Istituzionale
Dentamaro: «Questo riordino delle province è proprio un parto difficile»
Il 2 ottobre si riunirà la Cabina di Regia. Ieri l’incontro con i presidenti delle sei province pugliesi
Barletta - sabato 29 settembre 2012
Si è svolto ieri mattina un incontro tra l'assessora regionale agli Enti Locali Marida Dentamaro, e i presidenti delle sei province pugliesi. La riunione, si legge dal sito istituzionale della regione Puglia, si è svolta "su richiesta del Presidente dell'Upi Puglia, Francesco Schittulli", nonché presidente della provincia di Bari. Viene riportato inoltre che i presidenti delle province pugliesi "hanno preferito rappresentare le loro posizioni nell'incontro odierno piuttosto che affidarle alla Cabina di Regia, prevista dalla l.r 36/2008".
"Dall'incontro non sarebbe emersa, sul riordino, alcuna posizione unitaria né riguardo ai territori a nord della città metropolitana, né per ciò che riguarda l'area a sud di Bari - riporta Press Regione - Unico elemento condiviso – che è stato riferito dall'assessora Dentamaro al termine della riunione - sarebbe la richiesta di rimettere ogni decisione alla volontà dei comuni, compresi quelli ricadenti nel territorio dell'area metropolitana, la cui istituzione è contestata dai vertici delle province di Bari e della Bat".
L'assessora regionale ha confermato, per il prossimo 2 Ottobre (giorno che precede il 3 Ottobre, che è stato fissato quale termine ultimo per la presentazione di un ipotesi di riordino delle province alla propria regione d'appartenenza), la convocazione della Cabina di Regia, nella cui sede, Dentamaro "riferirà quanto emerso nell'incontro con i presidenti delle province pugliesi, confermando altresì la disponibilità delle province di Foggia e Lecce - escluse dalla riforma di riordino, in quanto dotate dei requisiti minimi previsti dal Governo, per la popolazione (350.000 abitanti) e per la superficie territoriale (2.500 km²) - ad accogliere nei propri territori i comuni che si esprimeranno in tal senso".
«Quanto ai territori a sud di Bari - afferma Dentamaro - le province interessate non hanno espresso una scelta unanime sulla costituzione di uno e due province. Questo riordino è proprio un parto difficile: se nemmeno i sei Presidenti riescono ad esprimere unità di vedute, allora fanno bene i comuni ad attrezzarsi per affrontare, comunque, la nuova architettura dello Stato, ferma restando la volontà della regione a supportarli in ogni iniziativa di raccordo territoriale e collaborazione istituzionale».
"Dall'incontro non sarebbe emersa, sul riordino, alcuna posizione unitaria né riguardo ai territori a nord della città metropolitana, né per ciò che riguarda l'area a sud di Bari - riporta Press Regione - Unico elemento condiviso – che è stato riferito dall'assessora Dentamaro al termine della riunione - sarebbe la richiesta di rimettere ogni decisione alla volontà dei comuni, compresi quelli ricadenti nel territorio dell'area metropolitana, la cui istituzione è contestata dai vertici delle province di Bari e della Bat".
L'assessora regionale ha confermato, per il prossimo 2 Ottobre (giorno che precede il 3 Ottobre, che è stato fissato quale termine ultimo per la presentazione di un ipotesi di riordino delle province alla propria regione d'appartenenza), la convocazione della Cabina di Regia, nella cui sede, Dentamaro "riferirà quanto emerso nell'incontro con i presidenti delle province pugliesi, confermando altresì la disponibilità delle province di Foggia e Lecce - escluse dalla riforma di riordino, in quanto dotate dei requisiti minimi previsti dal Governo, per la popolazione (350.000 abitanti) e per la superficie territoriale (2.500 km²) - ad accogliere nei propri territori i comuni che si esprimeranno in tal senso".
«Quanto ai territori a sud di Bari - afferma Dentamaro - le province interessate non hanno espresso una scelta unanime sulla costituzione di uno e due province. Questo riordino è proprio un parto difficile: se nemmeno i sei Presidenti riescono ad esprimere unità di vedute, allora fanno bene i comuni ad attrezzarsi per affrontare, comunque, la nuova architettura dello Stato, ferma restando la volontà della regione a supportarli in ogni iniziativa di raccordo territoriale e collaborazione istituzionale».