Madonna dello Sterpeto
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Religioni

«Chiediamo alla Madonna dello Sterpeto che ci aiuti a comprendere che la vera ricchezza sono le persone»

L'omelia dell'arcivescovo D'Ascenzo in occasione della Traslazione dell’icona della Madonna dello Sterpeto

Nella giornata di ieri, primo maggio, in occasione della Traslazione dell'icona della Madonna dello Sterpeto dal Santuario alla Basilica di Santa Maria Maggiore, l'arcivescovo mons. Leonardo D'Ascenzo ha pronunciato questa omelia.

"La Madonna dello Sterpeto Nostro Aiuto"


«Domenica scorsa il Vangelo ci ha raccontato due apparizioni di Gesù risorto. La prima, la sera di Pasqua, alla comunità dei discepoli, impaurita e chiusa in casa, mancava Tommaso. La seconda, una settimana dopo, alla presenza di Tommaso. Un tema centrale è stato quello della comunione. Anche se timorosi, carenti di coraggio, chiusi in casa per evitare il pericolo di finire come Gesù, in croce, la comunione, lo stare insieme, il volersi bene aveva loro permesso di incontrare Gesù, di fare l'esperienza del Risorto.

Questa domenica, come abbiamo appena ascoltato, il vangelo ci racconta un'altra manifestazione di Gesù risorto alla comunità dei suoi discepoli che continua ad essere problematica: un gruppo che registra la mancanza di alcune persone. Sono in sette e, togliendo Giuda Iscariota, ne mancano quattro. Sono passati più di duemila anni e ancora continuiamo a vivere queste difficoltà. Oggi siamo in tanti, ed è una esperienza spirituale, di preghiera, di testimonianza di fede bellissima. Se però pensiamo ai diversi momenti della vita ecclesiale – la messa, gli incontri formativi, le diverse attività proposte dalle parrocchie o dalla Diocesi… - dobbiamo dire che manca sempre qualcuno. Questo a livello dei gruppi, delle diverse aggregazioni laicali, delle parrocchie, delle città, della diocesi, del presbiterio: manca sempre qualcuno. Non siamo mai tutti come dovremmo essere. Non si tratta di essere pochi o tanti, ma tutti come dovremmo essere. Vorrei che chiedessimo alla Madonna di aiutarci ad essere presenti, fisicamente, con la mente, la parola, il cuore, l'affetto, come avviene in ogni famiglia. Quando non si sta insieme in questa maniera, non si ama come si dovrebbe la chiesa e ci si priva di fare l'esperienza del Signore risorto.

A questo aspetto dobbiamo aggiungerne un altro. Questi discepoli sembrano persone che hanno messo da parte la consegna di Gesù nell'apparizione la sera di Pasqua: "Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi…". Anziché essere pieni di entusiasmo e di impegno in ordine all'opera missionaria per annunciare la buona novella del vangelo, la risurrezione di Gesù, a tutto il mondo, sembrano piuttosto privi di motivazioni e, seguendo Pietro che prende l'iniziativa, tornano a fare quello che avevano sempre fatto: vanno a pescare. Non sono proiettati verso il futuro, fanno un passo indietro nel loro cammino di discepoli. Da pescatori di uomini come Gesù li aveva costituiti, tornano pescatori di pesci, riprendono il mestiere precedente, tornano alla vita di prima. "Ma in quella notte non presero nulla". Chissà quale delusione nel loro cuore a seguito di quel clamoroso fallimento.

Questo riferimento alla pesca, al lavoro, è oggi per noi invito a farci vicini a tutti i lavoratori con la nostra preghiera. Chiediamo alla Madonna dello Sterpeto che ci aiuti a comprendere, come dicono i Vescovi italiani in questo 1 maggio, che La vera ricchezza sono le persone. Per questo è necessario fare ogni sforzo, impegnare tutti gli investimenti necessari, avere il massimo rispetto della dignità della persona del lavoratore per passare – come ancora dicono i Vescovi - dal dramma delle morti sul lavoro alla cultura della cura. Ricordiamo in questa messa i tanti, ancora troppi, morti sul lavoro.

Accanto alle problematiche del gruppo dei discepoli di Gesù, il vangelo di oggi ci descrive anche il loro slancio di fiducia nei confronti di quel personaggio che dalla riva li invita a gettare di nuovo la rete. A tentare di nuovo proprio lì dove, nonostante la loro capacità ed esperienza, non sono riusciti a prendere nulla. Quella persona non è un uomo qualsiasi. La sua parola li tocca e li smuove nel più profondo delle loro persone. Gettano la rete e non riescono più a tirarla su per la grande quantità di pesci.

"È il Signore", dice il discepolo che Gesù amava. E allora dopo aver gettato le reti, Pietro stesso si getta in acqua per raggiungerlo nel più breve tempo possibile.

Facciamo tesoro di questo insegnamento e ricordiamo sempre che senza Gesù non possiamo far nulla. Con Lui, anche il luogo del fallimento può diventare opportunità di ripresa, di vita nuova. Anche nelle nostre difficoltà, quando non riusciamo a vedere bene perché nella nostra vita non c'è sufficiente luce, o non abbiamo forza, motivazione ed entusiasmo come vorremmo, manteniamo la certezza che Gesù è presente, ci segue, si prende cura di noi. Lo è anche in questo tempo di grandi incertezze e forti preoccupazioni a motivo di una pandemia dalla quale ancora non riusciamo a venir fuori; a causa delle guerre e della guerra in Ucraina che continua nella sua follia sacrilega a seminare morte, distruzione, sofferenza e dolore nella vita di milioni di persone; dalle conseguenze gravi che ci saranno nel mondo intero e che ancora non siamo in grado di valutare nella loro reale portata. Al cuore immacolato della Madonna abbiamo consacrato l'umanità chiedendo nella preghiera che cessi ogni guerra, vengano deposte le armi per seguire l'unico percorso degno dell'essere umano: l'incontro, l'accoglienza, la ricerca di soluzioni pacifiche rispettose del pensiero e delle attese della gente e non assoggettate alla ricerca di potere, vendette, interessi di pochi.

Gettiamoci nel mare della storia per testimoniare il vangelo. Affrontiamo la nostra vita e, con la consapevolezza della presenza di Gesù che non ci lascia soli, sulla sua parola affrontiamo anche i fallimenti. Sentiamoci corresponsabili in rapporto alla vita della nostra Chiesa con la nostra presenza, con l'amore. Il Signore proprio a questo ci chiama.

Auguro a tutti un buon mese di maggio. Sia tempo proficuo di preghiera e di crescita nel rapporto con Dio e nelle relazioni fraterne tra noi. Maria Santissima dello Sterpeto ci accompagni con cuore di madre».
  • Maria Santissima dello Sterpeto
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