Politica
Asp Regina Margherita di Barletta, «situazione inverosimile»
Una nota del coordinamento provinciale e cittadino di Italia Viva
Barletta - martedì 15 giugno 2021
11.36 Comunicato Stampa
«Sa di inverosimile la vicenda della Casa di riposo pubblica di Barletta, ristrutturata e resa perfettamente funzionale dal 31 luglio 2018 ma ancora, dopo mille e più giorni, non usufruibile dalla cittadinanza alla mercé di beghe e dispute della politica non decidente e che si arroga il diritto di non rispondere alle istanze della società di cui dovrebbe essere al servizio». Scrivono in una nota i referenti del coordinamento provinciale e cittadino di Italia Viva Ruggiero Crudele e Gennaro Antonio Rociola.
«Era il 22 febbraio quando la neoassessora pentastellata Rosa Barone visitava la Casa di Riposo annunciandone l'imminente riapertura, ed era ancora il 22 aprile quando la stessa ribadiva, nella sede della Prefettura a Barletta, che "il commissariamento è alle porte". Da allora, solo silenzi dall'Amministrazione Regionale, per altro prodiga di comunicati e note varie, nonostante i ripetuti appelli sulle cronache locali: eh sì che l'alleanza postuma PD-M5S era stata celebrata dal Presidente di regione come "momento storico", ma il momento che oggi registriamo è invece solo l'inerzia e la beffa per la nostra Comunità, in un contesto poi che ha visto in questi nove mesi dalle consultazioni regionali la distribuzione di incarichi a iosa, a volte i più disparati.
Resta il nostro dovere di attenzione verso questa assurda e intollerabile mancanza degli organi preposti regionali, con l'auspicio che con l'incontro della delegazione sindacale di oggi con il Prefetto, in concomitanza con la manifestazione a cui abbiamo convintamente aderito, si giunga alla risoluzione tanto attesa dalla Città. Una città che vede il proliferare di strutture private (ovviamente benvenute) ma che vede al "palo" la ripresa delle attività di una struttura sociosanitaria, ristrutturata con ingenti risorse pubbliche, che nei fatti dovrebbe rappresentare la naturale offerta "pubblica" a una richiesta sociale che diventa numericamente elevata e pressante, stante l'invecchiamento della popolazione.
Che una buona volta si esca dagli schemi della "lottizzazione politica" a favore della competenza manageriale, che sappia in primis far fronte alla crisi economico-occupazionale in cui versa la stessa struttura».
«Era il 22 febbraio quando la neoassessora pentastellata Rosa Barone visitava la Casa di Riposo annunciandone l'imminente riapertura, ed era ancora il 22 aprile quando la stessa ribadiva, nella sede della Prefettura a Barletta, che "il commissariamento è alle porte". Da allora, solo silenzi dall'Amministrazione Regionale, per altro prodiga di comunicati e note varie, nonostante i ripetuti appelli sulle cronache locali: eh sì che l'alleanza postuma PD-M5S era stata celebrata dal Presidente di regione come "momento storico", ma il momento che oggi registriamo è invece solo l'inerzia e la beffa per la nostra Comunità, in un contesto poi che ha visto in questi nove mesi dalle consultazioni regionali la distribuzione di incarichi a iosa, a volte i più disparati.
Resta il nostro dovere di attenzione verso questa assurda e intollerabile mancanza degli organi preposti regionali, con l'auspicio che con l'incontro della delegazione sindacale di oggi con il Prefetto, in concomitanza con la manifestazione a cui abbiamo convintamente aderito, si giunga alla risoluzione tanto attesa dalla Città. Una città che vede il proliferare di strutture private (ovviamente benvenute) ma che vede al "palo" la ripresa delle attività di una struttura sociosanitaria, ristrutturata con ingenti risorse pubbliche, che nei fatti dovrebbe rappresentare la naturale offerta "pubblica" a una richiesta sociale che diventa numericamente elevata e pressante, stante l'invecchiamento della popolazione.
Che una buona volta si esca dagli schemi della "lottizzazione politica" a favore della competenza manageriale, che sappia in primis far fronte alla crisi economico-occupazionale in cui versa la stessa struttura».