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Allarme a Barletta, cromo esavalente supera di 18 volte il limite consentito
Cianci: «Ci vogliono azioni da mettere in campo subito»
Barletta - sabato 28 maggio 2016
10.39 Comunicato Stampa
«Egregio Direttore, Vi porto a conoscenza dell'incontro tenutosi tra il Presidente della V Commissione Ambiente Regione Puglia, Filippo Caracciolo e alcuni tecnici del comitato Operazione Aria Pulita BAT, tra cui il Vice Presidente Daniele Cascella, il Geologo Raffaele Lopez, l'Ing. Angelo Marzocca, l'Avv. Daniela Dimonte, il Reporter Alfredo Melidoro (autore del cortometraggio "Micropalv") e la sig.ra Iglio Imma, affetta da MCS». Allarmanti i toni del presidente del Comitato Operazione Aria Pulita BAT Michele Cianci, con cui spesso confrontiamo informazioni, soprattutto per ciò che riguarda la questione ambientale di Barletta che sta assumendo sempre più toni preoccupanti.
«Durante la riunione si è discusso su fatti inerenti le questioni ambientali nel territorio di Barletta che stanno emergendo nell'ambito delle attività legate al Protocollo d'Intesa, sottoscritto in data 1/12/2015, e fortemente voluto dal Consigliere Filippo Caracciolo e dal Sindaco Pasquale Cascella, nel mese di Marzo e successivamente nel Giugno dello scorso anno 2015. Si ricorda, che tale protocollo discende dalle criticità emerse in vari procedimenti ambientali imperniati su aziende dell'area industriale di Barletta e delle crescenti richieste di un ambiente più salubre da parte dei cittadini, comitati e associazioni. Nell'ambito del protocollo è previsto "il coinvolgimento della comunità locale in fase di analisi del problema ... nella percezione dei fenomeni in atto ..." .
Tra le questioni maggiormente preoccupanti si è discusso circa la emergenza cromo esavalente. La maggior parte dei composti del cromo esavalente sono irritanti per gli occhi, la pelle e le mucose, ed una esposizione cronica ad essi può causare danni permanenti agli occhi, se non adeguatamente curati. Il cromo esavalente è un noto agente cancerogeno per gli esseri umani. In base al D. lgs. 31/2001, il limite massimo accettabile del cromo esavalente (VI) è di 5 microgrammi/litro. Da alcuni piezometri è emerso che tale limite non solo è stato superato ma addirittura arriva ad essere circa ben 18 volte di più (86,12 microgrammi/litro). In particolare nel punto ubicato a valle della Buzzi Unicem e a monte della Timac.
Pertanto, lo scrivente Comitato ha ritenuto, per mezzo del Consigliere Filippo Caracciolo, in qualità di Presidente della V Commissione Ambiente Regionale di dover rappresentare un contributo al fine di meglio indirizzare il prosieguo delle attività di monitoraggio. La situazione derivante dalle prime analisi (primo ciclo di monitoraggio) condotte sulla falda superficiale dell'area industriale di Barletta, vede una concentrazione di Cromo, Solfati e Nitrati nelle aree prossime ai due principali stabilimenti industriali e verso la litoranea di Levante. Altri superamenti prevalentemente, da solventi clorurati, e un hot spot da Cromo si osservano nella zona ad Ovest verso Trani ed in modo particolare a nord della ex Cartiera e nell'agro prossimo all'area di Ariscianne-Belvedere. Pertanto, sulla scorta dei dati ad oggi disponibili, ma anche della disponibilità più volte manifestata dalla aziende cittadine (vedi Buzzi Unicem) ad un'apertura delle stesse al confronto tecnico-scientifico con l'opinione pubblica, si ritiene utile suggerire alcune azioni da mettere in campo da subito, con il coinvolgimento dei principali soggetti operanti nell'area industriale al fine di acquisire informazioni utile per la salute pubblica. Ciò, anche in considerazione del fatto che, in prossimità della città, la direzione di deflusso della falda idrica superficiale è dagli stabilimenti industriali verso i lidi.
Tali azioni potrebbero essere condotte rispettando il seguente ordine di priorità:
A conclusione dell'incontro e di questo primo ciclo di monitoraggio, il Consigliere Filippo Caracciolo, Presidente della V Commissione Ambiente Regione Puglia, al quale, comunque, va il nostro plauso per la propria disponibilità nei nostri riguardi e per l'impegno sino ad oggi profuso a tutela dell'ambiente cittadino, si è reso disponibile a coinvolgere tutti i cittadini in un pubblico incontro, al fine di ottenere ulteriori suggerimenti per le fasi successive. Pertanto, si chiede ancora una volta, a gran voce e a tutti i poteri istituzionali, di prendere in considerazione i suggerimenti e le proposte operative che arrivano dalla partecipazione attiva della cittadinanza di Barletta, già più volte manifestata in varie situazioni. Si rammenta inoltre che gli esiti del monitoraggio in corso stanno confermando quanto già da tempo si conosceva, motivo per cui migliaia di cittadini hanno firmato la proposta di delibera sul Monitoraggio delle matrici ambientali nella zona industriale di Barletta».
«Durante la riunione si è discusso su fatti inerenti le questioni ambientali nel territorio di Barletta che stanno emergendo nell'ambito delle attività legate al Protocollo d'Intesa, sottoscritto in data 1/12/2015, e fortemente voluto dal Consigliere Filippo Caracciolo e dal Sindaco Pasquale Cascella, nel mese di Marzo e successivamente nel Giugno dello scorso anno 2015. Si ricorda, che tale protocollo discende dalle criticità emerse in vari procedimenti ambientali imperniati su aziende dell'area industriale di Barletta e delle crescenti richieste di un ambiente più salubre da parte dei cittadini, comitati e associazioni. Nell'ambito del protocollo è previsto "il coinvolgimento della comunità locale in fase di analisi del problema ... nella percezione dei fenomeni in atto ..." .
Tra le questioni maggiormente preoccupanti si è discusso circa la emergenza cromo esavalente. La maggior parte dei composti del cromo esavalente sono irritanti per gli occhi, la pelle e le mucose, ed una esposizione cronica ad essi può causare danni permanenti agli occhi, se non adeguatamente curati. Il cromo esavalente è un noto agente cancerogeno per gli esseri umani. In base al D. lgs. 31/2001, il limite massimo accettabile del cromo esavalente (VI) è di 5 microgrammi/litro. Da alcuni piezometri è emerso che tale limite non solo è stato superato ma addirittura arriva ad essere circa ben 18 volte di più (86,12 microgrammi/litro). In particolare nel punto ubicato a valle della Buzzi Unicem e a monte della Timac.
Pertanto, lo scrivente Comitato ha ritenuto, per mezzo del Consigliere Filippo Caracciolo, in qualità di Presidente della V Commissione Ambiente Regionale di dover rappresentare un contributo al fine di meglio indirizzare il prosieguo delle attività di monitoraggio. La situazione derivante dalle prime analisi (primo ciclo di monitoraggio) condotte sulla falda superficiale dell'area industriale di Barletta, vede una concentrazione di Cromo, Solfati e Nitrati nelle aree prossime ai due principali stabilimenti industriali e verso la litoranea di Levante. Altri superamenti prevalentemente, da solventi clorurati, e un hot spot da Cromo si osservano nella zona ad Ovest verso Trani ed in modo particolare a nord della ex Cartiera e nell'agro prossimo all'area di Ariscianne-Belvedere. Pertanto, sulla scorta dei dati ad oggi disponibili, ma anche della disponibilità più volte manifestata dalla aziende cittadine (vedi Buzzi Unicem) ad un'apertura delle stesse al confronto tecnico-scientifico con l'opinione pubblica, si ritiene utile suggerire alcune azioni da mettere in campo da subito, con il coinvolgimento dei principali soggetti operanti nell'area industriale al fine di acquisire informazioni utile per la salute pubblica. Ciò, anche in considerazione del fatto che, in prossimità della città, la direzione di deflusso della falda idrica superficiale è dagli stabilimenti industriali verso i lidi.
Tali azioni potrebbero essere condotte rispettando il seguente ordine di priorità:
- Aumentare il numero di piezometri lungo la litoranea di Levante (almeno un altro in aggiunta a quelli già presenti) e le frequenze di campionamento ed analisi (almeno mensili) nei piezometri prossimi ai lidi, al fine di monitorare il potenziale inquinamento chimico delle acque marine dei lidi per tutta la stagione balneare. In presenza di superamenti rispetto ad alcuni parametri indicatori della contaminazione della falda appurata, emettere ordinanze di divieto di balneazione per potenziale inquinamento chimico delle acque di mare;
- Al fine di delimitare l'area contaminata da Cromo esavalente e da solfati, si ritiene utile effettuare ulteriori piezometri laddove sono stati riscontrati superamenti fino ad oltre dieci volte rispetto ai valori limite normativi (ai sensi della tabella 2 allegato 5 titolo V Parte IV D.lgs. 152/2006) ed in particolare all'interno dello stabilimento Buzzi e tutt'intorno ad esso (lungo Via Trani, canale Tranvia, zona Verde Abitare, via Andria e via Callano). Si ritiene questa un'attività di indagine prioritaria perchè tutt'intorno ci sono recettori sensibili che potrebbero venire a contatto con le acque inquinate (lidi, scavi per costruzioni, ecc.). Lo stesso, nel tempo, andrebbe effettuato nelle aree contermini ad altri stabilimenti industriali o ex industriali (vedi zona ex Cartiera). Sarebbe utile inoltre effettuare campionamenti ed analisi dei terreni con analisi chimiche (ai sensi della tabella 1 colonna B allegato 5 titolo V Parte IV D.lgs. 152/2006 - siti ad uso industriale/commerciale). I campionamenti in area Buzzi o altri stabilimenti industriali devono essere effettuati, soprattutto in prossimità di potenziali centri di pericolo che potrebbero aver determinato il rilascio del cromo in falda (zone soggette a scavi recenti, zone interessate da stoccaggi, zone interessate da condutture sotterranee, zone recentemente asfaltate, ecc.). Utile a tal fine è stato il confronto con lo studio di Change Detection condotto dal CNR;
- Estendere il numero di piezometri nelle zone che hanno mostrato superamenti da composti organici, nitrati e da cromo esavalente (n.1 hot spot verso Trani);
- Emettere ordinanza divieto di emungimento acque sotterranee per usi irrigui e potabili. Al fine di poter essere esclusi dall'ordinanza sanitaria di divieto di emungimento, sarebbe necessario richiedere a tutti gli agricoltori della zona interessata dal monitoraggio (colture prevalentemente ortive) analisi chimiche delle acque (ai sensi della tabella 2 allegato 5 titolo V Parte IV D.lgs. 152/2006), particella catastale dei pozzi e profondità e possibilmente stratigrafia. Le attività di campionamento devono essere effettuate oltre che dai tecnici del laboratorio che il privato vorrà incaricare, anche in presenza di tecnici degli Enti di controllo o di ausiliari di polizia giudiziaria;
- Per quanto riguarda le contaminazioni dell'agro (zona verso Trani) sono di una tipologia diversa rispetto a quelle riscontrate nella zona prossima alla città. In questo caso, contestualmente all'intensificazione della rete di monitoraggio come ai punti 3, 4 è importante la rimozione di tutti i rifiuti presenti ed eventuale bonifica dei terreni contaminati. In questo caso va fortemente intensificata l'attività di controllo (siamo in zone di campagna) con multe onerose per chi dovesse essere sorpreso ad abbandonare rifiuti. Creazione quindi di un fondo per pulizia e bonifica dell'area. Dopo la rimozione dei cumuli dei rifiuti vanno eseguite analisi dei terreni e verificare i valori con i limiti della tabella 1 colonna A allegato 5 titolo V Parte IV D.lgs. 152/2006 (siti ad uso residenziale);
- Al fine di realizzare una mappa del degrado ambientale di tutta l'area corrispondente all'agro indicato sarà utile partire e verificare la situazione rispetto alla carta del degrado ambientale realizzata nell'ambito del progetto di recupero riqualificazione e ricerca dell'area di Ariscianne, i cui rilievi risalgono al 2003, condotto dall'Amministrazione Comunale con il Dipartimento di Geologia e Geofisica e la Soprintendenza Archeologica della Puglia.
A conclusione dell'incontro e di questo primo ciclo di monitoraggio, il Consigliere Filippo Caracciolo, Presidente della V Commissione Ambiente Regione Puglia, al quale, comunque, va il nostro plauso per la propria disponibilità nei nostri riguardi e per l'impegno sino ad oggi profuso a tutela dell'ambiente cittadino, si è reso disponibile a coinvolgere tutti i cittadini in un pubblico incontro, al fine di ottenere ulteriori suggerimenti per le fasi successive. Pertanto, si chiede ancora una volta, a gran voce e a tutti i poteri istituzionali, di prendere in considerazione i suggerimenti e le proposte operative che arrivano dalla partecipazione attiva della cittadinanza di Barletta, già più volte manifestata in varie situazioni. Si rammenta inoltre che gli esiti del monitoraggio in corso stanno confermando quanto già da tempo si conosceva, motivo per cui migliaia di cittadini hanno firmato la proposta di delibera sul Monitoraggio delle matrici ambientali nella zona industriale di Barletta».