Territorio
Elettrosmog, non esiste solo ciò che si vede
«Il passa parola ci può salvare»
Barletta - giovedì 6 maggio 2010
Si è tenuto proprio ieri l'incontro presso la Sala della Comunità S. Antonio incontro-dibattito sul tema "Elettrosmog, il nemico invisibile della mia salute". Presenti erano il dott. Roberto Lia, oncologo che ha effettuato il primo studio epidemiologico con un'equipe di Andria, e l'avv. Luigi Maria Giannini, che si occupa del Comitato Spontaneo dei Cittadini contro l'elettrosmog dal 2005.
Durante la presentazione dell'incontro l'avvocato più volte ha ribadito l'assenza del Sindaco a questo incontro, a cui era stato pubblicamente invitato, « questo confronto non c'è, questa "democrazia" sembra davvero la democrazie delle parole, ma le sole parole non bastano».
«Questo dimostra quanto sia bassa la sensibilità dei dirigenti».
Come è stato più volte detto «l'elettrosmog non è qualcosa di percettibile visivamente, ma c'è. –afferma il dott. Lia - Questo lo dimostra il fatto che si manifesta nelle persone sotto forma di mal di testa, depressione …». Per verificare gli effetti dell'elettrosmog è stato effettuato uno studio presso il Comune di Andria, chiedendo le schede dei morti della Città ed è stato visto che c'era un'alta percentuale di mortalità nei luoghi ad alta densità di elettrosmog (nei pressi di ripetitori, stazioni radio-base). Ad essere più sensibili a questa forma di inquinamento sono i bambini e si pensi a quante scuole sono vicine ai ripetitori, Giannini infatti ha parlato della sua esperienza dicendo che ha dovuto cambiare scuola ai figli perché frequentavano la d'Azzeglio (che si trova a meno di 100m da un ripetitore). Da questa constatazione è nata l'idea del Comitato, nato anche da Michele Morgigno, che l'avvocato ha tenuto ricordare durante l'incontro e che oggi non c'è più perché morto per leucemia.
È stato riconosciuto anche dall'Unione Europea il così detto "principio di precauzione", dal 2002 trasformata in legge regionale, ma che è rimasta lettera morta. La Puglia dà delle linee guida, dei criteri oggettivi per il posizionamento di questi ripetitori allo scopo di minimizzare l'inquinamento elettromagnetico per le persone. Ma per rendere viva questa legge bisognerebbe portare fuori dalla Città i ripetitori di telefonia mobile, lì dove la densità abitativa è più bassa. Non è impossibile farlo, si è ricordata infatti la Città di Corato, che è riuscita a delocalizzare le antenne.
«Dimostrare la presenza dell'elettrosmog è molto semplice- afferma il dottor Lia- basti avvicinare un cellulare che sta ricevendo una telefonata o un sms a delle casse e ascoltare il rumore che viene provocato ».
«L'elettrosmog è un problema reale e bisogna tutelare prima di tutto la salute dei cittadini», così è stato concluso un incontro che ha messo al centro del proprio interesse l'informazione, presentando la Città per quello che è, disinteressata alle malattie provocate dall'elettrosmog (leucemia, tumori, mal di testa…).
E come è stato detto saggiamente ieri «prevenire è meglio che curare».
Durante la presentazione dell'incontro l'avvocato più volte ha ribadito l'assenza del Sindaco a questo incontro, a cui era stato pubblicamente invitato, « questo confronto non c'è, questa "democrazia" sembra davvero la democrazie delle parole, ma le sole parole non bastano».
«Questo dimostra quanto sia bassa la sensibilità dei dirigenti».
Come è stato più volte detto «l'elettrosmog non è qualcosa di percettibile visivamente, ma c'è. –afferma il dott. Lia - Questo lo dimostra il fatto che si manifesta nelle persone sotto forma di mal di testa, depressione …». Per verificare gli effetti dell'elettrosmog è stato effettuato uno studio presso il Comune di Andria, chiedendo le schede dei morti della Città ed è stato visto che c'era un'alta percentuale di mortalità nei luoghi ad alta densità di elettrosmog (nei pressi di ripetitori, stazioni radio-base). Ad essere più sensibili a questa forma di inquinamento sono i bambini e si pensi a quante scuole sono vicine ai ripetitori, Giannini infatti ha parlato della sua esperienza dicendo che ha dovuto cambiare scuola ai figli perché frequentavano la d'Azzeglio (che si trova a meno di 100m da un ripetitore). Da questa constatazione è nata l'idea del Comitato, nato anche da Michele Morgigno, che l'avvocato ha tenuto ricordare durante l'incontro e che oggi non c'è più perché morto per leucemia.
È stato riconosciuto anche dall'Unione Europea il così detto "principio di precauzione", dal 2002 trasformata in legge regionale, ma che è rimasta lettera morta. La Puglia dà delle linee guida, dei criteri oggettivi per il posizionamento di questi ripetitori allo scopo di minimizzare l'inquinamento elettromagnetico per le persone. Ma per rendere viva questa legge bisognerebbe portare fuori dalla Città i ripetitori di telefonia mobile, lì dove la densità abitativa è più bassa. Non è impossibile farlo, si è ricordata infatti la Città di Corato, che è riuscita a delocalizzare le antenne.
«Dimostrare la presenza dell'elettrosmog è molto semplice- afferma il dottor Lia- basti avvicinare un cellulare che sta ricevendo una telefonata o un sms a delle casse e ascoltare il rumore che viene provocato ».
«L'elettrosmog è un problema reale e bisogna tutelare prima di tutto la salute dei cittadini», così è stato concluso un incontro che ha messo al centro del proprio interesse l'informazione, presentando la Città per quello che è, disinteressata alle malattie provocate dall'elettrosmog (leucemia, tumori, mal di testa…).
E come è stato detto saggiamente ieri «prevenire è meglio che curare».