La città
Barletta, dove non si finisce mai di costruire
Permessi del 2011 e palazzi addossati in Via Paolo Ricci
Barletta - lunedì 12 gennaio 2015
0.08
Non è vero che ogni periferia è brutta a suo modo, è vero invece che recuperare la bellezza significa togliere, sottrarsi, dire "no" alle storture dell'eccesso. Ma di negare i permessi edilizi, Barletta non ha mai voluto sapere e si ritrova oggi avvolta da un perimetro mostruoso. Mostri di cemento che spuntano come funghi velenosi in quella 167 che, anni fa, poteva vantare aree immense di verde e che oggi sono la valvola di sfogo per la martellante esigenza di costruire, nonostante la metà dei palazzi sia praticamente disabitata.
Durante "La Periferia in festa", evento tenutosi quest'estate in Largo Primavera, molti residenti avevano espresso la loro preoccupazione circa le voci che giravano sulla costruzione di un altro palazzo, adiacente all'ultima costruzione che si affaccia al piazzale. L'assessore alle politiche per il territorio Azzurra Pelle, presente all'incontro, aveva rassicurato i residenti dicendo che solo parte del lotto era destinato a chiudere la "C" di costruzione. Ora, le voci si sono verificate perché il palazzo c'è e risale a un permesso concesso nell'ormai lontano 2011; la questione sul centro per attrezzature sportive però non è ancora stata accennata. Ma se dall'angolo della strada interna passiamo al fianco lungo della via principale, possiamo notare altre giovani creature. Vere e proprie spine nel fianco di Via Paolo Ricci sono i palazzi completamente addossati alla strada, ormai a frequente percorrenza.
Qualcosa di indecente sta avvenendo ai margini della nostra città, eppure la gente che ci abita si è dimostrata abile nella raccolta differenziata porta a porta; è la stessa che ha pagato gli oneri di urbanizzazione al Comune e non può ancora accedere al portone di casa senza sporcarsi le ruote dell'auto o le proprie scarpe di fango. Questa gente è quella che sa risalire quando il suo quartiere in pendenza si allaga e qual è lo skyscape donatole? Gru, gru e ancora gru. Forse l'Umanità del Parco (recentemente pavimentato e arricchito da alberi) compenserà la vista ultra-umana che gli amministratori hanno deciso per la zona? Basta con le domande speranzose, l'unica certezza oggi è quella della rima non oppositiva, ma sinonimica: costruzione-distruzione. E se costruire è sapere rinunciare alla perfezione (come dice Niccolò Fabi), a Barletta possiamo avere una prova di questa affermazione, affatto simbolica, come è invece quella della canzone.
Durante "La Periferia in festa", evento tenutosi quest'estate in Largo Primavera, molti residenti avevano espresso la loro preoccupazione circa le voci che giravano sulla costruzione di un altro palazzo, adiacente all'ultima costruzione che si affaccia al piazzale. L'assessore alle politiche per il territorio Azzurra Pelle, presente all'incontro, aveva rassicurato i residenti dicendo che solo parte del lotto era destinato a chiudere la "C" di costruzione. Ora, le voci si sono verificate perché il palazzo c'è e risale a un permesso concesso nell'ormai lontano 2011; la questione sul centro per attrezzature sportive però non è ancora stata accennata. Ma se dall'angolo della strada interna passiamo al fianco lungo della via principale, possiamo notare altre giovani creature. Vere e proprie spine nel fianco di Via Paolo Ricci sono i palazzi completamente addossati alla strada, ormai a frequente percorrenza.
Qualcosa di indecente sta avvenendo ai margini della nostra città, eppure la gente che ci abita si è dimostrata abile nella raccolta differenziata porta a porta; è la stessa che ha pagato gli oneri di urbanizzazione al Comune e non può ancora accedere al portone di casa senza sporcarsi le ruote dell'auto o le proprie scarpe di fango. Questa gente è quella che sa risalire quando il suo quartiere in pendenza si allaga e qual è lo skyscape donatole? Gru, gru e ancora gru. Forse l'Umanità del Parco (recentemente pavimentato e arricchito da alberi) compenserà la vista ultra-umana che gli amministratori hanno deciso per la zona? Basta con le domande speranzose, l'unica certezza oggi è quella della rima non oppositiva, ma sinonimica: costruzione-distruzione. E se costruire è sapere rinunciare alla perfezione (come dice Niccolò Fabi), a Barletta possiamo avere una prova di questa affermazione, affatto simbolica, come è invece quella della canzone.