Religioni
"Che cosa dobbiamo fare?"
La domenica della Gioia
Barletta - domenica 13 dicembre 2015
10.36
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: "Che cosa dobbiamo fare?". Rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto". Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: "Maestro, che dobbiamo fare?". Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". Lo interrogavano anche alcuni soldati; "E noi che dobbiamo fare?". Rispose: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe".
Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile". Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
La terza domenica di Avvento è tradizionalmente detta "Gaudete" a motivo dell'invito a gioire perché "il Signore è vicino" così come si esprime sia il canto d'ingresso sia la seconda lettura. Anche il colore violaceo viene lasciato per un giorno per dare spazio al colore liturgico rosaceo. D'altra parte questo tempo liturgico è di natura differente rispetto al tempo quaresimale, di matrice assai più penitenziale. Ed è la seconda domenica consecutiva che il Vangelo fissa la sua attenzione sulla figura del Battista. Con la sua predicazione siamo praticamente già nel Nuovo Testamento, dal momento che la Parola di Dio ha preferito non i palazzi del potere né lo stesso tempio di Gerusalemme ma il deserto di Giuda, con questo predicatore itinerante dai toni decisamente apocalittici, che senza provocare paure suscitano tuttavia interrogativi! Ed infatti, difronte alla predicazione di Giovanni Battista, tre categorie di persone chiederanno: che cosa dobbiamo fare? Da notare che questi versetti sono tipici ed esclusivi di San Luca. Anzitutto la folla pone la domanda e si sente rispondere di condividere cibo e vestito, come a dire che la condivisione è il primo modo di prepararsi ad entrare nel Regno di Dio. Poi quella particolarissima categoria di persone, che sono i pubblicani, ovvero persone di origine ebraica che riscuotevano le tasse per conto dei dominatori romani ed evidentemente erano viste di cattivo occhio dai connazionali nonché correligionari. A costoro Giovanni risponde non ordinando di lasciare il loro lavoro, ma di svolgerlo onestamente, senza arricchirsi indebitamente. La terza categoria di persone che chiede il da farsi è costituita dai soldati, tradizionalmente ritenuti dagli ebrei come gente "senza Dio" perché pagani. A questi il Battista risponde chiedendo di non lasciarsi andare in furti e maltrattamenti.
A quanti poi si interrogavano se fosse lui il Cristo, egli risponde con alcune immagini molto belle, sebbene vadano comprese nel loro significato anche storico. Anzitutto il battesimo: quello predicato da Giovanni era un battesimo di conversione, quello di Cristo sarebbe stato in Spirito Santo e fuoco per la remissione dei peccati. Poi c'è l'immagine dei sandali, che non significa semplicemente che Giovanni fosse una persona umile ma che si richiamava ad un antico costume ebraico, ove una donna riceveva come marito, che quindi non sceglieva lei, uno a cui spettasse questo diritto; se costui rifiutava, per indicare la cessione del diritto, nella pubblica piazza, a costui veniva sfilato il sandalo e ceduto al nuovo pretendente, che avrebbe reso quella donna feconda. Allora ciò nella predicazione del Battista significava: non sarò io a rendere fecondo questo popolo sterile nel suo rapporto con Dio ma Colui che deve venire. Poi l'ultima immagine, quella del ventilabro, antico strumento atto a separare, con l'aiuto del vento, il grano dalla pula. Come possiamo notare tutte immagini che richiamano alla realtà del discernimento in vista della sua venuta. Chiediamoci semplicemente: ed io che cosa devo fare? Dall'adempimento della Sua volontà scaturirà anche per noi la gioia!
Buona domenica!
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: "Che cosa dobbiamo fare?". Rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto". Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: "Maestro, che dobbiamo fare?". Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". Lo interrogavano anche alcuni soldati; "E noi che dobbiamo fare?". Rispose: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe".
Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile". Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
La terza domenica di Avvento è tradizionalmente detta "Gaudete" a motivo dell'invito a gioire perché "il Signore è vicino" così come si esprime sia il canto d'ingresso sia la seconda lettura. Anche il colore violaceo viene lasciato per un giorno per dare spazio al colore liturgico rosaceo. D'altra parte questo tempo liturgico è di natura differente rispetto al tempo quaresimale, di matrice assai più penitenziale. Ed è la seconda domenica consecutiva che il Vangelo fissa la sua attenzione sulla figura del Battista. Con la sua predicazione siamo praticamente già nel Nuovo Testamento, dal momento che la Parola di Dio ha preferito non i palazzi del potere né lo stesso tempio di Gerusalemme ma il deserto di Giuda, con questo predicatore itinerante dai toni decisamente apocalittici, che senza provocare paure suscitano tuttavia interrogativi! Ed infatti, difronte alla predicazione di Giovanni Battista, tre categorie di persone chiederanno: che cosa dobbiamo fare? Da notare che questi versetti sono tipici ed esclusivi di San Luca. Anzitutto la folla pone la domanda e si sente rispondere di condividere cibo e vestito, come a dire che la condivisione è il primo modo di prepararsi ad entrare nel Regno di Dio. Poi quella particolarissima categoria di persone, che sono i pubblicani, ovvero persone di origine ebraica che riscuotevano le tasse per conto dei dominatori romani ed evidentemente erano viste di cattivo occhio dai connazionali nonché correligionari. A costoro Giovanni risponde non ordinando di lasciare il loro lavoro, ma di svolgerlo onestamente, senza arricchirsi indebitamente. La terza categoria di persone che chiede il da farsi è costituita dai soldati, tradizionalmente ritenuti dagli ebrei come gente "senza Dio" perché pagani. A questi il Battista risponde chiedendo di non lasciarsi andare in furti e maltrattamenti.
A quanti poi si interrogavano se fosse lui il Cristo, egli risponde con alcune immagini molto belle, sebbene vadano comprese nel loro significato anche storico. Anzitutto il battesimo: quello predicato da Giovanni era un battesimo di conversione, quello di Cristo sarebbe stato in Spirito Santo e fuoco per la remissione dei peccati. Poi c'è l'immagine dei sandali, che non significa semplicemente che Giovanni fosse una persona umile ma che si richiamava ad un antico costume ebraico, ove una donna riceveva come marito, che quindi non sceglieva lei, uno a cui spettasse questo diritto; se costui rifiutava, per indicare la cessione del diritto, nella pubblica piazza, a costui veniva sfilato il sandalo e ceduto al nuovo pretendente, che avrebbe reso quella donna feconda. Allora ciò nella predicazione del Battista significava: non sarò io a rendere fecondo questo popolo sterile nel suo rapporto con Dio ma Colui che deve venire. Poi l'ultima immagine, quella del ventilabro, antico strumento atto a separare, con l'aiuto del vento, il grano dalla pula. Come possiamo notare tutte immagini che richiamano alla realtà del discernimento in vista della sua venuta. Chiediamoci semplicemente: ed io che cosa devo fare? Dall'adempimento della Sua volontà scaturirà anche per noi la gioia!
Buona domenica!