Politica
Dalla scontata vittoria di Spina alla totale abolizione delle Province?
Barletta è poco rappresentata in Consiglio
Barletta - martedì 14 ottobre 2014
11.03
L'attualità degli eventi, spesso, spinge a letture di una questione che sempre più si radicalizzano, si uniformano, a volte banalizzandosi, e non consentono una giusta lettura, limitandosi unicamente al particulare. Il riferimento è chiaramente alla trasformazione che gli enti provinciali hanno subito, di cui possiamo vedere i primi effetti anche nella Bat, con l'elezione di Francesco Spina, sindaco di Bisceglie, candidato per il centrodestra. Il risultato era già delineato numericamente e i numeri non sono cambiati, deludendo le attese di colpi di scena o d'inciucismi vari, per lo meno non nella Bat. I barlettani sembrano destinati a non presiedere la Provincia: prima un canosino e ora un biscegliese sconfiggono un barlettano, prima Salerno ora Cascella. Ricordiamo che Salerno perse anche per l'errore imperdonabile del suo centrosinistra che non volle accettarlo come candidato.
Oggi l'assemblea dei sindaci, 10 per la Bat, avrà funzioni di Giunta, e il consiglio eletto in secondo grado domenica, è stato ridotto da 30 a 12. Cinque sono i consiglieri di Andria, sicuramente agevolati nell'elezione dal calcolo ponderato dei voti, favorevole ad Andria per il numero degli abitanti, e solo uno barlettano. Non proprio un risultato meritorio, o comunque desiderabile, per la città storicamente apripista della battaglia per la creazione della provincia stessa. Solo colpa della legge? Magari anche della politica barlettana che ancora una volta non ha saputo farsi valere? Tormentone degli ultimi mesi è stato la condanna del decreto Delrio, che ha così cominciato un cammino già segnato verso la totale abolizione delle province: condanna per aver eliminato il ricorso alle dirette elezioni democratiche, di fatto, agevolando gli accordi interni ai partiti. Giusto. Il risparmio per la mancata elezione diretta è stimato a circa 120 milioni di euro e, poiché Presidente, sindaci e consiglieri non saranno retribuiti, resta solo il risarcimento si è giunti a una stima totale di 500 milioni di euro, per tutta l'Italia. Se il "pasticcio" Del Rio è solo un passaggio per giungere alla totale eliminazione entro il 2016, si può ben sperare, ma si sa siamo in Italia…
Per dovere di cronaca dobbiamo ricordare che la volontà di abolire le Province in Italia è appartenuta a tutti i governi italiani degli ultimi anni. L'11 settembre 2011 il Governo di Silvio Berlusconi sfornò la prima proposta di abolizione delle Province; poi è toccato al tentativo di riduzione del professor Monti, fermato dalla Corte Costituzionale; quindi i tentativi di Letta. A distanza di quasi tre anni e quattro governi, le province sono nella sostanza ancora là, attendendo le città metropolitane del prossimo gennaio e poi la definitiva riforma costituzionale del Titolo V.
Oggi l'assemblea dei sindaci, 10 per la Bat, avrà funzioni di Giunta, e il consiglio eletto in secondo grado domenica, è stato ridotto da 30 a 12. Cinque sono i consiglieri di Andria, sicuramente agevolati nell'elezione dal calcolo ponderato dei voti, favorevole ad Andria per il numero degli abitanti, e solo uno barlettano. Non proprio un risultato meritorio, o comunque desiderabile, per la città storicamente apripista della battaglia per la creazione della provincia stessa. Solo colpa della legge? Magari anche della politica barlettana che ancora una volta non ha saputo farsi valere? Tormentone degli ultimi mesi è stato la condanna del decreto Delrio, che ha così cominciato un cammino già segnato verso la totale abolizione delle province: condanna per aver eliminato il ricorso alle dirette elezioni democratiche, di fatto, agevolando gli accordi interni ai partiti. Giusto. Il risparmio per la mancata elezione diretta è stimato a circa 120 milioni di euro e, poiché Presidente, sindaci e consiglieri non saranno retribuiti, resta solo il risarcimento si è giunti a una stima totale di 500 milioni di euro, per tutta l'Italia. Se il "pasticcio" Del Rio è solo un passaggio per giungere alla totale eliminazione entro il 2016, si può ben sperare, ma si sa siamo in Italia…
Per dovere di cronaca dobbiamo ricordare che la volontà di abolire le Province in Italia è appartenuta a tutti i governi italiani degli ultimi anni. L'11 settembre 2011 il Governo di Silvio Berlusconi sfornò la prima proposta di abolizione delle Province; poi è toccato al tentativo di riduzione del professor Monti, fermato dalla Corte Costituzionale; quindi i tentativi di Letta. A distanza di quasi tre anni e quattro governi, le province sono nella sostanza ancora là, attendendo le città metropolitane del prossimo gennaio e poi la definitiva riforma costituzionale del Titolo V.