Intervista all'assessore Azzurra Pelle
Intervista all'assessore Azzurra Pelle
Politica

Azzurra Pelle, intervista al nuovo assessore alle Politiche per il Territorio

«Stop alle varianti: recupero del "già costruito"». Urbanistica, Edilizia, Infrastrutture per la giovane architetto

Incontriamo l'Assessore alle "Politiche per il territorio" per il Comune di Barletta della nuova Giunta Cascella, dott.ssa Azzurra Pelle, architetto, dottore di Ricerca in Architecture and Urban Phenomenology, docente di Storia della città e del territorio presso Università della Basilicata.

Lei è un nome assolutamente inatteso tra queste nomine assessorili, ed è fra gli assessori scelti direttamente da Cascella. Ci racconti come il Sindaco è arrivato alla scelta del suo nome.
«La scelta è del tutto singolare anche per me: Pasquale Cascella è venuto a cercarmi in studio. Abbiamo avuto una lunga chiacchierata, prima non lo conoscevo personalmente se non attraverso la campagna elettorale. Ha voluto conoscermi per capire chi fossi e di cosa mi fossi occupata. Mi ha fatto delle domande precise, per capire le mie competenze, mi ha invitata a raccontare i miei pensieri e le mie esperienze, poi è approdato alla scelta. E' stato un vero e proprio contatto professionale».

Arch. Pelle, Assessore alle "Politiche della programmazione territoriale", con la delega all'urbanistica, che sostituisce il solito assessorato all'Edilizia. Ci spiega brevemente in cosa consiste questa novità?
«Per quanto riguarda il concetto di edilizia, già dai primi incontri ho capito come il sindaco Cascella non amasse questa definizione. Crediamo che tutti debbano potersi riconoscere negli ambiti di lavoro degli assessorati per cui lavorano, per questo abbiamo scelto la dicitura "Politiche per il territorio". Abbiamo rivisto alcune denominazioni che saranno poi ulteriormente definite. Credo sia questa la sostanziale differenza: le deleghe interne riguarderanno poi la disciplina urbanistica, e altri aspetti come le infrastrutture, le scuole e quant'altro. Le aspettative e gli obiettivi da raggiungere sono già incluse nel nome, ora attendiamo di metterle in pratica».

È consapevole del fatto che occuparsi di "Edilizia pubblica e privata" a Barletta è una bella responsabilità: in cosa vorrà segnare, con il suo operato, l'elemento di novità rispetto al passato, annunciato dal Sindaco durante la campagna elettorale?
«È ruolo di responsabilità. Mi sono già interfacciata con qualcuno dei dirigenti delle mie deleghe: c'è tanta responsabilità e tanti problemi. E' tempo di prendere decisioni, ripristinare dei binari regolari di attività. Ho fiducia nelle competenze delle persone, nel buon senso, negli atti di coraggio che vanno fatti. Quello a cui invito tutti i miei concittadini è ad essere portatori di auto-consapevolezza e possibilità. Con il Patto di Stabilità che incombe, non è facile mettere in atto tutto ciò che c'è da fare. Noi lavoreremo per trovare le politiche migliori da attuare».

Cascella durante la campagna elettorale ha più volte dichiarato che dirà stop alla continua costruzione di nuova edilizia aumentando a dismisura le zone periferiche della città: si deve provvedere al recupero del "già costruito". Qual è la sua opinione a riguardo?
«Il sindaco, più che di costruzione di una nuova edilizia, ha parlato di stop ale varianti e recupero del già costruito. Quella è la traccia prima da mantenere: sicuramente c'è bisogno che tutto ciò che è già in itinere sia portato avanti attraverso norme precise. Provvedere al recupero del già costruito è una questione che mi sta molto a cuore. È la mentalità dalla quale dovremmo cominciare a porci seriamente: sono d'accordo con lo stop alle varianti. Una nuova costruzione deve seguire determinate regole».

Quale sarà il suo primo impegno per la città nel suo ruolo?
«Il primo impegno saranno le urbanizzazioni primarie e secondarie della 167. Non è assolutamente sostenibile, non lo era già prima del progetto. Dobbiamo scardinare la mentalità di agire dopo le fasi di progettazione, ma dobbiamo intervenire programmando, per fasi: non posso costruire un nuovo cantiere ogni volta. Ne abbiamo avuti tanti, dobbiamo progettare con qualità».

Esistono diverse proprietà del Comune di Barletta inutilizzate in diversi punti della città: riterrebbe utile attuare prima di tutto un 'censimento' delle proprietà pubbliche per poi raccogliere proposte di riqualificazione dalla cittadinanza?
«Per quella che è la mia esperienza, mi piacerebbe molto avviare un discorso di partecipazione. Con un gruppo di lavoro trasversale, e non troppo settoriale, credo si possa cominciare ad avere un quadro preciso di analisi e proposte progettuali, a patto che sia condiviso, partecipato e spiegato: è importante la comunicazione per poter spiegare; bisogna lavorare per tutti e valorizzare la città, che per me è fatta di territorio urbano e rurale. Ci sono tante aree sulle quali possiamo lavorare. Sono a conoscenza di un avvio di queste intenzioni: metteremo sul tavolo questi dati e li vaglieremo, capendo anche se hanno bisogno di essere integrati o meno».

Ex Distilleria: di proprietà comunale dal 2004, qualcosa è stato fatto per la riqualificazione dell'area, ma non abbastanza: la parte centrale, la più bella e importante sta crollando lentamente. Cosa vorrebbe fare e cosa farà?
«L'ex Distilleria è uno di quegli elementi patrimoniali della nostra città a cui sono maggiormente legata: è un'immagine che ho sempre avuto nella mia giovinezza, e ho sofferto nel vederne il lento decadimento. La parte centrale è quella che più ricordiamo nella nostra memoria: io spero tanto che si possano avviare begli interventi per questa ampia area, che ha attorno a sé altrettanti elementi importanti che potrebbero svolgere il ruolo di polo per quell'area. Il primo intervento da fare riguarda il controllo di tutta la documentazione: in questa fase mi interessa la definizione dei ruoli di questi contenitori; gli ostacoli possono essere quelli sin qui sempre esistiti, dagli interessi privati ai finanziamenti. Bisogna sviluppare i concetti di lavoro, sviluppo e risorsa».

Edilizia privata è anche recuperare le vecchie case del centro storico: come incentivare i privati?
«Sulla questione del recupero, molto delicata, ci siamo distaccati dalla concezione locale, tradizionale, da secoli ormai questa tradizione costruttiva è venuta meno: ci sono stati eventi catastrofici che hanno fatto venire meno questi interventi. Non dobbiamo dimenticarci le restanti parti di città, molto popolose e dense. La domanda da porci è come intervenire sui centri storici, come recuperare il rapporto tra cittadini e luoghi urbani: dobbiamo dare risposte di qualità, gli strumenti ci sono, al momento siamo però sprovvisti di linee guida e d'indirizzo, servono regole, elevazioni che definiscano linee riconoscibili. Abbiamo perso quasi del tutto la nostra identità costruttiva».

Sempre nel programma elettorale Cascella ha scritto «serve un nuovo Piano Regolatore Generale integrato da un progetto di sviluppo strategico e sostenibile», inoltre in campagna elettorale si è parlato molto di PUG. Cosa ne pensa?
«Semplicemente che va fatto. Siamo andati avanti a lungo con varianti, ora serve mettere le cose in chiaro. Serve un nuovo PUG, accompagnato da un progetto di sviluppo strategico e sostenibile. Oggi parliamo di sostenibilità in ambito troppo limitato, quando in realtà ha una valenza enorme».

Altro tema centrale della campagna elettorale è stato quello della 167. Lei è anche Assessore alle infrastrutture: come pensa di intervenire per rispondere alle necessità dei tanti abitanti che vivono in questa zona?
«Bisogna intervenire su quello che rischia di diventare un quartiere-dormitorio: sulla questione delle infrastrutture bisognerà partire dall'urbanizzazione primaria della Zona, al momento mancano spazi pubblici, asfalto, spesso la luce, mancano luoghi in cui il quartiere possa avere autonomia e vitalità. Il verde è completamente sparito: il verde è spazio libero, vitale, dove la natura si rigenera. La periferia è punto di unione tra città e campagna: perché non usarla come risorsa? Dobbiamo recuperare il senso di valore delle cose. Non dobbiamo pensare alla mera speculazione sulle cose: con impegno e atti di coraggio si può far sì che la nostra città vada avanti attraverso un percorso di qualità. Auguriamocelo.»
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