Politica
Bat, provincia work in progress tra scippi e bilanci
Assemblea del Comitato di lotta e del Mida. Molti gli esponenti politici presenti in sala
Barletta - lunedì 31 maggio 2010
22.45
Nella serata di sabato, presso la sala conferenze del Circolo Unione di Barletta, l'assemblea cittadina del Mida e del Comitato di Lotta Barletta Provincia. Dopo le ultime novità che riguardano l'approvazione del bilancio della tanto discussa Bat, il Comitato sente la necessità di riunirsi nuovamente per tastare gli umori e per programmare il futuro, che si profila pieno di nuvole ed incertezze. Un futuro di lotta per Barletta, ormai costretta da oltre un secolo a lottare per rivendicare la propria autonomia. Quella stessa autonomia che solo pochi giorni fa è stata scippata alla città della Disfida. La sala era piena in ogni ordine di posto e all'assemblea sono intervenute diverse personalità di spicco della politica cittadina e provinciale: Antonio Comitangelo, consigliere del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Sen. Carlo Giovanardi; Reginaldo Seccia e Marcello Lanotte, consiglieri comunali; il consigliere provinciale Michele Dicorato, Bernardo Lodispoto, presidente della commissione per lo statuto della Bat, Sergio Evangelista, dirigente provinciale; il consigliere provinciale Francesco Di Feo; Il vice-sindaco di Trinitapoli Nicola Di Feo; l'ex sindaco di Bisceglie Francesco Napoletano; e infine il sindaco di Barletta Nicola Maffei.
Il dibattito inizia con la lettura da parte del segretario del Mida Nardo Binetti del messaggio di solidarietà nei confronti della città di Barletta a firma del Sindaco di Palazzo San Gervasio Federico Pagano. L'oggetto del messaggio riporta l'attenzione sullo scippo perpetrato da Andria, che si è di fatto auto attribuita la sede legale, come un asso pigliatutto. Segue l'intervento del Presidente del Comitato di Lotta, l'avvocato Nicola Dimodugno.
Importanti le sue parole, piene di amarezza e di contrizione: « L'approvazione dello statuto con la maggioranza a 16 è un episodio senza precedenti. Inoltre lo statuto è stato approvato contro il parere della città di Barletta e dell'intera Valle dell'Ofanto. Sono sconcertato per l'atteggiamento del Presidente Ventola che si sta vendicando nei confronti di una città che giustamente si sta mobilitando per rivendicare quanto gli spetta di diritto dopo anni di lotte e sacrifici. E quelle lotte e quei sacrifici non hanno mai interessato le città di Andria e Trani che hanno sempre osteggiato la nascita della sesta provincia. Ora bisogna andare avanti con il ricorso al Tar e con la raccolta firme».
Segue l'intervento breve ma efficace e davvero ficcante di Bernardo Lodispoto, che non evita numerose frecciate al Presidente Ventola: «La scelta di Andria quale sede legale della nuova provincia non è stato frutto di un ragionamento razionale, bensì di un baratto con il sindaco di Andria. Ventola più volte ha parlato di contrasti interni alla politica cittadina. E più volta ha parlato di mancanza di sedi idonee per ospitare la sede legale e la prefettura. Ci tengo inoltre a precisare che in realtà anche l'attuale sede del Consiglio Provinciale, ovvero l'istituto agrario di Andria, non ha le necessarie certificazioni di agibilità. Bisogna impugnare il provvedimento, continuare con la raccolta delle firme, e qualora ce ne fosse la necessità reale, bisogna fermare e sciogliere questo Consiglio Provinciale».
Al termine dell'intervento di Lodispoto prende la parola in Sindaco di Barletta Nicola Maffei, che non lesina parole di amarezza per l'operato dei dirigenti provinciali: «L'atteggiamento del presidente Ventola è quasi mafioso. Ha stravolto con un emendamento la bozza di statuto inviato ai sindaci della sesta provincia nel mese d'ottobre. Allo stato dei fatti sia la scelta della Prefettura sia quella della sede legale doveva essere fatta dagli organi statali, e non da quelli territoriali, che di fatto si sono dimostrati incapaci di convergere in un'unica direzione. Ora dobbiamo rimanere compatti, evitando di scendere sullo stesso piano di chi usa i mezzi di informazione per mandare messaggi sbagliati. Nei prossimi giorni convocheremo un consiglio comunale monotematico dove verrà sancita la volontà di impugnare la delibera».
Dopo le importanti parole del Sindaco Maffei, che ribadisce la vicinanza della politica barlettana al Comitato di Lotta e al Mida, intervengono il Com. Luigi Vitali, Presidente e coordinatore dei sindaci nel fermano, e l'avvocato Alberto Palma. In entrambi gli interventi non mancano i riferimenti alla lotta che ha accomunato il fermano e Barletta nel riconoscimento della provincia. Quella lotta che ha visto coinvolti tanti uomini,che hanno dedicato la propria vita pur di vedere Barletta autonoma e libera. In particolare, l'avvocato Palma ha ricordato con commozione l'amicizia con il senatore Domenico Borraccino, uno dei primi a volere fortemente la provincia a Barletta.
Prima dell'intervento dell'onorevole Francesco Napoletano, già sindaco di Bisceglie, Nardo Binetti legge alcune note scritte da Napoletano in cui l'onorevole esprime il suo disappunto in merito alla provincia – cerbero. Dall' on Francesco Napoletano arriva una dura critica nei confronti di chi fa politica con arroganza, facendone appunto più un'arte di sopraffazione anziché di mediazione: « Si sta iniziando questo percorso senza aver tentato di trovare un equilibrio tra i comuni, approvando uno statuto che alla fine si rivela essere funzionale alla maggioranza di turno. Allo stato attuale, la provincia è retta da chi ha sempre osteggiato il processo di formazione della nuova provincia penalizzando di fatti chi questo processo lo ha innescato». Nell'intervento dell'ex sindaco di Bisceglie non mancano riferimenti alla storia di Barletta e alle sue medaglie all'onor civile e militare, cosi come non si risparmiano critiche alla città di Trani che allo stato attuale si sta dimostrando troppo permissiva, o troppo credulona nel pensare di ottenere qualche organo provinciale. Chiosa infine Napoletano: «Invito tutti, compreso il sindaco Maffei, a mantenere alto il livello della discussione e del coinvolgimento della gente. Percorriamo la strada della battaglia, della lotta».
Prende parte al dibattito anche Nicola Difeo sindaco di Trinitapoli: «Invito tutti ad essere operativi sin da subito. E invito poi i consiglieri provinciali a non dimettersi, se le loro dimissioni non sono funzionali allo scioglimento del consiglio provinciale. Come è possibile, poi, che sia il Presidente della Provincia che il vice presidente abbiano doppie cariche? Dove trovano tutto il tempo per dare ascolto alle richieste della gente? La neonata provincia ha bisogno di forza e di farsi valere e certo le doppie cariche non permettono il regolare svolgimento delle attività provinciali. Invito il mio collega Sindaco Nicola Maffei e prendere in mano la situazione sensibilizzando tutti i cittadini attraverso i mezzi di comunicazione.
Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento del consigliere provinciale Francesco Difeo; a tratti pessimista sulla questione referendum, il consigliere ribadisce che la strada da seguire sia quella giudiziaria, auspicando quindi una convergenza tra i comuni della valle dell'Ofanto, vista l'effettiva difficoltà di raccogliere nel referendum circa 162.000 firme.
Chiudono il dibattito il consigliere provinciale Michele Dicorato e Sergio Evangelista. Il consigliere provinciale afferma che «Il consiglio provinciale si è dimostrato incapace di leggere la storia e le espressioni del territorio».
L'intervento conclusivo spetta al dirigente provinciale Sergio Evangelista da cui arriva un plauso ai barlettani per non aver raccolto la provocazione degli andriesi.
Tanti gli spunti che ha offerto quest'assemblea. Importante è risvegliare tutta la cittadinanza, affinché partecipi più attivamente accanto al Mida e al Comitato. Perché nessuno potrà cancellare oltre un secolo di lotte, di storia e di speranze, quanto meno città che si sono sempre lavate le mani di questa sesta provincia.
Il dibattito inizia con la lettura da parte del segretario del Mida Nardo Binetti del messaggio di solidarietà nei confronti della città di Barletta a firma del Sindaco di Palazzo San Gervasio Federico Pagano. L'oggetto del messaggio riporta l'attenzione sullo scippo perpetrato da Andria, che si è di fatto auto attribuita la sede legale, come un asso pigliatutto. Segue l'intervento del Presidente del Comitato di Lotta, l'avvocato Nicola Dimodugno.
Importanti le sue parole, piene di amarezza e di contrizione: « L'approvazione dello statuto con la maggioranza a 16 è un episodio senza precedenti. Inoltre lo statuto è stato approvato contro il parere della città di Barletta e dell'intera Valle dell'Ofanto. Sono sconcertato per l'atteggiamento del Presidente Ventola che si sta vendicando nei confronti di una città che giustamente si sta mobilitando per rivendicare quanto gli spetta di diritto dopo anni di lotte e sacrifici. E quelle lotte e quei sacrifici non hanno mai interessato le città di Andria e Trani che hanno sempre osteggiato la nascita della sesta provincia. Ora bisogna andare avanti con il ricorso al Tar e con la raccolta firme».
Segue l'intervento breve ma efficace e davvero ficcante di Bernardo Lodispoto, che non evita numerose frecciate al Presidente Ventola: «La scelta di Andria quale sede legale della nuova provincia non è stato frutto di un ragionamento razionale, bensì di un baratto con il sindaco di Andria. Ventola più volte ha parlato di contrasti interni alla politica cittadina. E più volta ha parlato di mancanza di sedi idonee per ospitare la sede legale e la prefettura. Ci tengo inoltre a precisare che in realtà anche l'attuale sede del Consiglio Provinciale, ovvero l'istituto agrario di Andria, non ha le necessarie certificazioni di agibilità. Bisogna impugnare il provvedimento, continuare con la raccolta delle firme, e qualora ce ne fosse la necessità reale, bisogna fermare e sciogliere questo Consiglio Provinciale».
Al termine dell'intervento di Lodispoto prende la parola in Sindaco di Barletta Nicola Maffei, che non lesina parole di amarezza per l'operato dei dirigenti provinciali: «L'atteggiamento del presidente Ventola è quasi mafioso. Ha stravolto con un emendamento la bozza di statuto inviato ai sindaci della sesta provincia nel mese d'ottobre. Allo stato dei fatti sia la scelta della Prefettura sia quella della sede legale doveva essere fatta dagli organi statali, e non da quelli territoriali, che di fatto si sono dimostrati incapaci di convergere in un'unica direzione. Ora dobbiamo rimanere compatti, evitando di scendere sullo stesso piano di chi usa i mezzi di informazione per mandare messaggi sbagliati. Nei prossimi giorni convocheremo un consiglio comunale monotematico dove verrà sancita la volontà di impugnare la delibera».
Dopo le importanti parole del Sindaco Maffei, che ribadisce la vicinanza della politica barlettana al Comitato di Lotta e al Mida, intervengono il Com. Luigi Vitali, Presidente e coordinatore dei sindaci nel fermano, e l'avvocato Alberto Palma. In entrambi gli interventi non mancano i riferimenti alla lotta che ha accomunato il fermano e Barletta nel riconoscimento della provincia. Quella lotta che ha visto coinvolti tanti uomini,che hanno dedicato la propria vita pur di vedere Barletta autonoma e libera. In particolare, l'avvocato Palma ha ricordato con commozione l'amicizia con il senatore Domenico Borraccino, uno dei primi a volere fortemente la provincia a Barletta.
Prima dell'intervento dell'onorevole Francesco Napoletano, già sindaco di Bisceglie, Nardo Binetti legge alcune note scritte da Napoletano in cui l'onorevole esprime il suo disappunto in merito alla provincia – cerbero. Dall' on Francesco Napoletano arriva una dura critica nei confronti di chi fa politica con arroganza, facendone appunto più un'arte di sopraffazione anziché di mediazione: « Si sta iniziando questo percorso senza aver tentato di trovare un equilibrio tra i comuni, approvando uno statuto che alla fine si rivela essere funzionale alla maggioranza di turno. Allo stato attuale, la provincia è retta da chi ha sempre osteggiato il processo di formazione della nuova provincia penalizzando di fatti chi questo processo lo ha innescato». Nell'intervento dell'ex sindaco di Bisceglie non mancano riferimenti alla storia di Barletta e alle sue medaglie all'onor civile e militare, cosi come non si risparmiano critiche alla città di Trani che allo stato attuale si sta dimostrando troppo permissiva, o troppo credulona nel pensare di ottenere qualche organo provinciale. Chiosa infine Napoletano: «Invito tutti, compreso il sindaco Maffei, a mantenere alto il livello della discussione e del coinvolgimento della gente. Percorriamo la strada della battaglia, della lotta».
Prende parte al dibattito anche Nicola Difeo sindaco di Trinitapoli: «Invito tutti ad essere operativi sin da subito. E invito poi i consiglieri provinciali a non dimettersi, se le loro dimissioni non sono funzionali allo scioglimento del consiglio provinciale. Come è possibile, poi, che sia il Presidente della Provincia che il vice presidente abbiano doppie cariche? Dove trovano tutto il tempo per dare ascolto alle richieste della gente? La neonata provincia ha bisogno di forza e di farsi valere e certo le doppie cariche non permettono il regolare svolgimento delle attività provinciali. Invito il mio collega Sindaco Nicola Maffei e prendere in mano la situazione sensibilizzando tutti i cittadini attraverso i mezzi di comunicazione.
Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento del consigliere provinciale Francesco Difeo; a tratti pessimista sulla questione referendum, il consigliere ribadisce che la strada da seguire sia quella giudiziaria, auspicando quindi una convergenza tra i comuni della valle dell'Ofanto, vista l'effettiva difficoltà di raccogliere nel referendum circa 162.000 firme.
Chiudono il dibattito il consigliere provinciale Michele Dicorato e Sergio Evangelista. Il consigliere provinciale afferma che «Il consiglio provinciale si è dimostrato incapace di leggere la storia e le espressioni del territorio».
L'intervento conclusivo spetta al dirigente provinciale Sergio Evangelista da cui arriva un plauso ai barlettani per non aver raccolto la provocazione degli andriesi.
Tanti gli spunti che ha offerto quest'assemblea. Importante è risvegliare tutta la cittadinanza, affinché partecipi più attivamente accanto al Mida e al Comitato. Perché nessuno potrà cancellare oltre un secolo di lotte, di storia e di speranze, quanto meno città che si sono sempre lavate le mani di questa sesta provincia.