Associazioni
Doposcuola popolare di Barletta, spazio di amicizia ed uguaglianza per i più piccoli
"Se c’è amicizia non c’è differenza", il motto che contraddistingue i volontari dell’Ambulatorio
Barletta - venerdì 22 luglio 2022
Da alcune settimane si sono concluse le attività del Doposcuola Popolare presso l'Ambulatorio popolare di Barletta, situato in Piazza Plebiscito.
Il doposcuola non è solo un luogo di assistenza scolastica, ma anche un luogo per far crescere la radice dell'amicizia e dell'uguaglianza. È un luogo in cui si diventa amici senza barriere di etnie o di provenienza. Il doposcuola vede protagonisti bambini che provengono dalla Nigeria, dall'Algeria, dal Marocco, ma anche dall'Italia. Diverse culture si fondono in un unico obiettivo: abbattere le barriere e le differenze.
Per saperne di più abbiamo intervistato la coordinatrice del progetto, Rosa Tuosto.
Da cosa nasce l'idea di un doposcuola popolare?
«L'idea è nata con l'Ambulatorio popolare; un doposcuola per i bambini meno abbienti, che dopo due anni di fermo causa Covid-19, è ripartito. Da volontari crediamo molto nell'istruzione, e crediamo che sia la rivincita per tutto».
Ad oggi, al termine dell'anno scolastico, com'è stata questa esperienza?
«È stata un'esperienza meravigliosa e di crescita. Hanno frequentato il doposcuola dieci bambini, ed è stato un percorso che ci ha permesso di insegnare loro tutto ciò di cui avevano bisogno. Non ci siamo fermati solo al rapporto scolastico, ma abbiamo parlato di qualunque problema accadesse in città; abbiamo affrontato tematiche importanti come la violenza sulle donne e il bullismo. È stato fatto anche un collegamento con il Kenya, dove si trova una volontaria barlettana, che ha dato vita ad un dialogo con i bambini che ci hanno chiesto come fosse la vita dei loro coetanei».
Chi può partecipare e come si fa a partecipare?
«Partecipano bambini con genitori che lavorano e che non hanno la possibilità o l'istruzione per seguirli, o ancora bambini extracomunitari i cui genitori non conoscono bene la lingua. Si partecipa in ordine di arrivo. Il servizio prevede una pausa merenda, ed è totalmente gratuito e noi volontari non siamo retribuiti. Le iscrizioni per il prossimo anno verranno aperte a fine agosto».
Ci sono altre iniziative in programma?
«Il rapporto con i bambini sta continuando e abbiamo in programma per il prossimo anno scolastico di dire addio alle merendine confezionate, piuttosto ci dedicheremo all'introduzione di merende sane, come la frutta, il cui valore verrà spiegato ai bambini da una nutrizionista. Seguiranno poi anche degli spettacoli presso Piazza Plebiscito».
Il doposcuola non è solo un luogo di assistenza scolastica, ma anche un luogo per far crescere la radice dell'amicizia e dell'uguaglianza. È un luogo in cui si diventa amici senza barriere di etnie o di provenienza. Il doposcuola vede protagonisti bambini che provengono dalla Nigeria, dall'Algeria, dal Marocco, ma anche dall'Italia. Diverse culture si fondono in un unico obiettivo: abbattere le barriere e le differenze.
Per saperne di più abbiamo intervistato la coordinatrice del progetto, Rosa Tuosto.
Da cosa nasce l'idea di un doposcuola popolare?
«L'idea è nata con l'Ambulatorio popolare; un doposcuola per i bambini meno abbienti, che dopo due anni di fermo causa Covid-19, è ripartito. Da volontari crediamo molto nell'istruzione, e crediamo che sia la rivincita per tutto».
Ad oggi, al termine dell'anno scolastico, com'è stata questa esperienza?
«È stata un'esperienza meravigliosa e di crescita. Hanno frequentato il doposcuola dieci bambini, ed è stato un percorso che ci ha permesso di insegnare loro tutto ciò di cui avevano bisogno. Non ci siamo fermati solo al rapporto scolastico, ma abbiamo parlato di qualunque problema accadesse in città; abbiamo affrontato tematiche importanti come la violenza sulle donne e il bullismo. È stato fatto anche un collegamento con il Kenya, dove si trova una volontaria barlettana, che ha dato vita ad un dialogo con i bambini che ci hanno chiesto come fosse la vita dei loro coetanei».
Chi può partecipare e come si fa a partecipare?
«Partecipano bambini con genitori che lavorano e che non hanno la possibilità o l'istruzione per seguirli, o ancora bambini extracomunitari i cui genitori non conoscono bene la lingua. Si partecipa in ordine di arrivo. Il servizio prevede una pausa merenda, ed è totalmente gratuito e noi volontari non siamo retribuiti. Le iscrizioni per il prossimo anno verranno aperte a fine agosto».
Ci sono altre iniziative in programma?
«Il rapporto con i bambini sta continuando e abbiamo in programma per il prossimo anno scolastico di dire addio alle merendine confezionate, piuttosto ci dedicheremo all'introduzione di merende sane, come la frutta, il cui valore verrà spiegato ai bambini da una nutrizionista. Seguiranno poi anche degli spettacoli presso Piazza Plebiscito».