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«Barletta non tace: ora il Comune mantenga le promesse», la nota del comitato Pro Palestina
Le istanze di Raffaella Distaso
Barletta - lunedì 4 agosto 2025
12.20
«Barletta non tace: ora il Comune mantenga le promesse A distanza di oltre un mese dalla manifestazione che ha visto oltre duemila persone scendere in piazza per esprimere solidarietà al popolo palestinese, l'Amministrazione comunale di Barletta continua a tacere». Così Raffaella Distaso del comitato Pro Palestina.
«Un silenzio grave, perché avviene nonostante l'adesione ufficiale a un documento programmatico, approvato all'unanimità e sottoscritto dalle stesse istituzioni cittadine. Un documento che non conteneva parole vuote, ma richieste concrete, azioni possibili, responsabilità pubbliche. Eppure, nulla è stato fatto. C'è da chiedersi, legittimamente: si è trattato di un appoggio di facciata? Di un modo per accontentare l'opinione pubblica e placare un movimento in crescita, fingendo interesse e impegno?
Nel frattempo, i cittadini non sono rimasti fermi. Domenico Dalba, anziano barlettano, ha scelto di dormire davanti al Comune in segno di protesta. Un altro cittadino, Domenico, ha alzato la bandiera palestinese durante un evento pubblico a Canne della Battaglia. E ogni giorno, nel gruppo di confronto nato attorno alla manifestazione, decine di video e testimonianze continuano a documentare la tragedia del genocidio in corso, la morte di innocenti, il disprezzo per ogni diritto umano. Davanti a tutto questo, l'Amministrazione tace. Noi, invece, no. Abbiamo il dovere civile e morale di continuare a chiedere, con forza e determinazione, un segnale vero. E non lo facciamo solo per la Palestina. Lo facciamo per i giovani, per dar loro l'esempio. Lo facciamo perché non è possibile restare indifferenti, perché le nostre vite non possono proseguire come se nulla stesse accadendo. Non in nostro nome.
Il movimento spontaneo nato dalla manifestazione ha donato una somma significativa a Emergency per sostenere concretamente il popolo palestinese. Inoltre, diverse persone del movimento stanno fornendo aiuti diretti a famiglie palestinesi di Gaza, ogni giorno, in silenzio e con perseveranza. Chiediamo ancora una volta – e continueremo a farlo finché non arriverà una risposta pubblica e concreta – che il Sindaco, la Giunta, il Presidente del Consiglio Comunale e tutti i Consiglieri del Comune di Barletta diano effettivo seguito agli impegni presi.
In particolare chiediamo:
1. Che il Comune faccia propri i contenuti del documento programmatico e si attivi per chiedere al governo italiano di fare altrettanto;
2. Che vengano istituiti patti di amicizia o gemellaggi con città palestinesi, per garantire forme di sostegno umanitario diretto;
3. Che si proceda con l'intitolazione di vie o piazze ai territori palestinesi, come gesto simbolico ma duraturo di memoria e resistenza;
4. Che si promuovano campagne di raccolta fondi, sicure e trasparenti, per progetti di pace e aiuti umanitari;
5. Che il Comune attivi iniziative per l'accoglienza, l'affido o l'adozione dei bambini e delle bambine rimasti orfani a causa del conflitto.
Non ci fermeremo. Perché la dignità non si delega. Perché la pace non si proclama: si pratica. Barletta ha già parlato. Ora tocca al Comune dimostrare di essere all'altezza del mandato morale che ha assunto».
«Un silenzio grave, perché avviene nonostante l'adesione ufficiale a un documento programmatico, approvato all'unanimità e sottoscritto dalle stesse istituzioni cittadine. Un documento che non conteneva parole vuote, ma richieste concrete, azioni possibili, responsabilità pubbliche. Eppure, nulla è stato fatto. C'è da chiedersi, legittimamente: si è trattato di un appoggio di facciata? Di un modo per accontentare l'opinione pubblica e placare un movimento in crescita, fingendo interesse e impegno?
Nel frattempo, i cittadini non sono rimasti fermi. Domenico Dalba, anziano barlettano, ha scelto di dormire davanti al Comune in segno di protesta. Un altro cittadino, Domenico, ha alzato la bandiera palestinese durante un evento pubblico a Canne della Battaglia. E ogni giorno, nel gruppo di confronto nato attorno alla manifestazione, decine di video e testimonianze continuano a documentare la tragedia del genocidio in corso, la morte di innocenti, il disprezzo per ogni diritto umano. Davanti a tutto questo, l'Amministrazione tace. Noi, invece, no. Abbiamo il dovere civile e morale di continuare a chiedere, con forza e determinazione, un segnale vero. E non lo facciamo solo per la Palestina. Lo facciamo per i giovani, per dar loro l'esempio. Lo facciamo perché non è possibile restare indifferenti, perché le nostre vite non possono proseguire come se nulla stesse accadendo. Non in nostro nome.
Il movimento spontaneo nato dalla manifestazione ha donato una somma significativa a Emergency per sostenere concretamente il popolo palestinese. Inoltre, diverse persone del movimento stanno fornendo aiuti diretti a famiglie palestinesi di Gaza, ogni giorno, in silenzio e con perseveranza. Chiediamo ancora una volta – e continueremo a farlo finché non arriverà una risposta pubblica e concreta – che il Sindaco, la Giunta, il Presidente del Consiglio Comunale e tutti i Consiglieri del Comune di Barletta diano effettivo seguito agli impegni presi.
In particolare chiediamo:
1. Che il Comune faccia propri i contenuti del documento programmatico e si attivi per chiedere al governo italiano di fare altrettanto;
2. Che vengano istituiti patti di amicizia o gemellaggi con città palestinesi, per garantire forme di sostegno umanitario diretto;
3. Che si proceda con l'intitolazione di vie o piazze ai territori palestinesi, come gesto simbolico ma duraturo di memoria e resistenza;
4. Che si promuovano campagne di raccolta fondi, sicure e trasparenti, per progetti di pace e aiuti umanitari;
5. Che il Comune attivi iniziative per l'accoglienza, l'affido o l'adozione dei bambini e delle bambine rimasti orfani a causa del conflitto.
Non ci fermeremo. Perché la dignità non si delega. Perché la pace non si proclama: si pratica. Barletta ha già parlato. Ora tocca al Comune dimostrare di essere all'altezza del mandato morale che ha assunto».
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