La città
Barletta sarà alla moda, con qualche milione di euro
Un manciata di milioni per rilanciare il settore moda presso l’ex distilleria. L'intera area sembra distrutta da un bombardamento
Barletta - lunedì 8 luglio 2013
10.43
Che nostalgia per i favolosi anni '80 del secolo scorso, quando calzaturifici e maglifici trainavano l'economia barlettana, con grandi fatturati ed esportazioni. Purtroppo, tanti imprenditori preferirono investire in Ferrari con l'impianto a gas, piuttosto che in innovazione tecnologica e formazione di maestranze. Poi sono arrivati i temuti cinesi, capro espiatorio di tutti i nostri problemi, e tutto è finito.
Un sussulto si è avuto in questi ultimi anni, durante il periodo dei marchi a basso costo: diavolette, fragoline e relative copie, nell'illusione che, le magliettine indossate dalle "olgettine", ritratte sui cartelloni pubblicitari di mezza città, bastasse a fare vendere vagonate di indumenti, confezionati da operai, spesso sottopagati in nero, alla stessa stregua degli operai cinesi.
Con questi metodi, alcuni imprenditori barlettani hanno davvero creduto di essere gli eredi di Giorgio Armani, ma anche questa situazione si è ridimensionata. Per tentare di fare tornare Barletta un polo di produzione del TAC ( Tessile Abbigliamento Calzature), riqualificando l'area ex distilleria, e trasformarla in un polo della moda.
Il complesso , sottoposto a vincolo archeologico industriale, è di proprietà del Comune. L'intera area misura 53.000 metri quadrati, di cui gran parte sembrano distrutti da un bombardamento aereo, ad eccezione della parte rimessa a nuovo e destinata alle attività del GOS. Per rimediare allo stallo, si decide di destinare l'intero complesso di macerie a incubatore di imprese, con il solito progetto preliminare, di cui si attende un decisione definitiva, sebbene nulla sia definitivo a Barletta.
Il progetto, ideato dalla precedente amministrazione palazzinara, prevede la creazione di una serie di servizi a favore dell'imprenditoria locale: attivazione di atelier per la moda, una scuola per stilisti e fashion designer, un museo delle attività produttive, perfino uno sportello decentrato per la camera di commercio e uffici delle associazioni di categoria. Pensare in grande, per attrarre i mercati ed evitare la fuga di cervelli, forse già fuggiti.
Trasformare Barletta e l'ex distilleria in polo della moda e centro polifunzionale culturale, sulla scia delle grandi capitali europee, al costo di 9 milioni di euro. Anche se, una grande capitale europea non avrebbe lasciato marcire un complesso di archeologia industriale come la distilleria.
A seguire, pubblichiamo il documento pdf del progetto.
Un sussulto si è avuto in questi ultimi anni, durante il periodo dei marchi a basso costo: diavolette, fragoline e relative copie, nell'illusione che, le magliettine indossate dalle "olgettine", ritratte sui cartelloni pubblicitari di mezza città, bastasse a fare vendere vagonate di indumenti, confezionati da operai, spesso sottopagati in nero, alla stessa stregua degli operai cinesi.
Con questi metodi, alcuni imprenditori barlettani hanno davvero creduto di essere gli eredi di Giorgio Armani, ma anche questa situazione si è ridimensionata. Per tentare di fare tornare Barletta un polo di produzione del TAC ( Tessile Abbigliamento Calzature), riqualificando l'area ex distilleria, e trasformarla in un polo della moda.
Il complesso , sottoposto a vincolo archeologico industriale, è di proprietà del Comune. L'intera area misura 53.000 metri quadrati, di cui gran parte sembrano distrutti da un bombardamento aereo, ad eccezione della parte rimessa a nuovo e destinata alle attività del GOS. Per rimediare allo stallo, si decide di destinare l'intero complesso di macerie a incubatore di imprese, con il solito progetto preliminare, di cui si attende un decisione definitiva, sebbene nulla sia definitivo a Barletta.
Il progetto, ideato dalla precedente amministrazione palazzinara, prevede la creazione di una serie di servizi a favore dell'imprenditoria locale: attivazione di atelier per la moda, una scuola per stilisti e fashion designer, un museo delle attività produttive, perfino uno sportello decentrato per la camera di commercio e uffici delle associazioni di categoria. Pensare in grande, per attrarre i mercati ed evitare la fuga di cervelli, forse già fuggiti.
Trasformare Barletta e l'ex distilleria in polo della moda e centro polifunzionale culturale, sulla scia delle grandi capitali europee, al costo di 9 milioni di euro. Anche se, una grande capitale europea non avrebbe lasciato marcire un complesso di archeologia industriale come la distilleria.
A seguire, pubblichiamo il documento pdf del progetto.