Francesco Corcella
Francesco Corcella
La città

Corcella (Cgil): «14 marzo 1956, si affermava la libertà del bisogno»

Un invito a riflettere sulle miserie e le difficoltà, allora come oggi

Nella memoria di Barletta e dei barlettani i fatti di quel lontano 14 Marzo 1956 sembrano essere sbiaditi i ricordi e gli spari che costarono la vita a dei civili. In quei drammatici giorni due braccianti, Giuseppe Dicorato e Giuseppe Spadaro, e l'operaio Giuseppe Lojodice morirono protestando in piazza. Questa la riflessione di Franco Corcella, Coordinatore della Camera Comunale del Lavoro CGIL di Barletta. «Queste brevi note- ricorda Corcella- furono scritte, per conto della CGIL, dall'amico Magistrato di Cassazione, Giandonato Napoletano, deceduto il 19 novembre 2011. Con me e con la moglie Titina Balestrucci aveva concorso nella ricerca della verità. Dopo 58 anni, lo stesso 14 marzo, la classe politica barlettana – in Consiglio Comunale - si chiama a discutere di altre miserie, che nulla hanno a che vedere con la storia di Barletta e con quella dei suoi uomini migliori. Che il ricordo di queste tre innocenti vittime possa essere di sprone per occuparvi con impegno, con priorità e con umile spirito di servizio, delle condizione di difficoltà che il popolo sta rivivendo».

Un ricordo a metà tra storia e riflessione, quello di Corcella: «Questo nostro lavoro è l'unico modo possibile per ricordare avvenimenti per troppo tempo dimenticati. Microstorie raccolte e rintracciate ed infine intrecciate non per ragioni di odio sociale o per additare particolari responsabilità, ma per conoscenza e comprensione dell'accaduto. Riteniamo che in questo nostro tempo si possa guardare a quella cultura che ha elementi e valori etici, morali e politici che unificano le coscienze e le individualità: essi sono sintesi di riferimenti storici che, a distanza di oltre cinquant'anni, rimangono ben vivi e possono ancora ricordarsi, in primo luogo, nella memoria della comunità barlettana per stimolare la conoscenza della sua storia e dell'asprezza dello scontro sociale verificatosi anche a Barletta in quegli anni difficili. Il 1956 fu anno di grandi tensioni in tutto il Paese.

Nel Mezzogiorno d'Italia, in quagli anni del secondo dopoguerra, la situazione era diventata insopportabile e ingiusta, anche a causa della politica repressiva praticata da classi dirigenti incapaci di dare risposte democratiche alle esigenze espresse dalle classi lavoratrici. Un clima particolarmente rigido si scarico su una economia già debole e povera, determinando diffuse e gravi situazioni di indigenza estrema. La gravità delle condizioni di miseria di tante famiglie di lavoratori e l'inadeguatezza della risposta governativa portarono la CGIL a mobilitarsi.

Sono trascorsi oltre cinquant'anni dai tristi e tragici giorni del 1956 ma nella nostra città nulla ricorda quei nostri tre morti; come se nulla fosse accaduto, come se Giuseppe Dicorato, Giuseppe Loiodice e Giuseppe Spadaro non fossero mai scesi in piazza, insieme a tanti altri loro compagni e concittadini e non fossero, purtroppo, morti per rivendicare in quel 14 marzo 1956 il diritto alla vera libertà: la libertà dal bisogno. Ci auguriamo che questo sangue barlettano versato non venga seppellito nell'oblio completo ma possa essere in qualche modo ricordato. Abbiamo ritenuto doverosa questa ricerca per rispondere alle accorate sollecitazioni di Francesco Loiodice, mai rassegnatosi al triste destino di suo fratello Giuseppe, che "manifestava per pane e lavoro ed è morto a causa di piombo legale».
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