Viviana Damore intervista Emanuele Lanotte
Viviana Damore intervista Emanuele Lanotte
La città

Crollo di Via Roma, dopo il rinvio a giudizio, parliamo con Emanuele Lanotte

Gratitudine al sostituto Procuratore di Trani Giuseppe Maralfa. Precarietà e amarezza nella vita dopo il crollo, resta la gioia del piccolo Ruggiero

Sua moglie Emmanuella rimase intrappolata tra le macerie del crollo di via Roma, dalle quali fu miracolosamente estratta viva assieme al bambino che portava in grembo. A distanza di diciassette mesi da quel giorno fatale come procede la vostra vita familiare?
Mia moglie ha da pochissimo trovato la forza di reagire, da poco ha iniziato ad accettare di vedere le immagini del crollo quando casualmente le trasmettono nei telegiornali in tv. Spesso a mezzanotte inoltrata, stanchi delle fatiche del giorno, non troviamo pace nemmeno nel riposo, non riusciamo ad addormentarci, o nel sonno mia moglie è colta da incubi che la scuotono. Delle volte sente il tremolio del pavimento sotto i piedi, e così le notti passano in bianco e resta solo la stanchezza e l'amarezza di quei ricordi che non l'abbandoneranno mai.

Il sostituto Procuratore della Repubblica di Trani Giuseppe Maralfa non ha concesso sconti nell'udienza preliminare che si è tenuta pochi giorni fa. Gli esiti, almeno parziali, dell'udienza stessa sono corrispettivi alla vostra sete di giustizia?
Per come stanno procedendo le cose mi congratulo con il pm Giuseppe Maralfa, sia per la intransigente severità con cui conduce l'inchiesta che per l'umanità dimostrata nei nostri confronti. Inoltre le promesse sono state mantenute, e nonostante la conclamata lentezza della burocrazia e della giustizia in Italia, nel nostro caso la legge viaggia a grande velocità. Non ho potuto essere presente al processo, in quanto ho scelto di non assentarmi dal lavoro, ma informandomi sugli esiti dell'udienza preliminare sono alquanto perplesso per l'atteggiamento, tra l'altro abbastanza unanime, d'indifferenza degli imputati. Rifiutando il patteggiamento sembra quasi che non si sentano responsabili o penalizzabili, nonostante vi siano prove estremamente schiaccianti contro di loro. In secondo luogo mi ha fortemente colpito che sia stata dichiarata la responsabilità politica e non penale della delibera del 10 gennaio 2008 del consiglio comunale che voi di Barlettalife spesso ripetete dopo gli articoli sul triste fatto. Il giorno dei funerali nella tristezza del momento, ricordo uno tra i tanti striscioni appesi ai balconi che mi è rimasto fortemente impresso "Muore chi compie il suo dovere, per colpa di chi non l'ha mai fatto", credo che questo stia a rappresentare come non vi sia differenza tra tipi di responsabilità, ma semplicemente colpevolezza per non aver svolto il proprio dovere con tutto il cuore.

Sono passati diciassette mesi, riguardando al passato, ai momenti di gioia e spensieratezza nella vostra vita matrimoniale, cosa sente di aver perso, cosa non potrà più ritornare?
Non so se tornerà più la serenità di mia moglie, mentre al momento restano il problema di trovare una sistemazione definitiva, un lavoro per mia moglie. Sappiamo che dentro di noi resterà una ferita sempre aperta, è impossibile dimenticare quegli attimi di terrore. Io riesco a reagire più facilmente, mentre mia moglie è quella fortemente colpita. Mentre pranziamo guardando i Tg locali capita spesso che siano trasmesse le immagini delle macerie. A quel punto anche solo vedere scorrere in tv le immagini di un comodino, di una bambola o di un qualsiasi oggetto che faceva parte della nostra quotidianità, lascia spazio a ricordi e malinconie inesauribili.

Dei quattordici imputati chiamati a giudizio per omicidio plurimo colposo nel processo del crollo, per lei quanti sono quelli realmente e in prima persona più responsabili e da perseguire?
Mi documento molto, ogni giorno sulla questione del crollo, e per come la vedo io sei o sette persone sono realmente e personalmente responsabili, mentre alcuni si sono ritrovati invischiati nella vicenda senza farne effettivamente parte, molte accuse sono necessariamente dovute ricadere su figure simboliche.

Oltre il danno la beffa, sua moglie nonostante abbia vissuto una vicenda così drammatica ha anche perduto il lavoro. Quanto ha inciso questo nel suo percorso di risalita verso la serenità?
Mia moglie è stata brutalmente licenziata, poco dopo il crollo, nonostante avesse deciso di non cullarsi sugli allori, ma di riprendere immediatamente a lavorare. Questo non l'ha sicuramente aiutata a superare questo momento di profonda crisi personale, essendo da sempre abituata al contatto con la gente e alla responsabilità, si è ritrovata a vivere una situazione di forzata solitudine e inerzia.

Nel passaggio dalla solitudine e reclusione dell'albergo, all'avere una casa vostra vera e propria, vi siete ritrovati nell'equilibrio della vostra intimità familiare?
Nonostante la quotidiana cortesia del personale dell'albergo, lì in quindici metri non si riusciva a ricreare una situazione intima e di familiarità, si era costretti a pensare costantemente al motivo che ci aveva portati ad alloggiare tutti insieme in quella situazione poco naturale. Effettivamente da quando abbiamo riscoperto l'armonia dello stare in una casa vera e propria sembra che anche gli umori stiano migliorando, a questo proposito vorrei ringraziare le persone che ci hanno profondamente accolto e ci hanno dato una casa tutta nostra.

Nelle immagini, tra le macerie si intravedevano spiragli di vita, piccoli oggetti abbandonati alla malinconia del luogo. In un secondo momento siete riusciti a recuperare qualcuno di questi oggetti?
Purtroppo nulla, è stato come dover ricominciare a vivere partendo da zero. Fortunatamente siamo riusciti a risollevarci grazie alle persone che ci hanno principalmente aiutato sia a livello materiale che morale. Grazie a colleghi, amici e familiari abbiamo ricominciato a vivere.

Il momento economico che stiamo vivendo in Italia è difficile un po' per tutti, come affronta questo periodo di crisi una famiglia che ha dovuto ricominciare da zero?
Il momento non è assolutamente allegro, mia moglie è senza lavoro, magari se riuscisse a trovare un impiego potrebbe superare questo momento psicologico delicatissimo, l'unica gioia è Ruggiero che rallegra le nostre giornate, e nel quale riponiamo tutte le nostre speranze.

Nonostante tutto ciò che avete vissuto, ci sono dei momenti di sorriso e di speranza nella vostra casa?
La speranza si sa, è l'ultima a morire, perciò spero con tutto il cuore di riuscire ad acquistare casa, per poter regalare questo sogno a mia moglie. Ma la nostra gioia più grande è nostro figlio Ruggiero, un domani dovrà capire il miracolo di cui è stato protagonista, gli insegneremo ad amare la vita, poiché ancor prima di nascere ha ricevuto un grande dono. Un domani gli racconteremo delle numerose e bellissime parole che sono state spese su di lui, "il piccolo gladiatore" come lo ha definito qualcuno. Grazie anche all'amore della gente che ci è stata vicina il piccolo è nato tra i buoni auspici di chi sperava e credeva in lui, adesso a distanza di un anno e mezzo circa dalla sua nascita noto la sua caparbietà, forse dovuta all'inconsapevole forza di aver resistito con sua madre tra le macerie.
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