Cronaca
Caracciolo, Crudele e Corcella indagati dalla Procura di Trani per tentata concussione
Avrebbero preteso dalla società Delta Concerti 50 biglietti gratuiti per il concerto di Renato Zero. Il fatto risale al 20 ottobre 2009
Barletta - martedì 7 febbraio 2012
17.37
Dopo due anni e mezzo di accuse pungenti, intrecci politici e difese risultate evidentemente poco convincenti, fa un deciso passo in avanti lo strano "triangolo" che vide protagonisti in data 20 ottobre 2009 tre persone molto note nei salotti della politica barlettana: il consigliere regionale e comunale Filippo Caracciolo, l'assessore Pasquale Corcella e il consigliere Giuseppe Crudele, tutti appartenenti al Pd. I tre sono stati iscritti nella giornata di ieri al registro degli indagati dalla Procura di Trani dal Pm Marco D'Agostino (ora trasferito presso la Procura di Brindisi) per aver, stando a quanto si desume nel verbale, preteso dalla società Delta Concerti 50 biglietti gratuiti per il concerto del cantautore Renato Zero, tenutosi a Barletta in data 20 ottobre 2009 presso il "PalaDisfida". Il reato contestato ai tre esponenti politici è quello di "tentata concussione". La vicenda, ancora fresca nella memoria dei barlettani, suscitò diverse critiche all'amministrazione-Maffei, al centro di una "lotta intestina" per una cattiva gestione del succitato palazzetto
I fatti sotto accusa, secondo la ricostruzione dei fatti operata dalla Procura, non hanno poi trovato realizzazione perché i biglietti della discordia non furono effettivamente recapitati ai richiedenti. Le origini dell'inchiesta sono da trovarsi in una pubblica accusa di Corcella, il quale puntava il dito contro l'eccessiva emissione di tickets gratuiti e il mancato versamento del "canonico" 2% sui proventi dei biglietti al Comune di Barletta da parte dell'ente organizzatore dell'evento, Delta Concerti. Paradossalmente la posizione più grave appare proprio quella di Corcella, sul quale pende anche l'accusa di concorso in falso, insieme al vigile del fuoco Fedele Giuseppe Baylon: i due avrebbero infatti scritto e firmato di propria mano una relazione che giudicava i posti messi a disposizione per i concerti eccedenti rispetto alla capienza del palazzetto barlettano. I due avrebbero operato in sinergia: Corcella richiedendo il controllo da parte di Baylon, il vigile del fuoco avallando e manipolando il detto controllo.
L'inchiesta della Procura di Trani contempla anche un secondo capitolo che vede coinvolti altri due barlettani: nel filone relativo alle elezioni regionali del marzo 2010, nelle quali quattro consiglieri barlettani (Alfarano, Mennea, Pastore e lo stesso Caracciolo) furono eletti per un seggio in via Capruzzi, è stato addebutato il reato di violazione della legge elettorale e di falso a Katia Scelzi, componente del Cda della Barsa, e a Matteo Russo, elettore barlettano colpevole, stando ai fatti ricostruiti dalla Procura, di aver votato per due volte, la prima nel seggio elettorale sbagliato, e la seconda in quello di appartenenza.
I fatti sotto accusa, secondo la ricostruzione dei fatti operata dalla Procura, non hanno poi trovato realizzazione perché i biglietti della discordia non furono effettivamente recapitati ai richiedenti. Le origini dell'inchiesta sono da trovarsi in una pubblica accusa di Corcella, il quale puntava il dito contro l'eccessiva emissione di tickets gratuiti e il mancato versamento del "canonico" 2% sui proventi dei biglietti al Comune di Barletta da parte dell'ente organizzatore dell'evento, Delta Concerti. Paradossalmente la posizione più grave appare proprio quella di Corcella, sul quale pende anche l'accusa di concorso in falso, insieme al vigile del fuoco Fedele Giuseppe Baylon: i due avrebbero infatti scritto e firmato di propria mano una relazione che giudicava i posti messi a disposizione per i concerti eccedenti rispetto alla capienza del palazzetto barlettano. I due avrebbero operato in sinergia: Corcella richiedendo il controllo da parte di Baylon, il vigile del fuoco avallando e manipolando il detto controllo.
L'inchiesta della Procura di Trani contempla anche un secondo capitolo che vede coinvolti altri due barlettani: nel filone relativo alle elezioni regionali del marzo 2010, nelle quali quattro consiglieri barlettani (Alfarano, Mennea, Pastore e lo stesso Caracciolo) furono eletti per un seggio in via Capruzzi, è stato addebutato il reato di violazione della legge elettorale e di falso a Katia Scelzi, componente del Cda della Barsa, e a Matteo Russo, elettore barlettano colpevole, stando ai fatti ricostruiti dalla Procura, di aver votato per due volte, la prima nel seggio elettorale sbagliato, e la seconda in quello di appartenenza.