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Barletta: «Un castello fatto di intrecci tra politica e affari»

Scrivono Sabrina Salerno dell'Associazione Beni Comuni e Angelo Dileo del Collettivo Exit. «Siamo indignati per quello che sta avvenendo nella nostra città

Il crollo del 3 ottobre scorso di via Roma non estingue fortunatamente l'indignazione della città, apparentemente silente nel ricordare il dramma barlettano e la cui eco ancora travalica i confini regionali e nazionali. Non si assopiscono le denunce formali ed informali che innumerevoli arrivano sulle scrivanie della nostra redazione. Barlettalife per altro è impegnata nel ricordare, con cadenza almeno mensile il tragico evento con dichiarazioni e fotografie che impressionino nitidamente le responsabilità che per altro la magistratura sta sollecitamente acclarando.

«Qualcosa sembra muoversi dal punto di vista giudiziario per quanto riguarda la tragedia del crollo della Palazzina di via Roma». Scrivono Sabrina Salerno dell'Associazione Beni Comuni e Angelo Dileo del Collettivo EXIT. «La Procura di Trani ha emesso i primi provvedimenti nei confronti dei titolari delle imprese impegnate nelle opere di demolizione della palazzina adiacente a quella crollata. Lascia però alquanto perplessi l'esclusione dai provvedimenti cautelari dell'architetto Paparella, direttore dei lavori nel cantiere che ha causato la sciagura, a cui la Procura di Trani ha momentaneamente sospeso solo l'esercizio della propria professione. Sarebbero, pertanto, auspicabili ulteriori spiegazioni su questa misura da parte degli inquirenti.

Dal punto di vista politico, invece, nessun provvedimento è stato messo in atto da parte dell'Amministrazione comunale di Barletta per cercare di fare luce sulle responsabilità politiche del crollo. E questo che oggi ci preme denunciare. Sembra che la classe politica barlettana, sia di centro-destra che di centro-sinistra, abbia deciso in modo compatto di rimanere nel completo silenzio sulla vicenda, rinunciando a qualsiasi forma di dissenso per cercare, come sempre, di salvare il sistema, ormai sempre più articolato, che lega la politica al mondo delle imprese. Lascia, in questo modo, alla magistratura il compito di accertare solo eventuali responsabilità giuridiche. Questo aspetto emerge con tutta la sua forza anche sulla vicenda delle villette in costruzione a Montaltino. In questo caso non solo il Tar ha bocciato la lottizzazione, definendolo un abuso edilizio, ma la stessa Procura di Trani ha aperto un fascicolo d'inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati tecnici e dirigenti del Comune. Quale la reazione del Sindaco Maffei? Un possibile ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR. Questo pochi giorni dopo aver rifiutato (con la tattica del silenzio/diniego tipica di chi non vede, non sente e non dice) di ricorrere al Tar su una vicenda di pubblico interesse in quanto strettamente legata alla salute dell'intera Città: l'aumento dei rifiuti da bruciare all'interno della Cementeria Buzzi Unicem. Questa scellerata non-decisione nonostante ci fossero tutti i requisiti per procedere.

La situazione che oggi abbiamo davanti rasenta l'incredibile: dirigenti e tecnici di settori importanti come Edilizia e Piani Urbani indagati su vicende, sfociate in vere e proprie tragedie e che mostrano quanto questi uffici siano uno strumento al servizio del potere politico e di quello economico. Quel castello fatto di intrecci tra politica e affari che è stato edificato in tutti questi anni nella nostra città incomincia a scricchiolare, non solo a causa di imprese senza scrupoli che pur di fare profitti sono pronte a mettere in gioco la vita delle persone, come è successo nella tragedia di via Roma, ma anche per le responsabilità di una classe politica avvitata su se stessa. Tutto ciò avviene non solo nel pieno di una crisi economica devastante ma anche all'interno (in prossimità) di un passaggio politico molto delicato per la nostra città: la possibile approvazione nei prossimi mesi del PUG (Piano Urbanistico Generale) che ridisegnerà l'assetto urbanistico ed economico del nostro territorio. Piano Urbanistico Generale che viene portato avanti da quelli stessi tecnici e dirigenti che hanno fatto sprofondare la nostra città in tutti questi anni sull'orlo di una crisi ambientale ed economica, dovuta al consumo smodato di territorio e alle continue colate di cemento. Il rischio concreto è di ritrovarci un Piano Urbanistico Generale che non risponda ai bisogni reali dei cittadini, ponendo le basi per una riconversione ecologica del tessuto urbano del territorio, ma vada invece nella direzione opposta, garantendo alla lobby del cemento nuovi affari. Di fronte a questo scenario vorremmo capire la posizione dell'Assessore alla Pianificazione e Assetti del Territorio, il Dott. Sciusco, che se ne resta in silenzio come se quello che sta accadendo nella nostra città non lo riguardasse,nonostante abbia la delega al PUG e faccia parte di un Partito Rifondazione Comunista,che a livello nazionale su battaglie strategiche come la TAV, è al fianco dei movimenti.

Per questo oltre all'indignazione, invitiamo la cittadinanza a partecipare al sit-in di giovedì 15 dicembre alle ore 17.00 presso il Teatro Curci, in occasione della convocazione del Consiglio Comunale».

  • Collettivo Exit
  • Sabrina Salerno
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