Scuola e Lavoro
Effetto Tares sulle imprese della Bat: chiusura o rivolta?
L'intervento di Unimpresa Bat. Polemica contro la cosiddetta tassa "ammazzaimprese"
BAT - sabato 27 luglio 2013
«Dall'inizio dell'anno stiamo sollecitando approfondimenti e valutazioni in merito a quella che ormai può essere definita la tassa ammazzaimprese cioè la cosiddetta Tares». Così interviene Unimpresa Bat, sempre attenta alle problematiche degli esercenti e delle attività commerciali del territorio, a ridosso di una crisi forse irreversibile.
«Abbiamo lanciato appelli affinché le Amministrazioni Comunali facessero il loro dovere rispettando i loro Statuti ed attuando processi di partecipazione soprattutto in merito alla determinazione delle tariffe e alle redazioni dei bilanci partecipati ma nessun segnale è giunto da parte di alcuna di esse, siano di destra, di centro, di sinistra, di fianco, di lato o di traverso. Il risultato è quello che i commercianti, a sede fissa, ambulanti, della ristorazione e di qualunque altro settore, anche artigiani, stanno vedendo avvicinarsi sempre più il momento della disfatta totale e quanto anticipato si sta rivelando essere stato un piccolissimo acconto rispetto alla stangata finale.
Tariffe enormemente aumentate rispetto alle precedenti già odiate Tarsu o Tia trasformeranno quello che prima d'ora era senso di angoscia degli imprenditori in vero e proprio terrore di non poter andare avanti e di chiudere definitivamente battenti da un giorno all'altro. Un rischio che viene enormemente sottovalutato non solo dalle sempre più distratte classi politiche ed amministrativa locali ma anche dagli addetti ai lavori che si lasciano trascinare dalla corrente verso interessi che sono di gran lunga differenti rispetto alla tutela e difesa del Lavoro e delle Imprese. Una situazione, quella relativa alla nuova Tares che sicuramente non mancherà di sollevare le proteste di facciata di chi vorrà farne strumentalizzazione politica, di chi vorrà farne battaglie sindacali di retroguardia e di facciata e di chi sarà, anche in questa circostanza, messo a tacere e orientato verso altri argomenti più vantaggiosi e meno scomodi da affrontare.
Crediamo che a questo punto la rivolta, anche nella BAT, sia davvero dietro l'angolo e che l'alternativa è la sicura chiusura di un numero impressionante di imprese con la conseguenza che i nuovi disoccupati si rifugeranno, quando potranno, nel sommerso e a pagarne le conseguenze sarà l'intera collettività., Anche gli Amministratori pubblici non dormono sonni tranquilli e si preparino ad affrontare e a dare risposte alla più grave crisi occupazionale mai verificatasi prima d'ora e non solo a quello».
«Abbiamo lanciato appelli affinché le Amministrazioni Comunali facessero il loro dovere rispettando i loro Statuti ed attuando processi di partecipazione soprattutto in merito alla determinazione delle tariffe e alle redazioni dei bilanci partecipati ma nessun segnale è giunto da parte di alcuna di esse, siano di destra, di centro, di sinistra, di fianco, di lato o di traverso. Il risultato è quello che i commercianti, a sede fissa, ambulanti, della ristorazione e di qualunque altro settore, anche artigiani, stanno vedendo avvicinarsi sempre più il momento della disfatta totale e quanto anticipato si sta rivelando essere stato un piccolissimo acconto rispetto alla stangata finale.
Tariffe enormemente aumentate rispetto alle precedenti già odiate Tarsu o Tia trasformeranno quello che prima d'ora era senso di angoscia degli imprenditori in vero e proprio terrore di non poter andare avanti e di chiudere definitivamente battenti da un giorno all'altro. Un rischio che viene enormemente sottovalutato non solo dalle sempre più distratte classi politiche ed amministrativa locali ma anche dagli addetti ai lavori che si lasciano trascinare dalla corrente verso interessi che sono di gran lunga differenti rispetto alla tutela e difesa del Lavoro e delle Imprese. Una situazione, quella relativa alla nuova Tares che sicuramente non mancherà di sollevare le proteste di facciata di chi vorrà farne strumentalizzazione politica, di chi vorrà farne battaglie sindacali di retroguardia e di facciata e di chi sarà, anche in questa circostanza, messo a tacere e orientato verso altri argomenti più vantaggiosi e meno scomodi da affrontare.
Crediamo che a questo punto la rivolta, anche nella BAT, sia davvero dietro l'angolo e che l'alternativa è la sicura chiusura di un numero impressionante di imprese con la conseguenza che i nuovi disoccupati si rifugeranno, quando potranno, nel sommerso e a pagarne le conseguenze sarà l'intera collettività., Anche gli Amministratori pubblici non dormono sonni tranquilli e si preparino ad affrontare e a dare risposte alla più grave crisi occupazionale mai verificatasi prima d'ora e non solo a quello».