Politica
Delibera sui servizi di vigilanza, conferenza stampa del Pdl
Scricchiolii nella maggioranza e nuova strategia nell’opposizione. Barsa, antenne e ripetitori, servizi sociali, e altri temi sul fuoco
Barletta - mercoledì 21 dicembre 2011
13.48
E' Riccardo Memeo, il più giovane della compagine consiliare del centrodestra, a presentare l'oggetto della conferenza stampa tenutasi ieri sera presso la sede del Pdl di Barletta. L'ormai celebre delibera sul servizio di vigilanza, appunti a penna compresi, è ancora al centro del dibattito. Il consigliere del Pdl sottolinea i punti critici: l'esosità dell'importo previsto, la clausola aggiunta a penna che rischia di condannare il Comune di Barletta all'ennesima bocciatura da parte dei tribunali amministrativi. Ma soprattutto ne sottolinea il valore simbolico. Questa delibera sarebbe emblematica dello stile di governo di Maffei. Sempre Memeo lancia quella che ritiene una svolta nella strategia del centrodestra. Quasi tautologica: l'opposizione farà finalmente l'opposizione. La discussione su questo tema è stata aperta nei giorni scorsi dalle colonne di questo giornale da Franco Caputo. E ripresa in un articolo assai polemico dai consiglieri di maggioranza Lasala, Crudele, Filannino e Calabrese. Si preannuncia battaglia in Consiglio, dunque.
Ma come spesso accade in queste occasioni appare assai più rilevante l'intervento conclusivo, quasi informale, del consigliere Giovanni Alfarano. Che annuncia prossimi interventi del centrodestra su questioni meno marginali: la Barsa, antenne e ripetitori, servizi sociali. Su questi temi è possibile, sempre secondo Alfarano, misurare la credibilità dei consiglieri comunali e i loro passaggi da un partito all'altro. Il centrodestra, sostiene il consigliere regionale, marcherà a uomo Maffei su questi temi per arginare azioni quantomeno anomale in questi ambiti. Ritorna negli interventi di tutti i consiglieri presenti il riferimento ai quattro della lettera già citata. Scricchiolii nella maggioranza, questa la definizione.
Il centrosinistra governa a Barletta in modo continuativo sin dalla prima elezione diretta del sindaco (Fiore). Ma fu senza dubbio Salerno a modificare la normale dialettica maggioranza/opposizione. Fu con Salerno che il centrosinistra divenne polo di attrazione per conversioni più o meno improvvise, fughe, continui avvicendamenti di assessori, nomine in quota a singoli consiglieri comunali. Il plebiscito di consenso del primo Maffei si spiega proprio con il lavorio continuo con cui Salerno aveva di fatto dissanguato il centrodestra. Ma gli equilibri di interessi non sono sufficienti a reggere una maggioranza di governo. La visione strategica non si misura in denari o poltrone. E anche gli incarichi sono limitati nel numero e nel tempo. Il centrodestra, se terrà fede a quanto descritto ieri sera, sembra aver colto la fine di una lunga stagione di inferiorità. E a partire da quegli scricchiolii si prepara a dar battaglia.
Ma come spesso accade in queste occasioni appare assai più rilevante l'intervento conclusivo, quasi informale, del consigliere Giovanni Alfarano. Che annuncia prossimi interventi del centrodestra su questioni meno marginali: la Barsa, antenne e ripetitori, servizi sociali. Su questi temi è possibile, sempre secondo Alfarano, misurare la credibilità dei consiglieri comunali e i loro passaggi da un partito all'altro. Il centrodestra, sostiene il consigliere regionale, marcherà a uomo Maffei su questi temi per arginare azioni quantomeno anomale in questi ambiti. Ritorna negli interventi di tutti i consiglieri presenti il riferimento ai quattro della lettera già citata. Scricchiolii nella maggioranza, questa la definizione.
Il centrosinistra governa a Barletta in modo continuativo sin dalla prima elezione diretta del sindaco (Fiore). Ma fu senza dubbio Salerno a modificare la normale dialettica maggioranza/opposizione. Fu con Salerno che il centrosinistra divenne polo di attrazione per conversioni più o meno improvvise, fughe, continui avvicendamenti di assessori, nomine in quota a singoli consiglieri comunali. Il plebiscito di consenso del primo Maffei si spiega proprio con il lavorio continuo con cui Salerno aveva di fatto dissanguato il centrodestra. Ma gli equilibri di interessi non sono sufficienti a reggere una maggioranza di governo. La visione strategica non si misura in denari o poltrone. E anche gli incarichi sono limitati nel numero e nel tempo. Il centrodestra, se terrà fede a quanto descritto ieri sera, sembra aver colto la fine di una lunga stagione di inferiorità. E a partire da quegli scricchiolii si prepara a dar battaglia.