La città
L'arrivo della Madonna: la maggioranza dei barlettani soccombe
Tra assembramenti e (poco) rigore, un fatto minimo mette a nudo l'intera città
Barletta - mercoledì 6 maggio 2020
13.28
La sconfitta è sempre orfana. Di contro andrebbe detto che la vittoria ha molti padri, e infatti in questo caso dopo quello che è successo all'arrivo della Madonna dello Sterpeto di padri ne vedo davvero tanti. Opinabile che sia una vittoria.
Una città, Barletta, dalle forti potenzialità: turistiche, gastronomiche, culturali. Inutile elencarle tanto sono risapute. Ma composta da una popolazione che in minima parte, badiamo bene, in grado di "dettare la rotta" alla percezione che in Italia si ha della città della Disfida. E questo a tutto discapito di tutti.
Il fatto è davvero minimo: rito da "oppio dei popoli" dell'arrivo di un'Icona come la Madonna dello Sterpeto, da un santuario fuori città al centro cittadino, come un ideale rientro del divino verso il peccatore, che attende per liberarsi. Normalmente dai peccati, ma andiamo con ordine. A Barletta tutto ciò diventa devozione cieca, trasmutazione del tifo da stadio, momento da onorare a "prescindere", senza se e senza ma. Non esistono situazioni eccezionali, non esistono condizioni, leggi. Nulla. La mente si ottenebra, entra in modalità "ebbrezza" e dunque "dalla Madonna bisogna andare".
Di quella religione alta professata da papa Francesco, che da solo celebra, da solo prega e con forza da tanti viene percepito, Barletta rimanda ai media nazionali fotografie di gruppi ben poco religiosi di pochi barlettani (sono pochi, diciamolo con forza, ma sono barlettani, diciamolo con forza), poco eleganti, poco coerenti, poco intelligenti, a cui la parola virus non scalfisce perché pieni di estasi mistica autoinfusa. L'assembramento diventa concetto non toccato da quel "io non ho paura di nessuno" che spesso si poteva udire nei bar della città. Quando erano aperti. O nei portoni per bocca di qualche bulletto improvvisato e animato da poco spirito civico.
Momento religioso che doveva essere «senza concorso di popolo» diventa quindi sagra della salsiccia, con tanto di telefonini a registrare ovunque e chiunque, per vantare al genero o alla nuora la presenza indomita nella Gerusalemme di Santa Maria. La maggioranza dei barlettani, acuti, si trovano quindi sottoposti agli strali della quasi totalità dei rotocalchi nazionali, costretti a soccombere a causa di un gruppo di loro concittadini, ottusi. Con buona pace di chi teme il COVID, di chi rispetta le regole, di chi aggiorna il proprio modulo di autocertificazione e ha quasi paura di incrociare un controllo delle forze dell'ordine, di chi è stato multato, di chi paga affitti, di chi aspetta con negozio chiuso i 600 euro di marzo, previsti ad aprile (e siamo a maggio). A proposito: chi è stato multato, a torto o ragione, cosa dovrebbe pensare di queste immagini? Chiedo per un amico.
Mentre i Carabinieri acquisiscono materiale per determinare eventuali responsabilità, "io non ho paura di nessuno" diventerà il nuovo hashtag.
Una città, Barletta, dalle forti potenzialità: turistiche, gastronomiche, culturali. Inutile elencarle tanto sono risapute. Ma composta da una popolazione che in minima parte, badiamo bene, in grado di "dettare la rotta" alla percezione che in Italia si ha della città della Disfida. E questo a tutto discapito di tutti.
Il fatto è davvero minimo: rito da "oppio dei popoli" dell'arrivo di un'Icona come la Madonna dello Sterpeto, da un santuario fuori città al centro cittadino, come un ideale rientro del divino verso il peccatore, che attende per liberarsi. Normalmente dai peccati, ma andiamo con ordine. A Barletta tutto ciò diventa devozione cieca, trasmutazione del tifo da stadio, momento da onorare a "prescindere", senza se e senza ma. Non esistono situazioni eccezionali, non esistono condizioni, leggi. Nulla. La mente si ottenebra, entra in modalità "ebbrezza" e dunque "dalla Madonna bisogna andare".
Di quella religione alta professata da papa Francesco, che da solo celebra, da solo prega e con forza da tanti viene percepito, Barletta rimanda ai media nazionali fotografie di gruppi ben poco religiosi di pochi barlettani (sono pochi, diciamolo con forza, ma sono barlettani, diciamolo con forza), poco eleganti, poco coerenti, poco intelligenti, a cui la parola virus non scalfisce perché pieni di estasi mistica autoinfusa. L'assembramento diventa concetto non toccato da quel "io non ho paura di nessuno" che spesso si poteva udire nei bar della città. Quando erano aperti. O nei portoni per bocca di qualche bulletto improvvisato e animato da poco spirito civico.
Momento religioso che doveva essere «senza concorso di popolo» diventa quindi sagra della salsiccia, con tanto di telefonini a registrare ovunque e chiunque, per vantare al genero o alla nuora la presenza indomita nella Gerusalemme di Santa Maria. La maggioranza dei barlettani, acuti, si trovano quindi sottoposti agli strali della quasi totalità dei rotocalchi nazionali, costretti a soccombere a causa di un gruppo di loro concittadini, ottusi. Con buona pace di chi teme il COVID, di chi rispetta le regole, di chi aggiorna il proprio modulo di autocertificazione e ha quasi paura di incrociare un controllo delle forze dell'ordine, di chi è stato multato, di chi paga affitti, di chi aspetta con negozio chiuso i 600 euro di marzo, previsti ad aprile (e siamo a maggio). A proposito: chi è stato multato, a torto o ragione, cosa dovrebbe pensare di queste immagini? Chiedo per un amico.
Mentre i Carabinieri acquisiscono materiale per determinare eventuali responsabilità, "io non ho paura di nessuno" diventerà il nuovo hashtag.