Scuola e Lavoro
Dagli scantinati alle zone industriali: un progetto per il lavoro in sicurezza e legalità
Vendola: un patto per il lavoro legale, vero modo per commemorare le 5 donne morte il 3 Ottobre. Incentivi alle imprese manifatturiere per uscire dalle città e trasferirsi nelle aree industriali
Barletta - sabato 2 giugno 2012
Un bando regionale per incentivare le imprese manifatturiere che operano nei centri abitati a trasferirsi nelle zone industriali, in condizioni di legalità e sicurezza. Questo il provvedimento presentato dalla regione Puglia, in una conferenza stampa alla presenza del governatore Nichi Vendola, dell'assessora al Welfare Elena Gentile, della vicepresidentessa e assessora allo Sviluppo Economico Loredana Capone, e di Andrea Vernaleone a.d. di Puglia Sviluppo (società in house della regione, che si occupa di sviluppo economico d'impresa). Un passo avanti che la giunta regionale aveva annunciato durante la conferenza stampa dello scorso fine anno, quando l'assessora Gentile, ideatrice del progetto, si era così pronunciata: «Barletta sarà l'epicentro della nuova politica, con uno spazio fisico dove le aziende che vorranno lavorare non in nero troveranno ospitalità e aiuto». Il provvedimento infatti si pone come uno degli strumenti con il quale poter davvero cambiare pagina rispetto alla tragedia del 3 Ottobre, e guarda perciò, in particolare e non solo, alla realtà della nostra città di Barletta.
«Abbiamo sempre negli occhi le scene drammatiche del 3 ottobre dello scorso anno - è intervenuto Vendola - quando la morte ha colpito una piccola azienda tessile nella città di Barletta: una strage operaia, una strage di donne. La regione Puglia non ha inteso semplicemente piangere per quella morte, ha inteso operare. Noi oggi mettiamo in campo una sperimentazione d'avanguardia che è anche una sfida nei confronti del sistema industriale. Bisogna rimboccarsi le maniche per uscire fuori dai sottoscala, dai garage, da condizioni talvolta igienicamente indegne, e anche di violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e talvolta persino di violazione della dignità umana».
Con tale bando, le imprese, anche non totalmente in regola (con l'obbligo di ultimare la procedura di regolarizzazione entro il termine dell'iter previsto dal bando), che, in un numero di almeno dieci aziende, si uniranno in consorzio o presenteranno un piano per il loro trasferimento dai comuni di almeno 40.000 abitanti alle zone industriali, al fine di usufruire delle aree presenti che sono inutilizzate o dismesse, riceveranno ciascuna un finanziamento regionale di € 150.000 per gli investimenti. Il 50% di questo contributo regionale è a fondo perduto, con la possibilità che tale soglia salga al 75% per chi scelga di utilizzare immobili esistenti da almeno due anni, e salga fino all'80% per le imprese in cui prevalga la presenza lavorativa femminile. Sono previsti finanziamenti anche per i consorzi che verranno formati dalle imprese, nell'ordine di € 200.000, destinate al sostegno delle spese per i servizi. Anche per questi il 50% del contributo è a fondo perduto, con la possibilità che salga fino al 70%, nel caso in cui i consorzi procedano per il conseguimento delle certificazioni ambientali e di responsabilità sociale di impresa. Il limite dei finanziamenti per i progetti sarà di 4 milioni di euro. Al momento, la regione comunica una disponibilità complessiva di 10 milioni di euro, che potrebbe aumentare, attraverso l'analisi delle domande di progetto che verranno presentate.
«Il bando rappresenta lo sforzo della Regione per cercare di mettere in sicurezza le persone e le donne dopo il crollo di Barletta - ha affermato l'assessora Gentile - Proprio quel maledetto 3 ottobre stavamo al Centro per l'impiego di Barletta a discutere sulla creazione di un centro per l'occupazione femminile, analizzando dati drammatici sul lavoro nero e sulla condizione femminile. Questa è la risposta più bella e emozionata ad un lutto. Ripartiamo per ripensarci e riproporci con le capacità di una Regione che fa della prevenzione la base delle proprie politiche, in modo da aiutare soprattutto le donne a realizzare i propri progetti di vita. Il bando è nato proprio grazie all'approfondimento sul campo con i piccoli imprenditori, che hanno bisogno di mezzi per stare sul mercato che tende a metterli fuori gioco. A Barletta speriamo che si possa realizzare ad esempio un distretto degli abiti di sicurezza - del cui progetto pilota, presentato a Barletta, abbiamo parlato a inizio Febbraio scorso - visto che una gran parte di calzature di sicurezza per gli operai proviene da lì».
«Abbiamo accompagnato il percorso del regolamento per studiare come prevenire stragi come quella di ottobre scorso - ha ricordato l'assessora Capone - Le piccole officine che operano in ambienti inidonei dei centri cittadini sono pericolose e il nostro fasonismo (i laboratori contoterzisti per le ditte di moda) spesso hanno un'alta intensità di lavoro ma poca impresa. Il regolamento di oggi rimedia almeno in parte, favorendo il trasferimento in aree meno a rischio, favorendo lo sfruttamento di edifici nuovi non utilizzati e aiutando le imprese a innovare macchinari, processi di produzione e a consorziarsi. E' un bando veloce, sburocratizzato, a sportello, con il sistema agile "de minimis", studiato sul campo con le imprese e le istituzioni locali e realizzato con Puglia Sviluppo».
Nichi Vendola ha poi concluso la conferenza stampa, chiarendo nuovamente il senso del provvedimento, con un riferimento a Barletta: «Noi vogliamo accompagnare il sistema d'impresa verso il futuro. Vivere la crisi non con la paura e rinchiudendosi dentro al buco nero, ma vivere la crisi come l'occasione per diventare un soggetto più moderno, più rispettoso dei diritti, e più capace di mettere sui mercati prodotti evoluti. Questa sarà la nostra maniera di commemorare cinque donne uccise da tante cattive ragioni il 3 ottobre a Barletta».
«Abbiamo sempre negli occhi le scene drammatiche del 3 ottobre dello scorso anno - è intervenuto Vendola - quando la morte ha colpito una piccola azienda tessile nella città di Barletta: una strage operaia, una strage di donne. La regione Puglia non ha inteso semplicemente piangere per quella morte, ha inteso operare. Noi oggi mettiamo in campo una sperimentazione d'avanguardia che è anche una sfida nei confronti del sistema industriale. Bisogna rimboccarsi le maniche per uscire fuori dai sottoscala, dai garage, da condizioni talvolta igienicamente indegne, e anche di violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e talvolta persino di violazione della dignità umana».
Con tale bando, le imprese, anche non totalmente in regola (con l'obbligo di ultimare la procedura di regolarizzazione entro il termine dell'iter previsto dal bando), che, in un numero di almeno dieci aziende, si uniranno in consorzio o presenteranno un piano per il loro trasferimento dai comuni di almeno 40.000 abitanti alle zone industriali, al fine di usufruire delle aree presenti che sono inutilizzate o dismesse, riceveranno ciascuna un finanziamento regionale di € 150.000 per gli investimenti. Il 50% di questo contributo regionale è a fondo perduto, con la possibilità che tale soglia salga al 75% per chi scelga di utilizzare immobili esistenti da almeno due anni, e salga fino all'80% per le imprese in cui prevalga la presenza lavorativa femminile. Sono previsti finanziamenti anche per i consorzi che verranno formati dalle imprese, nell'ordine di € 200.000, destinate al sostegno delle spese per i servizi. Anche per questi il 50% del contributo è a fondo perduto, con la possibilità che salga fino al 70%, nel caso in cui i consorzi procedano per il conseguimento delle certificazioni ambientali e di responsabilità sociale di impresa. Il limite dei finanziamenti per i progetti sarà di 4 milioni di euro. Al momento, la regione comunica una disponibilità complessiva di 10 milioni di euro, che potrebbe aumentare, attraverso l'analisi delle domande di progetto che verranno presentate.
«Il bando rappresenta lo sforzo della Regione per cercare di mettere in sicurezza le persone e le donne dopo il crollo di Barletta - ha affermato l'assessora Gentile - Proprio quel maledetto 3 ottobre stavamo al Centro per l'impiego di Barletta a discutere sulla creazione di un centro per l'occupazione femminile, analizzando dati drammatici sul lavoro nero e sulla condizione femminile. Questa è la risposta più bella e emozionata ad un lutto. Ripartiamo per ripensarci e riproporci con le capacità di una Regione che fa della prevenzione la base delle proprie politiche, in modo da aiutare soprattutto le donne a realizzare i propri progetti di vita. Il bando è nato proprio grazie all'approfondimento sul campo con i piccoli imprenditori, che hanno bisogno di mezzi per stare sul mercato che tende a metterli fuori gioco. A Barletta speriamo che si possa realizzare ad esempio un distretto degli abiti di sicurezza - del cui progetto pilota, presentato a Barletta, abbiamo parlato a inizio Febbraio scorso - visto che una gran parte di calzature di sicurezza per gli operai proviene da lì».
«Abbiamo accompagnato il percorso del regolamento per studiare come prevenire stragi come quella di ottobre scorso - ha ricordato l'assessora Capone - Le piccole officine che operano in ambienti inidonei dei centri cittadini sono pericolose e il nostro fasonismo (i laboratori contoterzisti per le ditte di moda) spesso hanno un'alta intensità di lavoro ma poca impresa. Il regolamento di oggi rimedia almeno in parte, favorendo il trasferimento in aree meno a rischio, favorendo lo sfruttamento di edifici nuovi non utilizzati e aiutando le imprese a innovare macchinari, processi di produzione e a consorziarsi. E' un bando veloce, sburocratizzato, a sportello, con il sistema agile "de minimis", studiato sul campo con le imprese e le istituzioni locali e realizzato con Puglia Sviluppo».
Nichi Vendola ha poi concluso la conferenza stampa, chiarendo nuovamente il senso del provvedimento, con un riferimento a Barletta: «Noi vogliamo accompagnare il sistema d'impresa verso il futuro. Vivere la crisi non con la paura e rinchiudendosi dentro al buco nero, ma vivere la crisi come l'occasione per diventare un soggetto più moderno, più rispettoso dei diritti, e più capace di mettere sui mercati prodotti evoluti. Questa sarà la nostra maniera di commemorare cinque donne uccise da tante cattive ragioni il 3 ottobre a Barletta».