Ecomafia 2014, il rapporto di Legambiente
Ecomafia 2014, il rapporto di Legambiente
Territorio

Ecomafia 2014, Puglia nell'amara top ten

Le province di Bari e Foggia flop nelle graduatorie di Legambiente

Puglia terza in Italia per illeciti ambientali. 2.931 le infrazioni accertate, 2.579 persone denunciate, 28 arrestate e 1.028 sequestri effettuati. Sono i numeri di Ecomafia 2014, il rapporto di Legambiente che monitora e denuncia ogni anno la situazione della criminalità ambientale, presentato a Roma nel corso di un convegno e contemporaneamente a Bari nel corso di una conferenza stampa da Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia alla presenza di Ennio Cillo, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Lecce e Renato Nitti, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bar Per quanto riguarda il numero dei sequestri effettuati, la nostra regione è seconda nel 2013. Puglia seconda anche per il ciclo illegale dei rifiuti. Nella classifica provinciale dell'illegalità ambientale in Italia nel 2013 troviamo ben due province pugliesi: Bari al 5° posto e Foggia al 6° posto rispettivamente con 846 e 795 infrazioni accertate.

«I dati del Rapporto Ecomafia 2014 ci restituiscono un quadro piuttosto desolante della nostra regione - dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia - La Puglia sale nella classifica generale delle illegalità ambientale piazzandosi al terzo posto con ben 2.931 infrazioni accertate. L'abusivismo edilizio e i reati contro la fauna non accennano a diminuire mentre aumentano quelli nel ciclo dei rifiuti con la nostra regione che si posiziona al secondo posto subito dopo la Campania con 469 infrazioni accertate».

Nella classifica dell'illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia rimane stabilmente al secondo posto della classifica con 603 infrazioni accertate (quasi l'11% del totale nazionale), 880 persone denunciate e 318 sequestri effettuati. È l'unica regione, insieme alla Calabria, in cui sono stati effettuati degli arresti: sono state infatti 14 le persone raggiunte da ordine di custodia cautelare. Quattro province su sei, Bari, Foggia, Lecce e Taranto, si sono piazzate tra i primi 14 posti della graduatoria provinciale del mattone fuorilegge. Sul fronte dell'archeomafia, l'aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici ma anche di tombaroli attivi, sale al settimo posto con 36 furti di opere d'arte. A luglio scorso i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari hanno eseguito 21 decreti di perquisizione emessi dalla procura della Repubblica di Foggia nei confronti di persone ritenute responsabili dei reati di ricettazione, ricerche archeologiche non autorizzate e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo stato.

«Occorre un salto di civiltà - conclude Tarantini - Non si può lasciare il nostro paese con una legislazione penale a tutela dell'ambiente del tutto inadeguata, a carattere sostanzialmente contravvenzionale. E per questo lanciamo un appello ai senatori pugliesi di tutte le forze politiche ad impegnarsi affinchè il Senato approvi in tempi rapidi il disegno di legge sui reati ambientali già discusso e approvato alla Camera. Senza l'approvazione della legge che inserisce i reati ambientali nel codice penale, che seppure troppo limitata e imperfetta rappresenterebbe un chiaro indirizzo e magari anche un punto di non ritorno nella lotta alle ecomafie, sarà difficile istituire inchieste e colpire gli ecocriminali che nonostante i danni pesantissimi inferti alla comunità e all'ambiente continueranno a farla franca».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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