Politica
Alfarano: «L’80% del centrosinistra è professionista nel cambio casacca»
Incontro elettorale del candidato sindaco in via Tatò. «Dobbiamo rendere il quartiere più vivibile e sicuro»
Barletta - sabato 11 maggio 2013
3.27
Prosegue la campagna elettorale, in vista delle elezioni amministrative di fine maggio. Ieri sera, in via Don Michele Tatò, si è svolto ieri un incontro elettorale di quartiere del candidato sindaco del centrodestra, Giovanni Alfarano. «Questo è il momento per incominciare un nuovo modo di fare la politica a Barletta. E' il momento per ridare speranza e riavvicinare i cittadini alla politica - Tanti cittadini oggi si sono allontanati dalla politica, perché sono stati traditi da una classe politica irresponsabile, che ha operato in questi anni esclusivamente per interessi personali, che ha utilizzato tutto il tempo a disposizione per la divisione dei posti di potere. Dobbiamo fare un programma di soli 6 punti. E' inutile promettere mari e monti. Se il programma non viene rispettato, noi andiamo a casa. Il programma mette tra le priorità: l'ambiente, il Piano urbanistico generale, il lavoro, le politiche giovanili, le politiche sociali, l'educazione civica».
«Abbiamo creato una città che è un mostro, che non ha regole uguali quartiere per quartiere, che non ha un programma di crescita unico, che è stata lasciata alla scelta scellerata di alcuni politici di autorizzare alcuni progetti sì altri no. Questa è una città che va rivoltata, rilanciata, ridisegnata. Per fare questo abbiamo bisogno della partecipazione attiva di tutti i cittadini, e di tanti consiglieri comunali volenterosi. Per gestire questa città abbiamo bisogno di un consiglio comunale nuovo, motivato e competente, quello che fino ad adesso non c'è mai stato a Barletta. C'è una parte del centrosinistra che sicuramente farà il voto disgiunto, e ci voterà, questo perché loro sanno meglio di noi che oggi cambiare, fa bene alla democrazia e a Barletta».
Sul quartiere: «E' una zona splendida dove tantissime famiglie hanno coronato il sogno di una vita, hanno investito i loro risparmi per questi appartamenti. Però poi quando le persone sono venute ad abitare, hanno riscontrato che è un quartiere che non è vivibile, non è a loro misura, e hanno detto pure che è necessario cercare di creare degli spazi idonei alle loro esigenze, come lo spazio abbandonato che abbiamo qua di fronte, dove è prevista la realizzazione di una scuola. Cosa che non serve assolutamente perché abbiamo una struttura di proprietà comunale alle spalle, che potremmo ristrutturare e adibire a scuola. Questo ci consentirebbe di utilizzare questa area per un parco giochi per ragazzi e per il verde pubblico. Il quartiere dobbiamo renderlo anche sicuro. Su via Tatò vanno messe delle bande rumorose. In questo quartiere, la gente è arrabbiata verso quella classe politica che fino ad oggi ha dimostrato irresponsabilità».
«Sono convinto che nei prossimi giorni, qua verranno a fare comizi anche quelli del centrosinistra - ha detto infine Alfarano - cioè quelli che hanno creato questa situazione di invivibilità, quei personaggi che hanno creato lo sfascio economico e sociale, che hanno tradito la gente. Ma loro cosa possono dire alla gente, visto che fino ad oggi hanno governato? A mio modesto avviso, non devono permettersi di andare nei quartieri, a meno che non chiedano scusa per tutto il male che hanno fatto a questa città. L''80% di quelli che si trovano nel centrosinistra, hanno fatto il giro di tutti i partiti, sono dei professionisti nel cambio di casacca - ha concluso - Chi non ha il coraggio oggi di ribellarsi, non avrà il diritto di lamentarsi. Quindi, o cambiamo, o è finita».
«Abbiamo creato una città che è un mostro, che non ha regole uguali quartiere per quartiere, che non ha un programma di crescita unico, che è stata lasciata alla scelta scellerata di alcuni politici di autorizzare alcuni progetti sì altri no. Questa è una città che va rivoltata, rilanciata, ridisegnata. Per fare questo abbiamo bisogno della partecipazione attiva di tutti i cittadini, e di tanti consiglieri comunali volenterosi. Per gestire questa città abbiamo bisogno di un consiglio comunale nuovo, motivato e competente, quello che fino ad adesso non c'è mai stato a Barletta. C'è una parte del centrosinistra che sicuramente farà il voto disgiunto, e ci voterà, questo perché loro sanno meglio di noi che oggi cambiare, fa bene alla democrazia e a Barletta».
Sul quartiere: «E' una zona splendida dove tantissime famiglie hanno coronato il sogno di una vita, hanno investito i loro risparmi per questi appartamenti. Però poi quando le persone sono venute ad abitare, hanno riscontrato che è un quartiere che non è vivibile, non è a loro misura, e hanno detto pure che è necessario cercare di creare degli spazi idonei alle loro esigenze, come lo spazio abbandonato che abbiamo qua di fronte, dove è prevista la realizzazione di una scuola. Cosa che non serve assolutamente perché abbiamo una struttura di proprietà comunale alle spalle, che potremmo ristrutturare e adibire a scuola. Questo ci consentirebbe di utilizzare questa area per un parco giochi per ragazzi e per il verde pubblico. Il quartiere dobbiamo renderlo anche sicuro. Su via Tatò vanno messe delle bande rumorose. In questo quartiere, la gente è arrabbiata verso quella classe politica che fino ad oggi ha dimostrato irresponsabilità».
«Sono convinto che nei prossimi giorni, qua verranno a fare comizi anche quelli del centrosinistra - ha detto infine Alfarano - cioè quelli che hanno creato questa situazione di invivibilità, quei personaggi che hanno creato lo sfascio economico e sociale, che hanno tradito la gente. Ma loro cosa possono dire alla gente, visto che fino ad oggi hanno governato? A mio modesto avviso, non devono permettersi di andare nei quartieri, a meno che non chiedano scusa per tutto il male che hanno fatto a questa città. L''80% di quelli che si trovano nel centrosinistra, hanno fatto il giro di tutti i partiti, sono dei professionisti nel cambio di casacca - ha concluso - Chi non ha il coraggio oggi di ribellarsi, non avrà il diritto di lamentarsi. Quindi, o cambiamo, o è finita».