Viva
Crollo di via Roma. Media e facili moralismi
Confusione a proposito delle cause. Attenzione a non confondere le tematiche
Barletta - sabato 8 ottobre 2011
Bisogna far chiarezza perchè molte reti nazionali hanno spostato la questione del "crollo della palazzina di Barletta" sul tema del "lavoro nero". La palazzina di via Roma non è crollata a causa dell'impiego irregolare. Le vittime avrebbero perso ugualmente la vita in questa tragica e maledetta vicenda anche con un contratto di lavoro regolare, perchè il palazzo era stato considerato agibile.
Affermando questo non si vuole in alcun modo giustificare o tutelare questo fenomeno sociale, nonostante la crisi economica stringa in una morsa ogni giorno più forte la classe operaia ed industriale, senza risparmiare nessuno (o quasi). L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, e quest'ultimo dovrebbe essere tutelato, assicurato e rispettato. Bisogna, tuttavia, prendere atto del fatto che in Italia questo sta diventando sempre più un'utopia che una realtà. Troppi giovani scappano dalla nazione in cerca di lavoro e di riconoscimento della loro formazione. E' ipocrita chi sostiene che questo sia un fenomeno esclusivo di Barletta o del Sud. Questa "piaga" è diffusa ovunque in Italia, in qualche città di più, in qualcun altra meno. E' necessario agire per attuare concrete soluzioni. Il punto è che questo argomento, messo in luce per caso o forse destino, dal tragico crollo, deve essere doverosamente trattato, in modo serio e concreto, come tema a parte. Non è questa, infatti, la causa del crollo. Non dimentichiamoci che in questa disperata vicenda ha perso la vita anche la figlia dello stesso titolare del laboratorio. Della serie "tutti nella stessa barca".
Le persone che hanno perso la propria abitazione e i familiari delle vittime ora soffrono e non si chiedono il perchè in Italia ci sia il lavoro nero ma perchè alcune vittime hanno perso la vita ed altre la casa in un palazzo considerato sicuro. Vogliono che l'attenzione su questa particolare vicenda si concentri su una giusta ricerca dei responsabili per evitare che altra gente possa non sentirsi al sicuro tra le mura piene di crepe della propria casa, scuola o ospedale. I moralismi sono facili quanto doverosi. Ma questa situazione dovrebbe essere trattata con maggiore rispetto e scissione di due argomenti ugualmente importanti ma che non sono la causa l'uno dell'altro. Parlarne, quindi, come tematiche differenti, portando maggiore rispetto per chi, in questo momento, soffre.
Affermando questo non si vuole in alcun modo giustificare o tutelare questo fenomeno sociale, nonostante la crisi economica stringa in una morsa ogni giorno più forte la classe operaia ed industriale, senza risparmiare nessuno (o quasi). L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, e quest'ultimo dovrebbe essere tutelato, assicurato e rispettato. Bisogna, tuttavia, prendere atto del fatto che in Italia questo sta diventando sempre più un'utopia che una realtà. Troppi giovani scappano dalla nazione in cerca di lavoro e di riconoscimento della loro formazione. E' ipocrita chi sostiene che questo sia un fenomeno esclusivo di Barletta o del Sud. Questa "piaga" è diffusa ovunque in Italia, in qualche città di più, in qualcun altra meno. E' necessario agire per attuare concrete soluzioni. Il punto è che questo argomento, messo in luce per caso o forse destino, dal tragico crollo, deve essere doverosamente trattato, in modo serio e concreto, come tema a parte. Non è questa, infatti, la causa del crollo. Non dimentichiamoci che in questa disperata vicenda ha perso la vita anche la figlia dello stesso titolare del laboratorio. Della serie "tutti nella stessa barca".
Le persone che hanno perso la propria abitazione e i familiari delle vittime ora soffrono e non si chiedono il perchè in Italia ci sia il lavoro nero ma perchè alcune vittime hanno perso la vita ed altre la casa in un palazzo considerato sicuro. Vogliono che l'attenzione su questa particolare vicenda si concentri su una giusta ricerca dei responsabili per evitare che altra gente possa non sentirsi al sicuro tra le mura piene di crepe della propria casa, scuola o ospedale. I moralismi sono facili quanto doverosi. Ma questa situazione dovrebbe essere trattata con maggiore rispetto e scissione di due argomenti ugualmente importanti ma che non sono la causa l'uno dell'altro. Parlarne, quindi, come tematiche differenti, portando maggiore rispetto per chi, in questo momento, soffre.