienamente legittimati nel vostro agire?
«Per noi quello è un discorso chiuso, perciò non ci siamo mai sentiti delegittimati nella nostra azione. Non abbiamo scheletri nell'armadio. Parlare di legalità non è solo una parola che è nel nome della nostra associazione, ma speriamo e crediamo sia qualcosa di più. Portare avanti sciocche polemiche sarebbe solo inopportuno, poiché il tempo scorre, e le patologie del nostro tempo rimangono presenti tra noi. E qualcuno le dovrà curare».

Lei ritiene che l'incontro di lunedì sia un atto di un percorso tardivo su questi temi?
«No, non credo. Devo ricordare che c'è già stata poco tempo fa un'altra riunione del Comitato per l'ordine pubblico, e l'8 Marzo, nella sala della giunta comunale, una riunione tra associazioni e forze dell'ordine. La settimana scorsa ho partecipato alla presentazione del presidio di Libera a Barletta. In quella sede si è detto che i primi sospettati per questi attentati alle attività commerciali barlettane, sarebbero da ricercare tra i "congedati" nell'ultimo periodo dal carcere di Trani. E' doveroso quindi non far emergere alcun segno di debolezza, altrimenti queste persone, che non trovano di meglio da fare che compiere attentati, potrebbero avere più coraggio».

Il sindaco Maffei ha dichiarato alla stampa le richieste da lui fatte in sede di Comitato: «Ho ribadito la ferma necessità di creare una azione sinergica tra tutte le componenti istituzionali e non, per fornire una risposta forte e decisa a chi sta tentando di creare un clima di preoccupazione e di insicurezza. Ho richiesto a riguardo un potenziamento degli organici delle Forze dell'Ordine affinché sia garantita una più capillare presenza notturna e diurna evidenziando che, però, un maggiore controllo del territorio rischia di diventare inutile se i cittadini non collaborano totalmente con gli inquirenti. Per questo ho invitato le Associazioni ad interloquire con i singoli soci e a sostenerli nel cammino di una auspicabile denuncia. Come Amministrazione comunale stiamo fornendo il massimo ausilio garantendo un costante coordinamento tra la Polizia Municipale e le altre Forze dell'Ordine presenti in città. Tra i vari interventi in termini di sicurezza, abbiamo già implementato il servizio di videosorveglianza pubblico controllato dalla nuovissima centrale operativa dei vigili urbani, e messo a compimento un bando aperto agli esercizi commerciali per dotarsi di strumenti di telesorveglianza con un contributo comunale (complessivamente 130.000 euro). Siamo pienamente disponibili affinché si dia un continuo e forte segnale di unità, di coesione e di attenzione in quanto nessuno sta sottovalutando il fenomeno. Per confermare questo intendimento, il Procuratore della Repubblica di Trani, dott. Capristo, ha suggerito la convocazione di riunioni, da tenersi in Prefettura o nei Comuni interessati, tra le associazioni di categoria, i Sindaci, e i magistrati del pool della Procura di Trani, specializzato nel contrasto di reati che creano allarme sociale, tra cui, appunto, il racket estorsivo».

A conclusione dell'incontro in Prefettura, è intervenuta anche l'assessore regionale Maria Campese: «Questa nuova ondata di attentati non va sottovalutata, ma il problema non può essere delegato solo ed esclusivamente alle forze dell'ordine. I tagli subiti dagli enti locali a seguito della riforma sul federalismo fiscale prima e dalla crisi economica dopo, ci deve spingere a lavorare di concerto e in maniera risoluta per superare le difficoltà esistenti. Difficoltà che sono di carattere economico, sociale, morale, etico - ha detto Campese - Prostituzione minorile, disagio sociale, dispersione scolastica, disoccupazione giovanile sono il terreno fertile su cui attinge la malavita, oltre che il segnale inequivocabile che non c'è più tempo da perdere. Il territorio non deve mai sentirsi solo. Per questo – ha concluso l'assessore regionale - l'azione di contrasto alla malavita ci deve vedere saldamente uniti»
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