Cronaca
Barletta, rapina farmacia. Era l'uomo che uccise dal barbiere nel '90
Tradito dall'accento salentino, l'efferato omicida al tempo scosse le coscienze dei barlettani. Arrestato dai Carabinieri
Barletta - sabato 7 agosto 2010
La rapina è avvenuta lo scorso mercoledì sera ai danni di una farmacia di Barletta. Due giovani, di corporatura robusta, con il viso travisato da calzamaglia e armati di coltelli, hanno preso di mira il locale. Uno è rimasto a fare da "palo" sulla porta mentre l'altro è passato dietro il bancone per impossessarsi di 300 euro contenuti nel registratore di cassa. Proprio in quel momento, due Vigili Urbani del Comando di Barletta stavano transitando davanti alla farmacia e, accortisi di quanto stava accadendo all'interno, hanno tentato di bloccare i rapinatori, riuscendo a disarmarne uno e a togliergli il passamontagna. Nella colluttazione, uno dei vigili rimediava alcune contusioni per i pugni ricevuti mentre l'altro veniva addirittura accoltellato ad un braccio. In tal modo i due malviventi riuscivano quindi a guadagnarsi la fuga nonostante il tempestivo intervento di una "gazzella" del Nucleo Radiomobile di Barletta che, unitamente ai Vigili, repertava un passamontagna, un coltello e un paio di occhiali appartenenti ai rapinatori.
Valutata la dinamica, personale del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Barletta, coadiuvato dalla Polizia Municipale, riusciva ad estrapolare le immagini delle telecamere a circuito chiuso della farmacia, dando un volto – ma ancora non un nome - al rapinatore che, nella colluttazione aveva perso la calzamaglia e che si era reso responsabile del ferimento del vigile. Venivano interrogati tutti i presenti, dai quali si ottenevano importanti elementi per risalire alla sua identità. In primo luogo, tutti i presenti avevano percepito una chiara inflessione salentina nelle poche parole espresse dal soggetto ed avevano notato che l'uomo indossava una maglietta a maniche lunghe, nonostante il gran caldo, come se volesse nascondere dei vistosi tatuaggi sulle braccia. Messi in sistema questi pochi elementi, la sagace intuizione dei Carabinieri di Barletta indirizzava le indagini nella giusta direzione e otteneva conferma da una meticolosa ricerca in banca dati, risalendo al 35enne Giuseppe Seccia, barlettano d'origine e da anni residente a Lecce, dove ha acquisito il locale accento.
Vista la pericolosità del soggetto, già condannato quando era ancora minorenne per omicidio, e valutato il concreto pericolo di fuga nonché il rischio di reiterazione del reato, la Procura di Trani, sulla base delle risultanze investigative prodotte dai militari dell'Arma, emetteva un DECRETO di FERMO eseguito questa notte in San Pietro in Lama (LE) dai Carabinieri della Compagnia di Barletta in perfetta sinergia con quelli del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce e della Stazione CC di Monteroni di Lecce. L'uomo individuato e bloccato presso l'abitazione di una donna del posto, dopo le formalità è stato associato presso la casa circondariale di Lecce. Proseguono le indagini finalizzate all'identificazione del complice.
Seccia Giuseppe, appena 15enne, si macchiò di un efferato delitto che all'epoca scosse le coscienze dei barlettani. Era il dicembre del '90 quando, nel corso di una rapina in una sala da barba, sparò a bruciapelo all'indirizzo del titolare ferendolo mortalmente con un fucile a canne mozze. Da allora è stata un'escalation di reati: contrabbando, stupefacenti e rapine. Nel 2005 nel corso di un'operazione condotta dalla Squadra Mobile di Lecce, venne tratto in arresto insieme ad altre 8 persone con le accuse di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione, in concorso, di tre omicidi (uno a Lecce e due a Surbo) e di due tentati omicidi (sempre a Surbo), commessi tra il 2000 e il 2002. Nel luglio del 2009 infine, il 35enne (uscito dal carcere da meno di un mese) rapinò una banca di Barletta venendo arrestato in flagranza di reato in compagnia di altri due complici.
Valutata la dinamica, personale del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Barletta, coadiuvato dalla Polizia Municipale, riusciva ad estrapolare le immagini delle telecamere a circuito chiuso della farmacia, dando un volto – ma ancora non un nome - al rapinatore che, nella colluttazione aveva perso la calzamaglia e che si era reso responsabile del ferimento del vigile. Venivano interrogati tutti i presenti, dai quali si ottenevano importanti elementi per risalire alla sua identità. In primo luogo, tutti i presenti avevano percepito una chiara inflessione salentina nelle poche parole espresse dal soggetto ed avevano notato che l'uomo indossava una maglietta a maniche lunghe, nonostante il gran caldo, come se volesse nascondere dei vistosi tatuaggi sulle braccia. Messi in sistema questi pochi elementi, la sagace intuizione dei Carabinieri di Barletta indirizzava le indagini nella giusta direzione e otteneva conferma da una meticolosa ricerca in banca dati, risalendo al 35enne Giuseppe Seccia, barlettano d'origine e da anni residente a Lecce, dove ha acquisito il locale accento.
Vista la pericolosità del soggetto, già condannato quando era ancora minorenne per omicidio, e valutato il concreto pericolo di fuga nonché il rischio di reiterazione del reato, la Procura di Trani, sulla base delle risultanze investigative prodotte dai militari dell'Arma, emetteva un DECRETO di FERMO eseguito questa notte in San Pietro in Lama (LE) dai Carabinieri della Compagnia di Barletta in perfetta sinergia con quelli del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce e della Stazione CC di Monteroni di Lecce. L'uomo individuato e bloccato presso l'abitazione di una donna del posto, dopo le formalità è stato associato presso la casa circondariale di Lecce. Proseguono le indagini finalizzate all'identificazione del complice.
Seccia Giuseppe, appena 15enne, si macchiò di un efferato delitto che all'epoca scosse le coscienze dei barlettani. Era il dicembre del '90 quando, nel corso di una rapina in una sala da barba, sparò a bruciapelo all'indirizzo del titolare ferendolo mortalmente con un fucile a canne mozze. Da allora è stata un'escalation di reati: contrabbando, stupefacenti e rapine. Nel 2005 nel corso di un'operazione condotta dalla Squadra Mobile di Lecce, venne tratto in arresto insieme ad altre 8 persone con le accuse di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata alla commissione, in concorso, di tre omicidi (uno a Lecce e due a Surbo) e di due tentati omicidi (sempre a Surbo), commessi tra il 2000 e il 2002. Nel luglio del 2009 infine, il 35enne (uscito dal carcere da meno di un mese) rapinò una banca di Barletta venendo arrestato in flagranza di reato in compagnia di altri due complici.