La città
La brezza d’autunno puzza di Barletta
Tranquilla mattinata al sapor chimico per le vie di Medaglie d’oro
Barletta - giovedì 20 ottobre 2016
11.55
Un quartiere-trincea, quello compreso tra via Alvisi e via Andria, in cui gli abitanti vivono da due giorni in un incubo. Ma non quelli paurosi, da sudore freddo e da risveglio automatico, ma quelli sottili che ti lasciano un malessere interiore. Sottili come l'odore penetrante che aumenta pian piano ci si avvicini verso sud.
La puzza acre e fastidiosa sembra avere doti inaspettate: tra via Chieffi e via Vitrani si respira aria di normalità, oltre all'olezzo chimico. La normalità del mercato all'aperto, con le belle verdure all'incanto che normalmente profumano di fresco (oggi un po' meno, ma non per colpa della verzura). La normalità del venditore di pesce "all'angolo" che un giorno sì e una settimana no viene raggiunto dalle forze dell'ordine per lo sgombero. Anche i pesci nelle consuete vaschette bianche, irrorati come si conviene dallo smog delle auto e normalmente "puzzolenti" di mare e gasolio, oggi non riescono ad esprimersi al meglio.
"Puzza, governo ladro" è pensiero di molti. Le signore che in massa al bar scelgono tra espressino scuro, chiaro e chiarissimo, non sembrano parlare d'altro. Gli anziani sulle panchine di via Vitrani non hanno più un buon olfatto (forse la prolungata esposizione) ma esprimono un fiero disappunto.
«Oggi non si può respirare» declama l'oriundo residente di Patalini in visita di dispiacere a Medaglie d'oro, alzando gli occhi al cielo per cercare qualche divinità e intercettando casualmente un paio di ciminiere.
E' la brezza d'autunno che si sposa con il pensiero sottile, qualche colpo di tosse, i malanni di stagione e la normalità di barlettani avvezzi alla pigra accettazione. In buona sostanza "va così" tra una puzza da disastro ambientale e qualche malattia incurabile. Mi potrebbe portare un cornetto crema e nutella assieme all'espressino?
La puzza acre e fastidiosa sembra avere doti inaspettate: tra via Chieffi e via Vitrani si respira aria di normalità, oltre all'olezzo chimico. La normalità del mercato all'aperto, con le belle verdure all'incanto che normalmente profumano di fresco (oggi un po' meno, ma non per colpa della verzura). La normalità del venditore di pesce "all'angolo" che un giorno sì e una settimana no viene raggiunto dalle forze dell'ordine per lo sgombero. Anche i pesci nelle consuete vaschette bianche, irrorati come si conviene dallo smog delle auto e normalmente "puzzolenti" di mare e gasolio, oggi non riescono ad esprimersi al meglio.
"Puzza, governo ladro" è pensiero di molti. Le signore che in massa al bar scelgono tra espressino scuro, chiaro e chiarissimo, non sembrano parlare d'altro. Gli anziani sulle panchine di via Vitrani non hanno più un buon olfatto (forse la prolungata esposizione) ma esprimono un fiero disappunto.
«Oggi non si può respirare» declama l'oriundo residente di Patalini in visita di dispiacere a Medaglie d'oro, alzando gli occhi al cielo per cercare qualche divinità e intercettando casualmente un paio di ciminiere.
E' la brezza d'autunno che si sposa con il pensiero sottile, qualche colpo di tosse, i malanni di stagione e la normalità di barlettani avvezzi alla pigra accettazione. In buona sostanza "va così" tra una puzza da disastro ambientale e qualche malattia incurabile. Mi potrebbe portare un cornetto crema e nutella assieme all'espressino?