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La città
Come sarebbe la “City Edition” per la serie A secondo Luigi Cascella
Il designer barlettano disegna le maglie delle squadre di serie A ispirandosi ad un'iniziativa della Nike
Barletta - martedì 16 gennaio 2018
20.32
L'idea c'è, anche se solo sulla carta ma il graphic designer barlettano fa sul serio. Tanto talento e solo ventitre anni dalla sua, dopo aver disegnato le divise del Barletta, Luigi Cascella alza il tiro puntando direttamente alla serie A. A seguito infatti della proposta lanciata da Nike e National Basket Association per rafforzare il rapporto tra tifoso e città, il designer barlettano ha pensato di riproporre l'idea anche per i venti militanti club calcistici della serie A. È nata così la "City Edition", che fonde l'innovazione creativa con i tradizionali colori. Lo abbiamo incontrato per capirne di più.
L'ultima volta hai disegnato le maglie per la squadra della tua città, com'è nata l'idea di disegnare anche quelle della serie A?
«L'idea è nata vedendo la solita geniale iniziativa di Nike, che ha messo a disposizione una divisa commemorativa per ogni franchigia dell'NBA. Ogni divisa rappresentava la città di provenienza della squadra. Un bel modo di mischiare sport e tradizione»
Il museo egizio per la Juventus, il duomo di Milano per l'Inter, i portici per il Bologna, una canzone di Rino Gaetano per il Crotone: com'è avvenuta la scelta per ciascuna squadra?
«E' tutto nato da un lungo brainstorming ed un lungo informarmi sulle tradizioni e il patrimonio culturale che ogni città ed ogni squadra avevano da offrirmi. É stato un bel viaggio, oltre a sperimentare sono venuto a conoscenza di cose che prima ignoravo completamente»
Quanto tempo hai impiegato per realizzarle?
«Ci ho messo più o meno tre settimane, una dedicata al brainstorming e due per la realizzazione ed eventuali correzioni in corso d'opera»
Qual è la maglia che ti è piaciuta maggiormente realizzare e perché?
«Mi ha divertito la realizzazione di ognuna, frutto di un intenso lavoro. Posso dire che quelle che però - a mio avviso - possano risultare più riuscite siano quelle di Inter, Juventus, Roma, Benevento, S.P.A.L., Cagliari e Genoa. Credo però che sia soggettivo. A me è piaciuta quella della Roma per il gusto estetico (nonostante nel significato la ritenga inferiore alle altre): l'effetto dell'elmo di un gladiatore mi è piaciuto sin dall'inizio»
ArèMake partito da Barletta ha fatto tappa a Bologna grazie a "Dischirotti". Raccontaci com'è andata
«Il progetto è stato presentato a Bologna lo scorso 29 settembre proprio grazie alla webzine "Dischirotti." che mi ha accolto e mi ha permesso di far conoscere i miei lavori. Ho avuto modo di parlare con molti addetti ai lavori, in campo musicale ed artistico, ed è stata una bella esperienza, sia a livello umano sia a livello personale. Mi ha arricchito. La mostra, poi, è stata ospitata a Verona a dicembre scorso e il 3 febbraio farà tappa a Tivoli»
Le idee a te certo non mancano, puoi svelarci qualche nuovo progetto a cui stai lavorando o pensi di lavorarvi in futuro?
«Per il momento penserò a revisionare il mio ultimo progetto, le correzioni e i suggerimenti sono stati tanti, dunque ho ancora della strada da percorrere verso la perfezione. Priorità assoluta, però, la darò alla mia tesi di laurea oramai imminente. In futuro chi lo sa, magari punterò ancora verso il design delle magliette per il Barletta Calcio, l'occasione sognata quest'estate mi incoraggia a riprovarci»
L'ultima volta hai disegnato le maglie per la squadra della tua città, com'è nata l'idea di disegnare anche quelle della serie A?
«L'idea è nata vedendo la solita geniale iniziativa di Nike, che ha messo a disposizione una divisa commemorativa per ogni franchigia dell'NBA. Ogni divisa rappresentava la città di provenienza della squadra. Un bel modo di mischiare sport e tradizione»
Il museo egizio per la Juventus, il duomo di Milano per l'Inter, i portici per il Bologna, una canzone di Rino Gaetano per il Crotone: com'è avvenuta la scelta per ciascuna squadra?
«E' tutto nato da un lungo brainstorming ed un lungo informarmi sulle tradizioni e il patrimonio culturale che ogni città ed ogni squadra avevano da offrirmi. É stato un bel viaggio, oltre a sperimentare sono venuto a conoscenza di cose che prima ignoravo completamente»
Quanto tempo hai impiegato per realizzarle?
«Ci ho messo più o meno tre settimane, una dedicata al brainstorming e due per la realizzazione ed eventuali correzioni in corso d'opera»
Qual è la maglia che ti è piaciuta maggiormente realizzare e perché?
«Mi ha divertito la realizzazione di ognuna, frutto di un intenso lavoro. Posso dire che quelle che però - a mio avviso - possano risultare più riuscite siano quelle di Inter, Juventus, Roma, Benevento, S.P.A.L., Cagliari e Genoa. Credo però che sia soggettivo. A me è piaciuta quella della Roma per il gusto estetico (nonostante nel significato la ritenga inferiore alle altre): l'effetto dell'elmo di un gladiatore mi è piaciuto sin dall'inizio»
ArèMake partito da Barletta ha fatto tappa a Bologna grazie a "Dischirotti". Raccontaci com'è andata
«Il progetto è stato presentato a Bologna lo scorso 29 settembre proprio grazie alla webzine "Dischirotti." che mi ha accolto e mi ha permesso di far conoscere i miei lavori. Ho avuto modo di parlare con molti addetti ai lavori, in campo musicale ed artistico, ed è stata una bella esperienza, sia a livello umano sia a livello personale. Mi ha arricchito. La mostra, poi, è stata ospitata a Verona a dicembre scorso e il 3 febbraio farà tappa a Tivoli»
Le idee a te certo non mancano, puoi svelarci qualche nuovo progetto a cui stai lavorando o pensi di lavorarvi in futuro?
«Per il momento penserò a revisionare il mio ultimo progetto, le correzioni e i suggerimenti sono stati tanti, dunque ho ancora della strada da percorrere verso la perfezione. Priorità assoluta, però, la darò alla mia tesi di laurea oramai imminente. In futuro chi lo sa, magari punterò ancora verso il design delle magliette per il Barletta Calcio, l'occasione sognata quest'estate mi incoraggia a riprovarci»