La città
E’ una fontana? No, una fogna
Villaggio S. Antonio, un luogo dimenticato. I cittadini che vi abitano sono vittime del menefreghismo
Barletta - sabato 29 ottobre 2011
La fogna a cielo aperto si trova nel "villaggio S. Antonio", in contrada SS. Crocifisso, chiunque la volesse ammirare in tutto il suo fetore, può raggiungerla arrivando dalle complanari di via Andria. La segnalazione è giunta da un nostro lettore, che abita nel villaggio.
La prima cosa che salta agli occhi giungendo sul posto sono i muri perimetrali del complesso abitativo, gonfi e intrisi di umidità, pronti a franare, non ci vuole un esperto per capire che sono stati costruiti con materiali di scarsa qualità.La fossa biologica del villaggio, ormai satura di liquami, ha trovato una via di uscita, attraverso le mura, così si è venuta a creare uno spurgo di liquami che fuoriuscendo, ha invaso la strada e l'uliveto confinante, creando pozze d'acqua maleodorante e nauseabonda. A prima vista questo spurgo di liquami potrebbe sembrare una romantica fonte, circondata da piante rampicanti, ma basta avvicinarsi un po' per constatare coi propri occhi (vedere foto, ndr).
La situazione peggiora con la pioggia, che crea veri e propri torrenti di liquami, che rendono la strada impraticabile.
Il villaggio S. Antonio, un tempo noto come "Villaggio dei Fanciullo", ha una sua storia. Fino agli anni '60 il villaggio si trovava in via Chieffi (di fronte allo stadio " L. Simeone"), ed era un centro di aggregazione giovanile per bambini e ragazzi. Poi, l'intera area fu improvvisamente venduta dalla Curia Arcivescovile di Barletta (proprietaria del suolo) ad un costruttore, il quale edificò l'attuale complesso di condomini. Il costruttore, in cambio del suolo in via Chieffi, si impegnò a costruire un nuovo "Villaggio del Fanciullo" in contrada SS. Crocifisso, in aperta campagna, su un terreno non edificabile, ovvero in una conca, morfologicamente inadatta. Le conseguenze di questa scelta furono continui allagamenti durante le piogge, che si verificano tuttora.
Per questo, ed altri motivi, il "villaggio del Fanciullo" durò poco e, da centro di aggregazione giovanile, si disgregò pian piano. Dopodiché , questo "villaggio" è finito nel dimenticatoio, nel silenzio dell'indifferenza e del menefreghismo. Oggi è un complesso abitativo, e i cittadini che vi abitano sono vittime di quello stesso menefreghismo.
La prima cosa che salta agli occhi giungendo sul posto sono i muri perimetrali del complesso abitativo, gonfi e intrisi di umidità, pronti a franare, non ci vuole un esperto per capire che sono stati costruiti con materiali di scarsa qualità.La fossa biologica del villaggio, ormai satura di liquami, ha trovato una via di uscita, attraverso le mura, così si è venuta a creare uno spurgo di liquami che fuoriuscendo, ha invaso la strada e l'uliveto confinante, creando pozze d'acqua maleodorante e nauseabonda. A prima vista questo spurgo di liquami potrebbe sembrare una romantica fonte, circondata da piante rampicanti, ma basta avvicinarsi un po' per constatare coi propri occhi (vedere foto, ndr).
La situazione peggiora con la pioggia, che crea veri e propri torrenti di liquami, che rendono la strada impraticabile.
Il villaggio S. Antonio, un tempo noto come "Villaggio dei Fanciullo", ha una sua storia. Fino agli anni '60 il villaggio si trovava in via Chieffi (di fronte allo stadio " L. Simeone"), ed era un centro di aggregazione giovanile per bambini e ragazzi. Poi, l'intera area fu improvvisamente venduta dalla Curia Arcivescovile di Barletta (proprietaria del suolo) ad un costruttore, il quale edificò l'attuale complesso di condomini. Il costruttore, in cambio del suolo in via Chieffi, si impegnò a costruire un nuovo "Villaggio del Fanciullo" in contrada SS. Crocifisso, in aperta campagna, su un terreno non edificabile, ovvero in una conca, morfologicamente inadatta. Le conseguenze di questa scelta furono continui allagamenti durante le piogge, che si verificano tuttora.
Per questo, ed altri motivi, il "villaggio del Fanciullo" durò poco e, da centro di aggregazione giovanile, si disgregò pian piano. Dopodiché , questo "villaggio" è finito nel dimenticatoio, nel silenzio dell'indifferenza e del menefreghismo. Oggi è un complesso abitativo, e i cittadini che vi abitano sono vittime di quello stesso menefreghismo.