Politica
«Antifascismo bigotto», contestazioni per CasaPound a Barletta
Interviene l'assessore provinciale Dario Damiani. «Non fa onore ai manifestanti di sinistra»
Barletta - mercoledì 21 dicembre 2011
«"Il fascismo ha fatto infiniti danni. Ma uno dei danni più grossi è stato lasciare in eredità una mentalità fascista agli antifascisti delle generazioni successive. Una mentalità di intolleranza, di sopraffazione ideologica, di squalificazione dell'avversario". Basterebbe questa illuminante citazione di uno dei maggiori storici italiani, per commentare uno sconcertante episodio accaduto a Barletta domenica scorsa»: è l'affermazione di Dario Damiani, consigliere comunale e assessore provinciale per il Popolo della Libertà.
«Organi di stampa riferiscono che in pieno centro, in corso Vittorio Emanuele, i rappresentanti dell'associazione CasaPound sono stati aggrediti da un gruppo di sedicenti "antifascisti", tra cui anche un consigliere comunale della Federazione di Sinistra, Carmine Doronzo, e il coordinatore regionale di Alternativa Comunista, Michele Rizzi. Questi manifestanti si sarebbero presentati con lo striscione "Fuori i fascisti dalla città", urlando insulti all'indirizzo dei ragazzi impegnati nella raccolta di firme contro lo strapotere di Equitalia, come "razzisti" e "assassini di senegalesi". Non risulta che vi sia stata alcuna reazione da parte degli esponenti di CasaPound ma, per evitare che la situazione degenerasse, si è reso necessario l'intervento della forza pubblica. L'episodio in realtà è stato preceduto, pochi giorni fa, da un comunicato a firma di vari soggetti riconducibili all'area della sinistra locale, in cui si annunciava che "non saranno tollerati altri episodi di appropriazione indebita di quegli spazi sociali che non devono spettare per principio a vecchi e nuovi fascismi, che non disdegnando la violenza". Dalle parole ai fatti: tempo poche ore, ed ecco i paladini della non violenza aggredire pubblicamente chi esercitava pacificamente diritti costituzionalmente garantiti. Una forma di intimidazione che turba profondamente, messa in atto mediante un avvertimento scritto, indirizzato all'amministrazione comunale che, legittimamente, ha riconosciuto invece ai richiedenti il diritto ad occupare il suolo pubblico per la raccolta di firme. "CasaPound Italia" è un'associazione di promozione sociale che, giuridicamente parlando, gode dei diritti garantiti dalla Costituzione a tutte le associazioni. La nostra Carta fondamentale, a differenza di quanto vorrebbero gli "antifascisti", tutela tutte le forme di organizzazione sociale e i diritti degli individui, anche se di "destra", purché esercitati "pacificamente e senz'armi" e "per fini non vietati ai singoli dalla legge penale". Non risultano episodi di violenza o intolleranza compiuti nella nostra città da esponenti dell'associazione CasaPound: la repressione preventiva della manifestazione del pensiero e della libertà di riunione in luogo pubblico, cui inneggiano gli "antifascisti", non appartiene ai principi della Costituzione.
Appare quindi singolare che questi soggetti si facciano scudo di un testo normativo per rovesciarne completamente anche i principi di elementare democrazia. Un episodio grave, quello accaduto a Barletta, da non sottovalutare: perché peggio dei fascismi, di ogni matrice ideologica, c'è solo l'antifascismo bigotto, quello che pretende di applicare le categorie di pensiero del secolo scorso alle nuove generazioni, nate e cresciute in un clima politico-sociale che nulla ha a che fare col conflitto ideologico estremista di quarant'anni fa. Riportare indietro le lancette della storia e vedere trentenni cercare lo scontro con la provocazione, come accadeva qualche decennio fa nelle piazze italiane, non fa onore a questi manifestanti della sinistra. Citando un bel film recente, forse Barletta ancora "non è un paese per giovani"».
«Organi di stampa riferiscono che in pieno centro, in corso Vittorio Emanuele, i rappresentanti dell'associazione CasaPound sono stati aggrediti da un gruppo di sedicenti "antifascisti", tra cui anche un consigliere comunale della Federazione di Sinistra, Carmine Doronzo, e il coordinatore regionale di Alternativa Comunista, Michele Rizzi. Questi manifestanti si sarebbero presentati con lo striscione "Fuori i fascisti dalla città", urlando insulti all'indirizzo dei ragazzi impegnati nella raccolta di firme contro lo strapotere di Equitalia, come "razzisti" e "assassini di senegalesi". Non risulta che vi sia stata alcuna reazione da parte degli esponenti di CasaPound ma, per evitare che la situazione degenerasse, si è reso necessario l'intervento della forza pubblica. L'episodio in realtà è stato preceduto, pochi giorni fa, da un comunicato a firma di vari soggetti riconducibili all'area della sinistra locale, in cui si annunciava che "non saranno tollerati altri episodi di appropriazione indebita di quegli spazi sociali che non devono spettare per principio a vecchi e nuovi fascismi, che non disdegnando la violenza". Dalle parole ai fatti: tempo poche ore, ed ecco i paladini della non violenza aggredire pubblicamente chi esercitava pacificamente diritti costituzionalmente garantiti. Una forma di intimidazione che turba profondamente, messa in atto mediante un avvertimento scritto, indirizzato all'amministrazione comunale che, legittimamente, ha riconosciuto invece ai richiedenti il diritto ad occupare il suolo pubblico per la raccolta di firme. "CasaPound Italia" è un'associazione di promozione sociale che, giuridicamente parlando, gode dei diritti garantiti dalla Costituzione a tutte le associazioni. La nostra Carta fondamentale, a differenza di quanto vorrebbero gli "antifascisti", tutela tutte le forme di organizzazione sociale e i diritti degli individui, anche se di "destra", purché esercitati "pacificamente e senz'armi" e "per fini non vietati ai singoli dalla legge penale". Non risultano episodi di violenza o intolleranza compiuti nella nostra città da esponenti dell'associazione CasaPound: la repressione preventiva della manifestazione del pensiero e della libertà di riunione in luogo pubblico, cui inneggiano gli "antifascisti", non appartiene ai principi della Costituzione.
Appare quindi singolare che questi soggetti si facciano scudo di un testo normativo per rovesciarne completamente anche i principi di elementare democrazia. Un episodio grave, quello accaduto a Barletta, da non sottovalutare: perché peggio dei fascismi, di ogni matrice ideologica, c'è solo l'antifascismo bigotto, quello che pretende di applicare le categorie di pensiero del secolo scorso alle nuove generazioni, nate e cresciute in un clima politico-sociale che nulla ha a che fare col conflitto ideologico estremista di quarant'anni fa. Riportare indietro le lancette della storia e vedere trentenni cercare lo scontro con la provocazione, come accadeva qualche decennio fa nelle piazze italiane, non fa onore a questi manifestanti della sinistra. Citando un bel film recente, forse Barletta ancora "non è un paese per giovani"».