Associazioni
Cibo e presidi medici per l'Ucraina: parte il primo carico da Barletta
La raccolta dell'Ambulatorio popolare con l'Associazione Italo Ucraina di Puglia e Basilicata
Barletta - sabato 5 marzo 2022
10.00 Comunicato Stampa
«Noi dell'Ambulatorio Popolare di Barletta, come altri, stiamo partecipando alla cordata di solidarietà in favore delle persone colpite dalla guerra alle porte dell'Europa». Inizia così la nota firmata dai volontari dell'Ambulatorio popolare di Barletta.
«Abbiamo atteso molto prima di attivare il nostro punto di raccolta, sulla scorta dell'esperienza maturata sul campo e sulle prime linee di ogni crisi: dalla pandemia, in cui abbiamo sostenuto un numero di persone e di famiglie così alto che non sappiamo nemmeno quantificare, al soccorso alle persone migranti sulla rotta balcanica, dalla Grecia alla Polonia, passando dalla Romania, Croazia, Bosnia e Bielorussia.
Abbiamo atteso per poter, prima di chiedere solidarietà alle persone, controllare la serietà dei canali per mezzo dei quali i nostri aiuti giungeranno in Ucraina. Abbiamo indagato sulla serietà delle reti e delle linee di stoccaggio dei beni che progressivamente si sono proposte e ne abbiamo escluse molte: alla fine abbiamo verificato la serietà delle articolazioni meridionali dell'Associazione Italo Ucraina. In particolare, consegneremo gli aiuti che raccoglieremo alla Associazione Italo Ucraina di Puglia e Basilicata, accreditata da molte testate giornalistiche cosi come verificabile in rete, a cui si stanno riferendo quasi tutte le organizzazioni di Trani e Andria: e a cui, per tutti questi motivi abbiamo deciso di fare riferimento anche noi come primo centro di stoccaggio.
Confermiamo perciò la raccolta dei generi alimentari e presidi medici. Siamo sicuri di quello che stiamo facendo con la consueta serietà e onestà che ci ha sempre contraddistinti, e che ci ha in breve tempo resi un punto di riferimento per le attività mutualistiche in tutta la nostra provincia e anche oltre, con la stima delle Autorità locali e regionali.
Ma oggi un episodio ci ha feriti molto. Sta circolando in modo incontrollato su whatsapp, in numerose chat che contano moltissimi componenti, una nota vocale con cui si sta tentando di screditare il nostro operato. Una nota vocale in cui si insinua che la nostra associazione sarebbe quanto meno opaca nella gestione della raccolta degli aiuti.
Per il contenuto della nota in questione, abbiamo conferito mandato ai legali di MGA - sindacato nazionale forense per tutelare l'onorabilità dell'Ambulatorio Popolare e di tutte e tutti i suoi componenti in sede giudiziaria, sia civile che penale.
Per il resto, la solidarietà non si ferma. Domani partirà dalla nostra sede di Barletta il primo carico destinato al centro di stoccaggio di Bari, in Via Giulio Petroni, 21 D. Altri ne partiranno in seguito, compatibilmente con la capacità di questa rete di stoccare e trasportare i beni. CI saranno problemi? Certamente. E' una guerra. Le situazioni al fronte mutano di giorno in giorno, con una rapidità e una crudezza che nessuno, qui, al caldo, è abituato ad immaginare: nemmeno noi. Ma noi andiamo avanti.
Resta la ferita cagionata dal fatto che qualcuno, anziché pensare ad alleviare le sofferenze dei nostri fratelli e delle nostre sorelle ucraine e ad attivarsi per questo scopo, preferisce passare il suo tempo a gettare fango su chi, quotidianamente, senza sosta, fra mille difficoltà, ha conquistato la stima e l'affetto di tutti e tutte, e lotta perché nessuno, davvero nessuno, resti indietro: senza alcun tornaconto che non sia la felicità di essere stati sempre, e di rimanere sempre, umani».
«Abbiamo atteso molto prima di attivare il nostro punto di raccolta, sulla scorta dell'esperienza maturata sul campo e sulle prime linee di ogni crisi: dalla pandemia, in cui abbiamo sostenuto un numero di persone e di famiglie così alto che non sappiamo nemmeno quantificare, al soccorso alle persone migranti sulla rotta balcanica, dalla Grecia alla Polonia, passando dalla Romania, Croazia, Bosnia e Bielorussia.
Abbiamo atteso per poter, prima di chiedere solidarietà alle persone, controllare la serietà dei canali per mezzo dei quali i nostri aiuti giungeranno in Ucraina. Abbiamo indagato sulla serietà delle reti e delle linee di stoccaggio dei beni che progressivamente si sono proposte e ne abbiamo escluse molte: alla fine abbiamo verificato la serietà delle articolazioni meridionali dell'Associazione Italo Ucraina. In particolare, consegneremo gli aiuti che raccoglieremo alla Associazione Italo Ucraina di Puglia e Basilicata, accreditata da molte testate giornalistiche cosi come verificabile in rete, a cui si stanno riferendo quasi tutte le organizzazioni di Trani e Andria: e a cui, per tutti questi motivi abbiamo deciso di fare riferimento anche noi come primo centro di stoccaggio.
Confermiamo perciò la raccolta dei generi alimentari e presidi medici. Siamo sicuri di quello che stiamo facendo con la consueta serietà e onestà che ci ha sempre contraddistinti, e che ci ha in breve tempo resi un punto di riferimento per le attività mutualistiche in tutta la nostra provincia e anche oltre, con la stima delle Autorità locali e regionali.
Ma oggi un episodio ci ha feriti molto. Sta circolando in modo incontrollato su whatsapp, in numerose chat che contano moltissimi componenti, una nota vocale con cui si sta tentando di screditare il nostro operato. Una nota vocale in cui si insinua che la nostra associazione sarebbe quanto meno opaca nella gestione della raccolta degli aiuti.
Per il contenuto della nota in questione, abbiamo conferito mandato ai legali di MGA - sindacato nazionale forense per tutelare l'onorabilità dell'Ambulatorio Popolare e di tutte e tutti i suoi componenti in sede giudiziaria, sia civile che penale.
Per il resto, la solidarietà non si ferma. Domani partirà dalla nostra sede di Barletta il primo carico destinato al centro di stoccaggio di Bari, in Via Giulio Petroni, 21 D. Altri ne partiranno in seguito, compatibilmente con la capacità di questa rete di stoccare e trasportare i beni. CI saranno problemi? Certamente. E' una guerra. Le situazioni al fronte mutano di giorno in giorno, con una rapidità e una crudezza che nessuno, qui, al caldo, è abituato ad immaginare: nemmeno noi. Ma noi andiamo avanti.
Resta la ferita cagionata dal fatto che qualcuno, anziché pensare ad alleviare le sofferenze dei nostri fratelli e delle nostre sorelle ucraine e ad attivarsi per questo scopo, preferisce passare il suo tempo a gettare fango su chi, quotidianamente, senza sosta, fra mille difficoltà, ha conquistato la stima e l'affetto di tutti e tutte, e lotta perché nessuno, davvero nessuno, resti indietro: senza alcun tornaconto che non sia la felicità di essere stati sempre, e di rimanere sempre, umani».