Cronaca
Crollo di via Roma, parlano i difensori di Cosimo Giannini e Rosario Palmitessa
La decisione del gup potrebbe giungere prima della prevista data del 28 marzo. Oggi parleranno gli altri 13 difensori
Barletta - venerdì 22 marzo 2013
Si è svolta ieri davanti al gup del tribunale di Trani, Francesco Zecchillo, la prima delle quattro udienze dedicata ai difensori dei 15 imputati accusati del crollo di Via Roma che il 3 ottobre 2011 costò la vita di Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza, Tina Cenci e Maria Cinquepalmi, quest'ultima figlia dell'imprenditore presso cui lavoravano a nero le altre 4 vittime.
Il primo legale a prender la parola è stato Carmine Di Paola, difensore di Cosimo Giannini, amministratore dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina collassata, dove i fratelli Chiarulli stavano eseguendo i lavori ritenuti causa del crollo. Una difesa a tutto tondo per spiegare le ragioni per cui, secondo il legale, l'imprenditore non va processato, contrariamente a quanto chiede, per lui e per tutti gli altri imputati, il pubblico ministero Giuseppe Maralfa.
Più che una difesa un'impresa. Tanto più alla luce delle sensazioni di molti altri difensori, secondo cui il gup rinvierà a giudizio tutti e 15 gli imputati. Né differenti elementi rispetto agli elementi d'accusa sembrano destinati a giungere al gup dagli stessi legali, che anzi sembrano già mentalizzati al dibattimento, tanto da evitare di scoprire mosse nell'ambito dell'udienza preliminare.
Le circostanze per invocare il "non luogo a procedere" le ha, invece, illustrate l'avvocato Costantino Palmitessa, legale e fratello dell'ingegnere comunale Rosario Palmitessa. L'udienza di oggi si è conclusa proprio con la sua arringa. Oggi invece spazio ai difensori degli altri 13 imputati, molti dei quali, per l'appunto, dovrebbero limitarsi a poche battute. In quest'ottica la decisione del gup sulle richieste di rinvio a giudizio potrebbe giungere prima della prevista data del 28 marzo. Stesso giorno in cui davanti al Tribunale del Riesame delle Misure Reali si discuterà il ricorso degli imputati contro il recente provvedimento del medesimo gup Zecchillo che, su richiesta del pm, ha disposto il sequestro conservativo fino a complessivi 2 milioni di euro di tutti i beni degli imputati, al fine di garantire il pagamento delle ingenti spese del procedimento penale per ora a carico dello Stato, tra cui quelle per la conservazione delle macerie del crollo.
Al provvedimento, che blocca indiscriminatamente tutti i beni (anche i conti correnti dove confluiscono salari e varie indennità) si è giunti per effetto di un'informativa della Guardia di Finanza di Barletta che ha evidenziato un "depauperamento patrimoniale" di alcuni imputati (Pietro Ceci, Cosimo Giannini, Giovanni Paparella, Antonio Sica, Vincenzo Zagaria) dopo la data del crollo: circostanza che, secondo i magistrati tranesi, costituirebbe pericolo per le casse dello Stato.
Il primo legale a prender la parola è stato Carmine Di Paola, difensore di Cosimo Giannini, amministratore dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina collassata, dove i fratelli Chiarulli stavano eseguendo i lavori ritenuti causa del crollo. Una difesa a tutto tondo per spiegare le ragioni per cui, secondo il legale, l'imprenditore non va processato, contrariamente a quanto chiede, per lui e per tutti gli altri imputati, il pubblico ministero Giuseppe Maralfa.
Più che una difesa un'impresa. Tanto più alla luce delle sensazioni di molti altri difensori, secondo cui il gup rinvierà a giudizio tutti e 15 gli imputati. Né differenti elementi rispetto agli elementi d'accusa sembrano destinati a giungere al gup dagli stessi legali, che anzi sembrano già mentalizzati al dibattimento, tanto da evitare di scoprire mosse nell'ambito dell'udienza preliminare.
Le circostanze per invocare il "non luogo a procedere" le ha, invece, illustrate l'avvocato Costantino Palmitessa, legale e fratello dell'ingegnere comunale Rosario Palmitessa. L'udienza di oggi si è conclusa proprio con la sua arringa. Oggi invece spazio ai difensori degli altri 13 imputati, molti dei quali, per l'appunto, dovrebbero limitarsi a poche battute. In quest'ottica la decisione del gup sulle richieste di rinvio a giudizio potrebbe giungere prima della prevista data del 28 marzo. Stesso giorno in cui davanti al Tribunale del Riesame delle Misure Reali si discuterà il ricorso degli imputati contro il recente provvedimento del medesimo gup Zecchillo che, su richiesta del pm, ha disposto il sequestro conservativo fino a complessivi 2 milioni di euro di tutti i beni degli imputati, al fine di garantire il pagamento delle ingenti spese del procedimento penale per ora a carico dello Stato, tra cui quelle per la conservazione delle macerie del crollo.
Al provvedimento, che blocca indiscriminatamente tutti i beni (anche i conti correnti dove confluiscono salari e varie indennità) si è giunti per effetto di un'informativa della Guardia di Finanza di Barletta che ha evidenziato un "depauperamento patrimoniale" di alcuni imputati (Pietro Ceci, Cosimo Giannini, Giovanni Paparella, Antonio Sica, Vincenzo Zagaria) dopo la data del crollo: circostanza che, secondo i magistrati tranesi, costituirebbe pericolo per le casse dello Stato.