Territorio
Archivio di Stato a Barletta: «Riconoscimento di un duro lavoro»
Intervento di Michele Grimaldi, funzionario dell'Archivio. «L'ex Caserma Stennio presenta tutti i requisiti per diventare la nuova sede»
Barletta - martedì 9 agosto 2011
«Nel suo discorso di insediamento il Prefetto della nuova Provincia, sua Eccellenza il dott. SESSA, era stato molto chiaro nell'affermare che il criterio da seguire per la dislocazione degli uffici statali nel nuovo Ente territoriale, sarebbe stato esclusivamente quello del "primario ed unico interesse dei cittadini"». Inizia così l'intervento di Michele Grimaldi, funzionario dell'Archivio di Stato, in merito alla prossima inaugurazione della nuova Sede dell'Archivio di Stato di Barletta che aspira, a buona ragione, ad essere elevata a Sede Provinciale.
«Naturalmente questo non inficia, anzi rafforza, il parere n.716 della Prima Sezione del Consiglio di Stato che in data 18 marzo ha chiarito che " … la regola per cui gli uffici periferici statali di livello provinciale (tra questi vi è anche l'Archivio di Stato presente, per legge, in ogni capoluogo di provincia n.d.r.) debbono avere sede nel Capoluogo (inteso questo dal Consiglio di Stato come sede legale), vale a dire nella stessa Città in cui ha sede la Prefettura. Dunque la regola non è derogabile se non mediante un'apposita fonte legislativa ".
Da ciò se ne deduce che, come già successo il 22 febbraio 2010 con l'assegnazione a Barletta della Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate, i restanti uffici periferici dello Stato "dovrebbero" trovare la loro casa naturale nella nostra Città.
Tra questi, naturalmente, c'è l'Archivio di Stato che in questo caso non sarebbe istituito ex novo ma la Sezione di Archivio di Stato presente a Barletta muterebbe esclusivamente il suo status da Sezione ad Archivio come è successo per la Sezione di Archivio di Stato della consorella Città di Fermo che, diventata Provincia, è stata soppressa e con lo stesso decreto legge istituito l'Archivio di Stato. Appare naturale che l'assegnazione dell'Archivio di Stato alla Città di Barletta non sarebbe un "dono" piovuto dal cielo come la manna di biblica memoria, bensì il riconoscimento di un duro e proficuo lavoro svolto dagli operatori della Sezione di Barletta in oltre 30 anni di qualificatissimo lavoro.
La felice "intuizione" di istituire nella Città della Disfida la quarantesima ed ultima Sezione dell'Archivio di Stato non poteva che venire ad un barlettano d.o.c. e cioè il prof. Giuseppe Dibenedetto direttore, ora in pensione, dell'Archivio di Stato di Bari il quale agli inizi degli anni Settanta, sfruttando le possibilità fornite dal D.P.R. n.1409 del 30 settembre 1963 e supportato dall'interessamento del prof. Giovanni Cassandro di sua sorella Anna, all'epoca consigliere comunale e di Vittorio Grimaldi in quegli anni assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo, ottenne, il 27 dicembre 1973, l'emanazione del Decreto Ministeriale di istituzione della Sezione. Le motivazioni che spinsero il prof. Dibenedetto ad impegnarsi anima e corpo in quella difficile battaglia, non furono dettate da mero spirito campanilistico bensì dalla consapevolezza che, in una Città ricca di tradizioni storiche e culturali qual è Barletta, si avvertiva il bisogno della presenza di un Istituto che fosse un bene culturale fruibile dal ricercatore specializzato, come dallo studente e soprattutto fungesse da volano per l'attività culturale dell'intera popolazione della Provincia di Barletta-Andria-Trani ma anche di Città della Provincia di Bari come Molfetta, Corato, Altamura ed Acquaviva, per non parlare di comunità della vicina Basilicata come Melfi, Genzano, Palazzo San Gervasio e Lavello.
La prima ed attuale sede per la nuova Sezione di Archivio di Stato, fu individuata in alcuni locali siti in via Ferdinando D'Aragona al numero 132. In molti, visto l'immobilismo generale, pensavano che quella sarebbe stata la sede definitiva, ma non adeguata, della Sezione d'archivio invece, per fortuna e grazie all'impegno personale del Direttore Generale degli Archivi il dott. Luciano Scala e del Sindaco di Barletta l'ing. Maffei vero "paladino" della cultura cittadina, questa sventurata eventualità è stata scongiurata, infatti è in dirittura d'arrivo l'inaugurazione della nuova sede e cioè l'ex Convento dei Celestini, conosciuto meglio come ex Caserma Stennio, sita in via Manfredi al civico 22 .
L'ex edificio religioso, dove avrà la sua prestigiosa sede l'Archivio di Stato di Barletta, presenta tutti i requisiti necessari ed utili per rendere un istituto culturale consono alle sue principali e imprescindibili peculiarità e cioè agevolare la consultazione dei tanti ed interessanti fondi che costituiscono un vero e proprio tesoro per i ricercatori, gli amanti della storia, i "curiosi" e gli intenditori della architettura storica della quale l'ex convento è un vero e proprio gioiello. Basti pensare all'ex sala refettorio che sarà adibita a contenitore per conferenze, mostre e incontri culturali, considerata dagli esperti una "chicca" dal punto di vista architettonico e logistico visto che nella stessa possono essere ospitate 200 persone. Come appare ovvio un contenitore di sì fatte peculiarità architettoniche non poteva, conseguentemente, che conservare documenti di pari interesse storico. Serve però ricordare che queste "carte" prima di essere depositate presso la Sezione di Barletta erano state letteralmente dimenticate in alcuni locali comunali per decenni. Il loro valore culturale e storico fu riportato alla luce, come un vero e proprio tesoro, da una squadra di qualificati e volenterosi giovani i quali, con molta professionalità e abnegazione, ridettero forma, ordine e soprattutto dignità storica a quelle importantissime testimonianze del tempo passato.
Tra i diversi fondi sistemati nei depositi della Sezione quello più cospicuo e soprattutto interessante è senza ombra di dubbio l'archivio storico del Comune di Barletta. I documenti (circa 20.000 cartelle !!!) relativi a questo fondo, hanno una datazione che va dagli inizi del XVI secolo sino all'immediato secondo dopoguerra e rappresentano l'indispensabile "guida" se si vuole effettuare una fedele ricostruzione della vita economica, amministrativa e religiosa della Città di Barletta nell'arco di quasi 500 anni. Enunciato così freddamente si potrebbe pensare che il lavoro, di oltre 30 anni, sia consistito esclusivamente nella schedatura di una vera e propria "montagna" di carte invece, come prevedono le nuove direttive del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si è operato in maniera incessante per dare la possibilità, a chiunque lo volesse, di conoscere e conseguentemente accostarsi alle vicende che hanno caratterizzato la Storia della Città e dell'intero territorio ora Provincia. Per far questo si è pensato di intraprendere vere e proprie "operazioni di divulgazione" che hanno coperto un arco di tempo di 20 anni dal 1983 sino al 2005.
La prima di queste iniziative e forse la più importante visto il grande interesse riscosso tra le varie tipologie di utenti, è stata senza ombra di dubbio la mostra documentaria allestita nel ridotto del Teatro Curci nell'autunno del 1983 sindaco il dott. Russo "Barletta tra il grano e la sabbia: i progetti per il porto" che ha avuto come obiettivo primario quello di sottolineare la quasi totale identificazione di un intero territorio, che andava dalla Basilicata fino al sud Foggiano e al nord Barese, con il suo porto.
Questo, come detto, è stata sicuramente l'iniziativa che ha riscosso maggior successo ma non si possono mettere in secondo piano le fruttuose collaborazioni con il Club Unesco e l'Università della Terza Età di Barletta che hanno prodotto le riuscite e visitatissime mostre documentarie quali "Il tempo e l'ora", "Viaggi nella memoria" e "I luoghi dell'incontro" oppure la cooperazione con l'Istituto Tecnico per Geometri "Nervi" di Barletta che ha portato alla pubblicazione della ancora oggi molto richiesta ma ormai introvabile monografia "Le masserie del territorio di Canne" che ha inteso offrire una chiave di lettura del territorio ofantino visto alla luce del binomio città – campagna. La "internazionalizzazione" delle attività della Sezione di Archivio di Stato di Barletta si è avuta, senza ombra di dubbio, con il VII Convegno di studi Italia Judaica "Ebrei e giustizia in Italia dal Medioevo all'Età Moderna" che ha visto la partecipazione di relatori provenienti dalle maggiori Università mondiali. Non ultima tra le iniziative di divulgazione e valorizzazione, la costante collaborazione con Istituti scolatici, per attività didattica, visite guidate e mostre, ogni anno sempre maggiore.
Sono queste, presentate, alcune delle attività istituzionali che in oltre 30 anni di storia hanno fatto si che la Sezione di Archivio di Stato di Barletta crescesse in maniera esponenziale e da semplice e sconosciuto ufficio statale, arrivasse ad essere un punto di riferimento dell'intero panorama culturale del Nord Barese, Sud Foggiano e parte confinante della Basilicata candidandosi, con tutte le "carte" in regola, a sede del prestigioso ed importante Archivio di Stato della Provincia di Barletta-Andria-Trani».
«Naturalmente questo non inficia, anzi rafforza, il parere n.716 della Prima Sezione del Consiglio di Stato che in data 18 marzo ha chiarito che " … la regola per cui gli uffici periferici statali di livello provinciale (tra questi vi è anche l'Archivio di Stato presente, per legge, in ogni capoluogo di provincia n.d.r.) debbono avere sede nel Capoluogo (inteso questo dal Consiglio di Stato come sede legale), vale a dire nella stessa Città in cui ha sede la Prefettura. Dunque la regola non è derogabile se non mediante un'apposita fonte legislativa ".
Da ciò se ne deduce che, come già successo il 22 febbraio 2010 con l'assegnazione a Barletta della Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate, i restanti uffici periferici dello Stato "dovrebbero" trovare la loro casa naturale nella nostra Città.
Tra questi, naturalmente, c'è l'Archivio di Stato che in questo caso non sarebbe istituito ex novo ma la Sezione di Archivio di Stato presente a Barletta muterebbe esclusivamente il suo status da Sezione ad Archivio come è successo per la Sezione di Archivio di Stato della consorella Città di Fermo che, diventata Provincia, è stata soppressa e con lo stesso decreto legge istituito l'Archivio di Stato. Appare naturale che l'assegnazione dell'Archivio di Stato alla Città di Barletta non sarebbe un "dono" piovuto dal cielo come la manna di biblica memoria, bensì il riconoscimento di un duro e proficuo lavoro svolto dagli operatori della Sezione di Barletta in oltre 30 anni di qualificatissimo lavoro.
La felice "intuizione" di istituire nella Città della Disfida la quarantesima ed ultima Sezione dell'Archivio di Stato non poteva che venire ad un barlettano d.o.c. e cioè il prof. Giuseppe Dibenedetto direttore, ora in pensione, dell'Archivio di Stato di Bari il quale agli inizi degli anni Settanta, sfruttando le possibilità fornite dal D.P.R. n.1409 del 30 settembre 1963 e supportato dall'interessamento del prof. Giovanni Cassandro di sua sorella Anna, all'epoca consigliere comunale e di Vittorio Grimaldi in quegli anni assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo, ottenne, il 27 dicembre 1973, l'emanazione del Decreto Ministeriale di istituzione della Sezione. Le motivazioni che spinsero il prof. Dibenedetto ad impegnarsi anima e corpo in quella difficile battaglia, non furono dettate da mero spirito campanilistico bensì dalla consapevolezza che, in una Città ricca di tradizioni storiche e culturali qual è Barletta, si avvertiva il bisogno della presenza di un Istituto che fosse un bene culturale fruibile dal ricercatore specializzato, come dallo studente e soprattutto fungesse da volano per l'attività culturale dell'intera popolazione della Provincia di Barletta-Andria-Trani ma anche di Città della Provincia di Bari come Molfetta, Corato, Altamura ed Acquaviva, per non parlare di comunità della vicina Basilicata come Melfi, Genzano, Palazzo San Gervasio e Lavello.
La prima ed attuale sede per la nuova Sezione di Archivio di Stato, fu individuata in alcuni locali siti in via Ferdinando D'Aragona al numero 132. In molti, visto l'immobilismo generale, pensavano che quella sarebbe stata la sede definitiva, ma non adeguata, della Sezione d'archivio invece, per fortuna e grazie all'impegno personale del Direttore Generale degli Archivi il dott. Luciano Scala e del Sindaco di Barletta l'ing. Maffei vero "paladino" della cultura cittadina, questa sventurata eventualità è stata scongiurata, infatti è in dirittura d'arrivo l'inaugurazione della nuova sede e cioè l'ex Convento dei Celestini, conosciuto meglio come ex Caserma Stennio, sita in via Manfredi al civico 22 .
L'ex edificio religioso, dove avrà la sua prestigiosa sede l'Archivio di Stato di Barletta, presenta tutti i requisiti necessari ed utili per rendere un istituto culturale consono alle sue principali e imprescindibili peculiarità e cioè agevolare la consultazione dei tanti ed interessanti fondi che costituiscono un vero e proprio tesoro per i ricercatori, gli amanti della storia, i "curiosi" e gli intenditori della architettura storica della quale l'ex convento è un vero e proprio gioiello. Basti pensare all'ex sala refettorio che sarà adibita a contenitore per conferenze, mostre e incontri culturali, considerata dagli esperti una "chicca" dal punto di vista architettonico e logistico visto che nella stessa possono essere ospitate 200 persone. Come appare ovvio un contenitore di sì fatte peculiarità architettoniche non poteva, conseguentemente, che conservare documenti di pari interesse storico. Serve però ricordare che queste "carte" prima di essere depositate presso la Sezione di Barletta erano state letteralmente dimenticate in alcuni locali comunali per decenni. Il loro valore culturale e storico fu riportato alla luce, come un vero e proprio tesoro, da una squadra di qualificati e volenterosi giovani i quali, con molta professionalità e abnegazione, ridettero forma, ordine e soprattutto dignità storica a quelle importantissime testimonianze del tempo passato.
Tra i diversi fondi sistemati nei depositi della Sezione quello più cospicuo e soprattutto interessante è senza ombra di dubbio l'archivio storico del Comune di Barletta. I documenti (circa 20.000 cartelle !!!) relativi a questo fondo, hanno una datazione che va dagli inizi del XVI secolo sino all'immediato secondo dopoguerra e rappresentano l'indispensabile "guida" se si vuole effettuare una fedele ricostruzione della vita economica, amministrativa e religiosa della Città di Barletta nell'arco di quasi 500 anni. Enunciato così freddamente si potrebbe pensare che il lavoro, di oltre 30 anni, sia consistito esclusivamente nella schedatura di una vera e propria "montagna" di carte invece, come prevedono le nuove direttive del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si è operato in maniera incessante per dare la possibilità, a chiunque lo volesse, di conoscere e conseguentemente accostarsi alle vicende che hanno caratterizzato la Storia della Città e dell'intero territorio ora Provincia. Per far questo si è pensato di intraprendere vere e proprie "operazioni di divulgazione" che hanno coperto un arco di tempo di 20 anni dal 1983 sino al 2005.
La prima di queste iniziative e forse la più importante visto il grande interesse riscosso tra le varie tipologie di utenti, è stata senza ombra di dubbio la mostra documentaria allestita nel ridotto del Teatro Curci nell'autunno del 1983 sindaco il dott. Russo "Barletta tra il grano e la sabbia: i progetti per il porto" che ha avuto come obiettivo primario quello di sottolineare la quasi totale identificazione di un intero territorio, che andava dalla Basilicata fino al sud Foggiano e al nord Barese, con il suo porto.
Questo, come detto, è stata sicuramente l'iniziativa che ha riscosso maggior successo ma non si possono mettere in secondo piano le fruttuose collaborazioni con il Club Unesco e l'Università della Terza Età di Barletta che hanno prodotto le riuscite e visitatissime mostre documentarie quali "Il tempo e l'ora", "Viaggi nella memoria" e "I luoghi dell'incontro" oppure la cooperazione con l'Istituto Tecnico per Geometri "Nervi" di Barletta che ha portato alla pubblicazione della ancora oggi molto richiesta ma ormai introvabile monografia "Le masserie del territorio di Canne" che ha inteso offrire una chiave di lettura del territorio ofantino visto alla luce del binomio città – campagna. La "internazionalizzazione" delle attività della Sezione di Archivio di Stato di Barletta si è avuta, senza ombra di dubbio, con il VII Convegno di studi Italia Judaica "Ebrei e giustizia in Italia dal Medioevo all'Età Moderna" che ha visto la partecipazione di relatori provenienti dalle maggiori Università mondiali. Non ultima tra le iniziative di divulgazione e valorizzazione, la costante collaborazione con Istituti scolatici, per attività didattica, visite guidate e mostre, ogni anno sempre maggiore.
Sono queste, presentate, alcune delle attività istituzionali che in oltre 30 anni di storia hanno fatto si che la Sezione di Archivio di Stato di Barletta crescesse in maniera esponenziale e da semplice e sconosciuto ufficio statale, arrivasse ad essere un punto di riferimento dell'intero panorama culturale del Nord Barese, Sud Foggiano e parte confinante della Basilicata candidandosi, con tutte le "carte" in regola, a sede del prestigioso ed importante Archivio di Stato della Provincia di Barletta-Andria-Trani».